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Dall'articolo "Orobie, Dolomiti, Cervino: la texture umana delle vette “over 1.500. Fotografare le Alpi #15. Intervista a Nicola Gotti", © Nicola Gotti

Splendide, le Dolomiti: trionfo di roccia e silenzio, custodi di storie millenarie. Ogni giorno la loro mole si staglia imperturbabile all'orizzonte di Bolzano mutando con le sfumature del cielo, ora diafane nella calura estiva, ora nitide e quasi tangibili nell'aria frizzante che segue un temporale. Per alcuni sono un richiamo irresistibile all'azione, un invito a misurare la propria forza contro pareti irte o sentieri impervi; si osservano, con un misto di ammirazione e incomprensione, le figure agili che si muovono sulle creste, i ciclisti che sfidano dislivelli mozzafiato, gli escursionisti che paiono danzare tra la vegetazione. Quella montagna performante fatta di sudore, allenamento e sfide personali è un universo affascinante, vicino eppure così lontano da chi preferisce guardare.

Dall'articolo "Un artista sulle tracce del tempo. Fotografare le Alpi #3. Intervista a Leonhard Angerer", © Leonhard Angerer

C'è un altro modo di vivere le Terre Alte; un approccio più contemplativo, quasi pigro, che si nutre della distanza e dell'immaginazione. Dalla città si fantastica sulla vita segreta dei boschi, sulla fauna selvatica che si muove indisturbata tra gli abeti, sulle malghe che d'estate si animano di campanacci e voci. Si immagina il profilo delle vette disegnato dalle rocce e dalle storie di chi le ha abitate, amate e sfidate. La montagna diventa così un paesaggio interiore, esplorato attraverso gli occhi e le parole di altri. Divorando pagine di libri che ne svelano l'anima più recondita, ci si immerge nelle descrizioni di Mario Rigoni Stern, che con la sua prosa essenziale e potente ha saputo raccontare la vita sull'Altopiano di Asiago o la guerra in montagna, ne "Il Sergente nella neve". O nei versi di Giovanni Pascoli, che ha saputo cogliere l'eco del sacro e del mistero montano. O ancora Erri De Luca, la cui scrittura scabra e intensa si fonde con la roccia e il vento: "Sulla traccia di Nives" racconta l'alpinismo come metafora dell'esistenza. C'è poi Paolo Cognetti, con la sua capacità unica di immergersi nell'intimità misteriosa del rapporto uomo-natura in "Le otto montagne", dove "Ogni montagna ha un nome, ma le vette non ne hanno". Una frase che racchiude l'infinito non detto di quelle cime silenziose. Si può trovare eco di questa contemplazione persino in autori meno attesi. Ne "Il deserto dei Tartari" di Dino Buzzati, seppur non ambientato in montagna, la fortezza e le vette circostanti assumono un valore simbolico che richiama la solitudine e l'attesa di fronte all'immensità.

Dall'articolo "La geografia dell’anima. Fotografare le Alpi #9. Intervista ad Alessandro Cinque", © Alessandro Cinque

La fotografia è un altro ponte verso vette inesplorate e spesso inesplorabili. Le immagini, potenti e suggestive, catturano la luce che accende le pareti al tramonto, la nebbia che avvolge i crinali, la neve che modella paesaggi eterei, i ghiacciai che ammoniscono sui rischi di un futuro alieno. Sono visioni che nutrono l'immaginazione, permettendo di percorrere sentieri con lo sguardo, di scalare cime con la mente, di respirare l'aria rarefatta senza spostarsi di un passo. E così, comodamente in città, si può amare la montagna non domandandola ma onorandola, con la stessa profonda gratitudine di chi l'ha percorsa con i propri passi.

Silvia Senette

Sincope: conversazione con “la poeta” Roberta Dapunt

La poesia può essere qualcosa di molto piccolo e poco voluminoso da portare con sé. Possiamo lasciarla svolazzare nella nostra testa, lieve come il battito di ali di una farfalla. Possiamo assaporarla sulla punta della lingua, come un granello di sale o stringerla in tasca, impressa su un foglio di carta qualsiasi, magari accartocciato, come […]

Wildern in zwischenmenschlichen Beziehungen: „Il Bracconiere“ von Valentina Musmeci

Sie schreibt über Wilderer, Gejagte und Getriebene. Schauplatz: Trentino. Die Gesellschaft ist gezeichnet von einer unterdrückerischen, ausbeuterischen Kultur. Gefühle werden verletzt und gekillt, Egoismen genährt. Respekt ist ein Fremdwort. Bruno ist ein Bergmensch, er klettert und hält seine Abenteuer mit der Kamera fest. Pia ist der Heroinsucht entkommen und baut sich ein neues Leben auf. […]

“Scrivere di montagna mi consola”

Daniele Zovi e il suo “viaggio sentimentale” sulle Alpi

Das Fremde in uns: „heimat – irgendwo“ von Verena Kammerer

Titel: heimat – irgendwo. Texte mit Zeichnungen illustriert. AutorInnen: Verena Kammerer (Zeichnungen) und viele andere, etwa Tone Avenstroup, Sabine Gruber, Hendrik Jackson, Sepp Mall, Friederike Mayröcker, Markus Vallazza, Peter Wawerzinek, Ulrich Ziegler. Darum geht’s: Um Tiere. Um Menschen. Und um die Heimat des Menschen im weitesten Sinne. Zeichnung von Verena Kammerer, “Heimchen”, 2014. Lieblingszitat: Das Vieh, […]

Fiore mio

Il film-documentario d’esordio alla regia dello scrittore Paolo Cognetti sarà presentato al Bolzano Film Festival lunedì 7 aprile alle 18.30

Cosa ci insegnano le Alpi 08. Design, arte, cultura: Anna Bernagozzi

Die Berufsladinerin: Ein Besuch in Rut Bernardis Dachgeschoss

Es gibt eine Sprache in unserer Region, die südtiroler-mensch manchmal vergisst. Oder verdrängt. Vielleicht sogar ignoriert? Rut Bernardi, Schriftstellerin, Übersetzerin und Berufsladinerin, hat da so ihre Theorien. Die gebürtige Grödnerin zählt zu den wichtigsten SchriftstellerInnen des Ladinischen. Ob gedruckt oder geschrieben, in Prosa oder Lyrik, im Radio oder am ProfessorInnenpult, sie arbeitet stets an und […]

Accadde a Cortina

Una caccia al tesoro letteraria nel museo diffuso delle storie delle Dolomiti

Simeliberg. Ist überall. Michael Fehr aus dem Kaff

Titel: Simeliberg Autor: Michael Fehr Darum geht’s: zunächst das eigene Glück schmieden, vor die eigene Haustür wanken, kehren, kehren, kehren Lieblingszitat: S. 134 Warum ich warum jetzt ichS. 130 der Landrover ist schwach wie jedes Tierman kann alles kaputt machen S. 38man hat auch zu tun auch wenn man kein Landmann ist Riecht… nach stiller Wut Schön:  Weiss, Wyss, Griese, […]

Spazi di Narrazione nelle Terre Alte

„als dürfte man nur hiesigen Heiligen nachfolgen“: Josef Oberhollenzer

Wie ein Lauffeuer ging die Nachricht durch alle lokalen Medien: Der Südtiroler Schriftsteller Josef Oberhollenzer hat es mit seinem Roman „Sültzrather“, erschienen im Folio Verlag, auf die Longlist des diesjährigen Deutschen Buchpreises geschafft. Dies ist eine gute Nachricht, auch wenn der Preis in den letzten Jahren immer wieder in der Kritik stand. Es ist aber vor allem auch ein […]

La Libreria Alpe Colle: la prima libreria d’alpeggio in Italia

Unter Tieren. Das neue Buch von Maxi Obexer

Dass Jakob besoffen war, als er kam, um sie [die Sau] zu töten, dass er die Heugabel nach ihr warf, dass er ihr torkelnd hinterherfluchte; dass sie nicht mehr sahen, wen sie vor sich hatten. Es stank nach Verrat, der ganze Hof stank danach, bis zur Brücke, auf der sie zurückgelassen worden war, im Blut […]

Le montagne custodiscono storie millenarie, le raccontano attraverso il paesaggio, la flora e la fauna, le comunità che la abitano. Sono storie di lavoro, di arte e design, di cultura e di cura. Prendersi il tempo di leggere la montagna, o di leggere in montagna, è un gesto lento, consapevole, quasi rivoluzionario. Significa fermarsi, respirare a fondo e lasciarsi attraversare dalle storie che abitano quassù. La trilogia MORENESS - A monograph on the state of being more nasce qui, tra le cime delle Dolomiti, per raccontare tutto questo da prospettive diverse. Ogni volume raccoglie saggi firmati da filosofi, designer, antropologi e architetti che riflettono su un tema comune, the state of being more, muovendosi liberamente tra linguaggi e discipline. Un invito a rallentare, osservare, leggere cosa c’è oltre la superficie. Magari proprio lassù, dove il silenzio amplifica le parole. Potete acquistare la trilogia nel nostro shop. Sarà la lettura, lenta, contemplativa e perfetta, per la vostra estate in montagna.

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