The Wedding Enterprise. Part XVI. The Tables Arrangement

19.06.2014
the wedding enterprise

Me l’avevano detto, che era la cosa più difficile di tutte. Ma io, impavida, mica ci volevo credere. Ora che il momento è arrivato, posso con una certa sicurezza, dare ragione a tutti gli sposi navigati che mi avevano avvertito: organizzare la disposizione dei tavoli del pranzo matrimoniale, è l’inferno. L’inferno vero.

La partenza è facile: tavolo degli sposi. Dunque, gli sposi, i testimoni, il gioco è fatto. Fin qui, tutto bene.

Ma l’inferno, come ogni inferno che si rispetti, mica si annuncia prima di arrivare. Non fa toc toc alla porta così ti prepari e sai cosa aspettarti. No, no. L’inferno arriva a sorpresa, niente toc toc, ma BAM! TIE’! ECCOMI! Perché già sul secondo tavolo, inizi a sentire le fiamme infernali avvicinarsi e scaldarti appena appena le punti dei piedi, quando ti appresti a comporre il secondo tavolo, quello, per dire, dei parenti. La zia Concetta va con lo zio Pino, suo marito. Che è fratello dello zio Ugo, quindi andrebbe piazzato qui, ma la zia Concetta con la zia Mariagrazia gentile consorte di zio Ugo, proprio non si prende e così il tavolo di famiglia diventa in una fiammata, i tavoli di famiglia, dove posizionare a debita distanza le zie e le loro controversie. Tutto procede più o meno con questi ritmi, e l’atmosfera si fa sempre più calda, perché è tutta una questione di relazioni, e anche se nel complesso tutta questa roba è una festa e tutti dovrebbero solo preoccuparsi di riempirsi lo stomaco e bere adeguate quantità di vino e grappini, tu sai che le cose non sono così semplici, che se le zie si pigliano per i capelli, non è mica bello.

Ci sono poi gli adolescenti, che se siete sposi trentenni, sono in generale una spina nel fianco. Non che io abbia qualche problema personale con gli adolescenti, però se ripenso a me adolescente e ai matrimoni ai quali soni stata forzata a partecipare, mi viene in mente che non è carino infliggere al cugino Sergio la stessa infelice sorte. Perché insomma, se il cugino Sergio che ha 16 anni, è in piena pubertà, ha i brufoli e un prepotente bisogno di dimostrare la propria indipendenza e la propria autonomia rispetto ai “vecchi” mamma e papà, se lo piazzate al tavolo dei simpatici genitori in compagnia degli amati zii e dei cognati e suocere varie, vi odierà in eterno. E non sarete mai più la cugina figa, quella sgamata che ti porta fuori a bere la birra mentre gli ignari adulti pensano siate allegramente andati a vedere la partita di pallone. Però, se il cugino Sergio lo mettete al tavolo dei bambini, vi odierà ancora di più. Perché lui è grande, ecchecavolo. Ma in mezzo ai vostri amici 30enni, che parlano di buste paga, contratti a progetto e delle corna che Giusy ha messo al marito , il cugino Sergio si sentirà un disadattato, oltre che ferocemente annoiato. E vi odierà comunque. Non c’è speranza, né per voi né per il cugino Sergio. Voi sarete odiate qualunque decisione prendiate, lui si romperà i cosiddetti, in ogni caso. Causa persa, andare avanti, per il bene della vostra salute mentale e perché le fiamme dell’inferno in cui vi siete infilate iniziano a scottare.

C’è a questo punto la pletora e colleghi di amici da posizionare. Ma i vari nuclei tipo “compagni dell’università”, “gruppo vacanze Jesolo” e “colleghi del corso di joga”, mica sono composti esattamente da 10 persone ciascuno. Qualcuno sarà sempre di troppo. E dove lo vai a ficcare il povero amico di troppo, che se lo togli dal gruppo Jesolo, non conosce più nessuno e si sente triste, ma a Jesolo proprio non ci sta, e poi comunque quelli di Jesolo sono un po’ frikkettoni, se lo metti in un tavolo di fighetti si strozza con il diablo o loro strozzano lui con le borse di Chanel.

Altro fattore importantissimo da considerare, la questione coppie/single. Le coppie non vanno scoppiate, va da sé. Ma i single? Ovviamente, già da mesi tutti i vostri amici single che hanno visto (come voi) troppi film matrimoniali americani, nutrono la segreta speranza di trovare durante il vostro matrimonio la loro anima gemella. Così, tra 10 anni, durante una bella cenetta a quattro, potrete insieme ricordare le nozze galeotte, l’intorto selvaggio davanti al buffet dei dolci, il momento dell’infratto dietro i cespugli. In tutto questo però, i vostri incauti e ingenui amici single non hanno considerato che voi di altri amici single ne avete in totale 5 tra cui, in ordine sparso, il figlio border line della zia Giulietta, l’amico gay, la cugina zitella con l’alitosi. Così, voi dentro di voi sapete che il romantico piano d’acchiappo dell’amico single, finirà a gambe all’aria, e lui finirà in un angolo ad accoppiarsi con la bottiglia della grappa, se non si prepara alla cosa. Ma come dirglielo? E come posizionarlo al tavolo giusto, senza per forza piazzarlo accanto all’alitosi della cugina zitella, perché unica donna senza accompagnatore, rischiando maledizioni eterne e la fine drastica di un’amicizia decennale?

È un inferno, avevate ragione voi, dovevamo pensarci prima. Avremmo dovuto organizzare un pic nic nel prato, un pranzo in piedi con 100 kg di finger food, una luuuuuuuunga tavolata tipo sagra della porchetta, una bella festa campestre, dove ognuno si piazza un po’ dove ca*** gli pare… e invece no, eccoci qui, tra i fumi infernali a cercare di sfangarcela senza rischiare di compromettere in eterno la serenità famigliare e un sacco di belle amicizie, solo per un abbinamento incauto, fatto così, per sfinimento, tra pane e companatico. 

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