The Wedding Enterprise. Part VII. The Groom

01.04.2014
The Wedding Enterprise. Part VII. The Groom

Ok, sono passate due settimane dall’ultimo post, anche se mi ero ripromessa di essere settimanalmente puntuale e precisa come una brava sposina.
Però, insomma, capitemi, io – oltre alle imprese matrimoniali – ho anche una vita…

Comunque, riprendendo il filo del discorso, dopo aver perlustrato il contesto matrimoniale globale, dopo aver capito che nel mondo del wedding ci sono cose che vanno bene e altre (molto) meno, dopo aver deciso in che direzione andare, è arrivato il momento di parlare di una cosa assolutamente fondamentale, indispensabile, imprescindibile, centrale, cruciale, importantissima, vitale, essenziale, per la tanto auspicata riuscita del “giorno più bello”: le bomboniere?

No, il promesso sposo.

Perché si sa che il wedding planning è roba da donne, ma le donne senza un marito che le impalmi (dio mio, ma quanto brutta è questa espressione? Il solo pensiero di essere impalmata, mi raggela il sangue, ma è la Treccani che lo dice, baby) , mica possono portarla a casa l’impresa matrimoniale. 

Dunque è molto molto importante ricordare sempre – mentre si scelgono centritavola e candelabri – che in tutto questo non potete far finta di essere il capo assoluto indiscusso incontestabile del vostro enterprise. Cioè, voi sapete di esserlo, ma come ogni capo che si rispetti, dovete essere scaltre, usare la giusta strategia mista tra svicolamento e accerchiamento e fare una to do list che preveda a lettere cubitali e fosforescenti la voce: coinvolgimento dello sposo.

La strategia prevede due passi fondamentali:

1. Non far sentire il  futuro sposo completamente escluso dai preparativi
2. Non farlo uscire di testa perché troppo coinvolto nello stress dei preparativi

È un delicatissimo gioco di equilibri. Ma ce la potete fare. Dopo settimane a traballare tra shabby chic, fedi nuziali, partecipazioni, palloncini, tagliate di manzo su letto di rucola e confetti, vorrete mica farvi intimidire dall’uomo con il quale condividete il letto e la lavastoviglie, no? Appunto. Avete visto ben di peggio, voi. Chessaràmai.

Per divincolarvi tra il punto 1. e il punto 2. e portare a casa il vostro matrimonio come-lo-voglio-io-solo-io-e-nessun-altro-sennò-ne-faccio-una-malattia-e-poi-sono-tutti-cavoli-tuoi-per-tutti-gli-anni-a-venire, dovete fare così. Definite scavando nella vostra mente e nei vostri luoghi ispirazionali (riviste, tv, web, amiche e tutto quel che abbiamo già scandagliato) il vostro piano e fate una classifica. Decidete insomma:

A. le cose sulle quali non siete disposte a fare compromessi costo la vita
B. le cose sulle quali potete cedere un pochino
C. le cose sulle quali siete molto elastiche, perché  mica siete donne che si impuntano, voi, è un matrimonio in fondo mica una guerra nucleare (le cose di questa ultima sezione saranno poche, ho questa sensazione, ma ne bastano anche due o tre). 

Quando avete queste tre liste, studiate per ciascuna una specifica strategia di ingresso.
Per la lista A. scegliete un momento carino, una cenetta romantica, un aperitivo in un bel posticino, una colazione domenicale. Creato il contesto e l’atmosfera giusta, sferrate l’attacco: “amore, per quella cosa lì, avevo pensato (tono accondiscendete e conciliante, non voglio, penso, ho deciso, attenetevi al condizionale) che sarebbe niente male (non date per certo, tenete la cosa aperta) farla così. Sai ho fatto tante ricerche (qui fate capire che avete investito ore e ore di lavoro, che al solo pensiero il vostro lui gli viene un colpo di terrore) e ho capito che questa sarebbe davvero la soluzione perfetta per noi (trac, la mossa finale, noi. e qui l’avete steso, sicuro)”.

Per la lista B. basta una situazione più normale e neutra, magari in una situazione di distrazione, tipo mentre guardate la tv o fate la spesa: “amore, su questa cosa tu che pensieri hai fatto? Come la ved? Che ne pensi? (la domanda è un’ottima strategia, date l’impressione di coinvolgere davvero il vostro lui, chiedete il suo parere, lo inglobate nelle scelte e decisioni)”. Dato che probabilmente su quella cosa lì lui proprio non aveva riflettuto manco un minuto, capace che davanti al banco dei formaggi, preso alla sprovvista, vi risponda “decidi tu amore, mi fido di te”.  Se invece è un tipo più scaltro, e a sorpresa sulla cosa ha un’idea precisa, beh voi siete nella lista “le cose sulle quali potete cedere un pochino”, quindi potete fare le splendide dimostrarvi aperte all’ascolto e uscirvene con “wow, amore, che bella idea, facciamo come dici tu”. 

La lista C. è quella che vi garantirà l’amore eterno del vostro uomo. Perché sulle “cose sulle quali siete molto elastiche, perché  mica siete donne che si impuntano, voi, è un matrimonio in fondo mica una guerra nucleare”, non dovete nemmeno fare la domanda, fare la vaga, porre questioni, aprire dibattiti. Appena capite cosa sono le cose che il vostro uomo ha ben chiare in testa (anche gli uomini, che vi credete, hanno idee matrimoniali, magari non sognate fin da bambini che loro mica facevano le finte nozze col Lego come noi con le Barbie), quelle che desidera davvero (e che per voi non sono così cruciali, e quasi sempre le cose coincidono, le priorità matrimoniali tra uomo e donna sono moooolto diverse), fatele direttamente come vuole lui. Problema risolto, in modo semplice e indolore. 

Insomma, basta poco per non stressare il vostro futuro sposo senza però escluderlo del tutto dalle vostre macchinazioni. E se riuscirete a seguire questa strategia (un pelino perversa, lo so, ma le grandi imprese sono grandi imprese e hanno i loro pro e i loro contro) arriverete alle nozze con tutto quel che desideravate  fatto esattamente come desideravate, e pure con un marito felice, sereno e fermamente convinto di aver partecipato anche lui alla creazione di tutta quella meraviglia. 

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