Contemporary Culture in the Alps
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Books

Marco Tabilio e il suo Archimede: tra idea pura e Storia

10.10.2025
Francesca Fattinger

© Marco Tabilio

Ma il mostro è spesso uno specchio di noi, come un’ecografia delle cose che abbiamo nel profondo dell'animo.
Marco Tabilio

Mi resta questa frase impressa nelle orecchie, negli occhi, nel cuore. Con queste parole Marco Tabilio, disegnatore, autore, musicista, e tanto tanto altro, si riferisce al modo di Dino Buzzati, autore che ha divorato da ragazzo e non solo, e alla sua capacità di portare l’anomalo e il fantastico nella vita di tutti i giorni. In lui, mi racconta, “un senso di meravigliosa malinconia accompagna il fantastico” e l’affinità tra i due mi sembra enorme.  Quando incontro Marco, quando lo ascolto, quando entro in dialogo con lui, mi dà infatti sempre la possibilità di nuotare in un oceano profondo e immenso e a ogni bracciata scoprire qualcosa di nuovo, qualcosa di fantastico e di farlo armata della sua ironia e della sua scaltrezza linguistica, artistica e intellettuale.

Non posso che definirlo un artista poliedrico: se dovessi scegliere un poliedro per descriverlo forse sceglierei un “rombicosidodecaedro”, un po’ perché è una parola bellissima e credo che Marco ne sarebbe felice, una di quelle parole che messe in bocca risuonano come una formula magica, un po’ perché ha talmente tante facce che forse nemmeno il rombicosidodecaedro sa quante sono e ha bisogno del mondo intorno per scoprire ogni giorno una faccia nuova.

L’occasione per il dialogo nasce da una pubblicazione fresca di stampa che ha appunto per tema la geometria: “Archimede. Geometria di un genio”, edito da Becco Giallo. Il fumetto, realizzato insieme a Roberto Monti, professore di Analisi Matematica all’Università di Padova, diventa un mezzo per accompagnare lettrici e lettori all’incontro meraviglioso con la complessità, per affacciarsi a quell’oceano immenso che sono la storia e la matematica. Con il suo tratto e i suoi colori Marco Tabilio costruisce pagine che diventano barche capaci di salpare le ancore e avanzare in questa complessità senza paura.

Lo fa attraverso una storia: quella di un uomo “preso nell’attrito violento che si genera quando la Storia si scontra con l’idea pura”.  La storia di un genio che ha aperto nuovi e incredibili sentieri nella geometria, nella matematica e nell’ingegneria, ma che, allo stesso tempo, è anche un uomo in carne e ossa, destinato a morire durante l’assedio di Siracusa ad opera dei Romani nel 212 a.C. Una vita e una vicenda che continuano ancora oggi a parlarci del mondo che abitiamo.

© Marco Tabilio

Autore, fumettista, illustratore e tanto tanto altro. Chi è insomma Marco Tabilio? Se dovessi raccontarti a un bambino come gli faresti capire chi sei?
Ciao, bambino, sono Marco. Nella vita disegno e faccio musica. Se vedo che il bambino ha la pazienza di ascoltarmi aggiungo che faccio fumetti, illustrazioni e lavori di grafica. Suono la fisarmonica e canto volentieri. A volte faccio laboratori di disegno. Abito in Trentino.

Passiamo ora alla tua ultima grande fatica: “Archimede. Geometria di un genio”, edito da Becco Giallo Editore. Si tratta di una biografia immaginata dello scienziato greco siracusano. Da dove è nata l’idea del libro su Archimede e come si è svolto il tuo lavoro?
Trattandosi di fumetto hai fatto bene a specificare che si tratta dello scienziato siracusano e non di Archimede Pitagorico, il papero inventore! Il libro è stato pubblicato quest'anno dopo un anno di lavorazione. L’idea di fare un libro su Archimede nasce da un sodalizio tra il Dipartimento di Matematica dell'Università di Padova e l'editore Becco Giallo. Il coautore e amico Roberto Monti, professore universitario di Analisi matematica, aveva scritto un soggetto su Archimede. Sono stato chiamato in causa ed ho trasformato il soggetto in una sceneggiatura, poi ho disegnato e colorato le tavole, infine l'abbiamo pubblicato. Archimede. Geometria di un genio racconta l’arco - anzi, direi: la spirale biografica di Archimede, un uomo preso nell'attrito violento che si genera quando la Storia si scontra con l’idea pura, il pensiero, la geometria eterna.

© Marco Tabilio

Qual è stato il passaggio narrativo più difficile da gestire in “Archimede”?
Fin dal principio Roberto Monti ha inteso mettere in Archimede alcune delle sue dimostrazioni geometriche geniali. La sfida per me da sceneggiatore e poi da disegnatore è stata rendere appassionanti e il più possibile comprensibili quei ragionamenti. Ho avuto dei momenti di dubbio in cui chiedevo: ci perdiamo i lettori per strada? D'altro canto, mi sono detto, non avrei avuto esitazione a raccontare le opere di un poeta o di un pittore, quindi era giusto che ci fossero quelle dimostrazioni. Credo di essere riuscito a raccontarle in modo efficace; anche se chi legge non coglierà tutti i dettagli, penso che riuscirà a intuirne la genialità e la bellezza.

C’è una tavola o una pagina in “Archimede” di cui sei particolarmente fiero? Perché?
Ci sono diverse tavole nel fumetto in cui la geometria si mescola le creature del mito greco. Per esempio il ghigno della Gorgone di Siracusa si ibrida con il salinon, una figura notevole di cerchi e semicerchi. Una tavola che mi piace molto di questo filone “mitico” è una doppia pagina in cui Archimede sogna se stesso nei panni di Dedalo. Dedalo è il costruttore del Labirinto del Minotauro e il geniale progettista delle ali di cera. È un ingegnere ed un costruttore di trappole come Archimede, il siracusano infatti progetta molte delle macchine di morte che difendono Siracusa dall’assedio dei Romani. Entrambi devono rendersi conto che il lavoro intellettuale ha un peso sulla realtà, che può essere mortifero come il peso che fa cadere e sfracella Icaro in mare.        

Come si sviluppa la tua giornata tipo durante la stesura o il disegno di un fumetto?
Molto noioso, visto da fuori! Ci sono io seduto per ore davanti al computer. C’è una differenza tra la fase della scrittura della sceneggiatura e la fase del disegno. Sospetto che la scrittura sia la fase più impegnativa, ma non ne sono sicuro perché anche a disegnare si fatica! Quando scrivo, dettaglio la storia tavola per tavola e vignetta per vignetta, anche se so che cambierò diverse cose nella fase di disegno. In entrambe le fasi, nel caso di romanzi storici, una buona fetta di tempo è impiegata nella documentazione: come erano gli oggetti, l’architettura, i vestiti e i lavori al tempo degli eventi? Nel caso dei fumetti l’indagine è doppia: non solo devi verificare se c’erano - per dire - le balestre nel III secolo a. C., ma devi anche capire come erano fatte, e lo fai o guardando le fonti (vasi, mosaici, ritrovamenti archeologici…) o - se non hai riscontri - inventandole in un modo plausibile. Da qualche tempo mi sono dotato di strumenti tecnologici per disegnare direttamente in digitale, abbandonando la carta, quindi. Meno romantico, ma molto più veloce e comodo.

© Marco Tabilio
About the authorFrancesca FattingerCon il cuore scalzo, alla continua ricerca del vuoto dentro di sé, quello che si insinua tra le [...] More
Come pensi che il fumetto (o la graphic novel) si stia evolvendo oggi? Quali tendenze vedi, cosa ti entusiasma, cosa temi?
Faccio considerazioni sentimentali, perché non sono in grado di proporti un'analisi precisa del medium e del mercato. Parlando di fumetto cosiddetto d’autore e di graphic novel, mi sembra una scena molto vitale, piena di autrici e autori nuovi interessanti. Lati negativi: una grande parte dei lavoratori e delle lavoratrici dell’ambito non può contare solo sulla pubblicazione dei propri libri per campare, me compreso. E poi bisogna allargare lo sguardo ai meccanismi spietati dell’editoria di oggi, anche la narrativa, che riempie gli scaffali delle librerie di titoli dalla vita brevissima subito rimpiazzati; e a fenomeni di svalutazione del lavoro: onorari bassi, esordienti che svendono il loro lavoro pur di pubblicare.
Comunque, per tornare ottimisti, da qualche anno per fortuna le persone riconoscono che con questo linguaggio si può raccontare di tutto, al pari della parola scritta, ed abbiamo abbandonato l'idea che il fumetto sia un passatempo superficiale. Bravi autori come Zerocalcare hanno fatto crescere l’amore per il medium presso il pubblico esteso. Perciò si leggono libri splendidi: fiction di ogni genere, giornalismo, biografie, saggi a fumetti.

La grande novità di questi anni sono le intelligenze artificiali. Anche qui, le mie sono impressioni legate a questo momento, non so dire come evolveranno le cose. Utilizzo l’IA nel mio lavoro, per esempio come aiuto in fase creativa chiedendo: “Siamo nell’accampamento dei Romani. Cosa potrebbe esserci sul tavolo del proconsole Marcello?”. Ottengo spesso risposte interessanti; e ho buoni risultati anche nella ricerca, facendomi consigliare articoli e libri (avvertenza: verifica che esistano davvero!).

Dal punto di vista creativo, cioè parlando di generazione di immagini e testi, dico che per fortuna per ora non ci siamo: le immagini sono quasi sempre brutte, si sgama facilmente la loro artificialità e danno un senso di uncanny valley, cioè di repulsione e inquietudine, i testi sono banali e scialbi. Perciò non credo che i creativi verranno sostituiti facilmente dalle macchine… mi sto immaginando una versione di Terminator in cui dal futuro non vengono guerrieri androidi, ma un esercito di graphic designer, fotografi e illustratori bionici. Li sconfiggeremo con il meglio degli umani: la pigrizia, l’ironia, i meme e il sudore!
© Marco Tabilio

Hai ricordi di un libro, una mostra, un fumetto che da ragazzino ti ha colpito profondamente?
Leggevo moltissimo Dino Buzzati. In Buzzati, nella realtà di tutti i giorni fa il suo sottile ingresso il mistero, l’anomalia, il fantasma. Ma il mostro è spesso uno specchio di noi, come un’ecografia delle cose che abbiamo nel profondo dell'animo. L’ossessione e la solitudine (Il deserto dei tartari), il lutto (Il mantello), l’ipocondria e l’angoscia (Sette piani), la bestia (L’uccisione del drago), il divino e l’ipocrisia (Il cane che ha visto Dio). Ma in Buzzati c’è anche un senso di meravigliosa malinconia che accompagna il fantastico. Sette messaggeri parla di un principe che vuole cercare i confini inesplorati del regno. Si inventa un sistema geometrico (di nuovo, come Archimede!) di corrieri a cavallo per comunicare con la capitale, ma la bellezza del meccanismo si inceppa a causa dell’infinità del mondo e del lungo addio della mente e della vita. Bellissimo.

Quali sono i tuoi progetti in cantiere? Ti troveremo da qualche parte a presentare il libro?
Presto presentiamo Archimede. Geometria di un genio a Matematica a Padova; sono molto curioso di sapere che ne pensano lettrici e lettori specialisti. Per fortuna ci sarà anche il coautore Monti, per le domande spiccatamente matematiche! Nel frattempo sono al lavoro su un nuovo libro, che sarà un saggio a fumetti. E ne ho in previsione un altro, un romanzo a fumetti per ragazzi con tema ambientale.

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Tags

libri, fumetto, becco giallo, Marco Tabilio, graphic novel
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