Contemporary Culture in the Alps
Contemporary Culture in the Alps
Since 2010, the online magazine on contemporary culture in South Tyrol and beyond in the Alpine environment.

Sign up for our weekly newsletter to get amazing mountain stories about mountain people, mountain views, mountain things and mountain ideas direct in your inbox!

Facebook/Instagram/Youtube
© 2025 FRANZLAB
Performing Arts

Riscrivere sé stessə, riscrivere il mondo

Witches/brand new self: sguardi, corpi e pratiche transfemministe a Centrale Fies. Un’intervista a Elisa Di Liberato

21.07.2025
Stefania Santoni

© Alessandro Sala

Non si può decidere di fare a meno di noi, cittadine e cittadini con diritto di voto ed espressione, con competenze ed esperienze fondamentali allo sviluppo della cultura del nostro paese. Ma per essere persone attive nell’agire sociale, politico e lavorativo, necessitiamo di alcune garanzie: possibilità di formazione e ambienti lavorativi accessibili. Queste prerogative minime non sono negoziabili, sono diritti disciplinati da leggi
Chiara Bersani

Con queste parole, pronunciate al Senato pochi giorni fa, Chiara Bersani ha acceso una luce netta su ciò che troppo spesso resta ai margini: i corpi non conformi, le soggettività invisibilizzate, le presenze negate nei luoghi della cultura. La sua voce – insieme a quella di moltə attivistə di Al.Di.Qua.Artists – ha chiesto alle istituzioni di fare spazio, non per concessione ma per giustizia. Di garantire accesso, presenza, piena cittadinanza culturale.

È proprio dentro questo orizzonte che si muove il terzo appuntamento di “Witches / brand new self”, in programma il 23 luglio a Centrale Fies. Un’edizione speciale che segna l’inizio di una nuova collaborazione con Tiziana Triana, direttrice editoriale di Fandango Libri, da sempre impegnata nel sostenere voci divergenti, critiche, trasformative. Il format – nato come raduno di pratiche e visioni – si articola tra workshop, co-learning e programmi pubblici, proponendo un attraversamento processuale dei saperi, delle arti, delle lotte.

Al centro non c’è la “strega” come figura mitologica, ma come simbolo mobile, concettuale, da decostruire e reinventare: una linea nera che unisce artiste, ricercatrici, autrici, performer, designer chiamate a raccontarsi attraverso uno sguardo transfemminista e aperto alla contaminazione. In questo spazio liminale, dove la soggettività è una pratica in divenire, nasce brand new self: un invito a ridefinirsi, a riscriversi, a reclamare la complessità del proprio essere.

“Witches / brand new self FEAT. Fandango Libri” ospiterà l’attivista e autrice Marina Cuollo che con il suo pensiero radicale e ironico interroga le retoriche abiliste, rifiutando ogni narrazione riparativa della disabilità. Insieme a lei, Moshtari Hilal, artista e pensatrice tedesco-afghana che porterà la propria riflessione sulle immagini, le genealogie e le forme di resistenza visiva. A dialogare con loro, oltre a Triana, anche la traduttrice Lavinia Azzone per ampliare ulteriormente lo sguardo e le lingue del possibile.

A chiudere la serata, la performance musicale di ÀO LÌ WǍ, quintetto avant-folk che sperimenta sonorità ipnotiche e stratificate, fondendo strumenti popolari, elettronica e improvvisazione. Un laboratorio sonoro che – come il progetto stesso – mette al centro la soglia, la voce, la metamorfosi.

Per capire meglio da dove nasce tutto questo, come si struttura e cosa attiva davvero, abbiamo intervistato Elisa Di Liberato, una delle ideatrici di Witches / brand new self, per attraversare insieme le domande che abitano questa comunità temporanea.

© Roberta Segata
About the authorStefania Santoni Sono nata nel cuore di una fredda notte di gennaio, tra il bagliore della luna piena e il [...] More
Elisa, “Witches / brand new self” si presenta come un raduno di pratiche più che un evento tradizionale: da dove nasce l’urgenza di creare uno spazio processuale, transfemminista e contaminato, e come avete immaginato il passaggio da un formato di ricerca a uno pubblico senza perdere la sua complessità?
“Witches Brand New Self” nasce da diverse direttrici. Raccoglie l’eredità di Trentino Brand New, un progetto il cui focus è stato per 8 anni un lavoro annuale e comunitario sugli immaginari territoriali in un luogo in cui il pensiero collettivo su “natura” e vita nelle terre alte è fortemente condizionato dalle narrazioni pervasive dei settori economici trainanti, primo tra tutti il turismo. Quando le narrazioni dominanti chiudono la nostra immaginazione politica, il risultato è quello di aderire a un’idea di sviluppo desueta, la stessa che ci porta a investire risorse su un’economia di montagna basata sullo sci e la neve in un futuro segnato dal riscaldamento globale. Trentino Brand New era un momento dedicato alla dissezione di queste narrazioni e a immaginare nuove direzioni di pensiero e di azione, individuali e comunitarie. Per fare questo abbiamo chiamato a raccolta differenti visioni, professionalità, l’arte in diverse forme, le discipline di studio più svariate, seguendo l’idea che ogni persona potesse attingere a quello che più risponde alle proprie domande, ma dando soprattutto la possibilità di scomporre e ricomporre i tasselli della conoscenza con un’attitudine alchemica. 

“Witches Brand New Self” raccoglie questo approccio ma la sposta dagli immaginari territoriali al tema del posizionamento individuale e collettivo in un tempo di forte cambiamento sociale e politico: una fase estremamente dinamica sollecitata da visioni che hanno attraversato la storia in un regime di marginalizzazione e che oggi diventano parte, seppur con grande sforzo, nel discorso politico: i femminismi - nel nostro caso soprattutto quello intersezionale - hanno connesso tra loro temi e movimenti che fino a poco tempo fa viaggiavano su binari separati. Stanno ridisegnando le relazioni (tutte), i luoghi di vita e lavoro, il linguaggio, ci aprono a una possibilità di revisione a 360 gradi del mondo. Intenzionalmente o no, tutti i gruppi sociali sono coinvolti non solo nel comprendere cosa sta cambiando e come, ma anche nell’interrogarsi su quale postura assumere rispetto al cambiamento. E la sensazione generale è quella di essere di fronte a una grande complessità che va attraversata in alleanza con altre persone, sperimentando e accettando incoerenze ed errori. 

Abbiamo chiara la sensazione di vivere un tempo doppio e sovrapposto: il momento della comprensione, dell’elaborazione e dell’azione non seguono più una sequenza ordinata. Si accavallano. Il linguaggio si evolve velocemente, seguendo il percorso degli studi di genere e post-coloniali, mentre corre veloce il pensiero ecologico che si lega alle disuguaglianze e alle discriminazioni di classe in un clima globale sempre più bellicoso. Questa grande ricchezza di pensiero che attraversa quotidianamente Centrale Fies grazie alla ricerca artistica e curatoriale, rappresenta per noi una formazione permanente e ramificata: impariamo le une dalle altre e costruiamo uno spazio modulare di cura del pensiero e dell’azione culturale, testiamo formule e strumenti per prendere parte a queste trasformazioni che scopriamo e agiamo nello stesso momento, sapendo che molte altre persone stanno facendo lo stesso.  

“Witches Brand New Self” persegue l’idea di fare di questa formazione in itinere un momento pubblico, condiviso e partecipato. È dunque uno spazio modulare che si allarga a tutte le persone che vogliono unirsi a noi. Raduniamo pratiche e visioni perché, anche qui come in Trentino Brand New, crediamo nella possibilità che ognuna ricomponga i pezzi a seconda della propria visione, delle proprie esperienze, inclinazioni e progetti. Nelle edizioni di WBNS selezioniamo quello su cui sentiamo di dover fare degli affondi e raduniamo sperimentazioni e ricerche che possono ispirarci o metterci in discussione, strumenti più o meno formalizzati di studio e azione. E non scanziamo le frizioni, i potenziali disallineamenti, una pluralità di lessici e di sfumature semantiche rispetto ai concetti che esploriamo, proprio perché crediamo nell’importanza di praticare uno sguardo aperto soprattutto nelle lotte, affinché non si irrigidiscano finendo a loro volta per escludere, così come il linguaggio, il cui processo di messa in discussione e riformulazione costante è, ai nostri occhi, più interessante degli esiti e delle soluzioni adottate per cambiarlo. 

© Roberta Segata

Nel progetto la figura della strega viene svuotata da ogni stereotipo per diventare un “simbolo mobile”. Quali sono le genealogie – teoriche, culturali o personali – che vi hanno guidato in questa risemantizzazione e in che modo questo simbolo continua a essere utile oggi, politicamente e artisticamente?
Questa risemantizzazione si snoda sul lavoro di molte teoriche ma anche di tante artiste ed è un fenomeno che ha generato negli ultimi dieci anni una ricca proliferazione dell’immaginario, in molte direzioni. Da Calibano e la strega di Silvia Federici (2004) in poi, la figura della strega si è spalancata per aprirci da un lato a una comprensione del mondo e delle oppressioni in una prospettiva storica, sistemica e globale, dall’altra per praticare forme di fuoriuscita dall’isolamento intellettuale e pratico, ispirando modi nuovi di curare noi stesse, le comunità temporanee di cui siamo parte e tutto il resto (e intendo, con questo, davvero moltissimi aspetti delle nostre vite). Io e Virginia Sommadossi siamo sempre state attratte dalla pluralità di registri di questa risemantizzazione: dagli studi storici e sociologici si passa ai linguaggi della lotta delle Witches against Fascists, al re-incantato presente in tanta arte post-human, intrinsecamente legata ai femminismi e all’ibridazione con l’altro dall’umano, fino a comprendere una vasta letteratura di larga diffusione sul recupero della ritualità e della witchery come forma di attenzione e cura quotidiana di vari aspetti dell’esistente. Ognuno di questi registri si congiunge all’altro in una rete sotterranea che pratica forme di mimetismo in superficie, per diffondersi in maniera capillare. La risemantizzazione del termine strega ci porta verso la consapevolezza che costruire una rete di trasmissione della conoscenza e coltivare alleanze sono una forma di potere in grado di trasformare la realtà. 

La collaborazione con Fandango Libri apre nuove traiettorie di lettura e di ascolto. Cosa significa per voi far dialogare pratiche artistiche e performance con la parola scritta e l’editoria? È un modo per far sedimentare, diffondere, oppure rilanciare le pratiche di “Witches”?
La collaborazione con Fandango Libri è una forma di witchery: il contributo di autrici come Moshtari Hilal e Marina Cuollo sono parti fondamentali dello studio necessario a svelare le connessioni tra le forme di discriminazione e scoprire possibilità di riconoscerle e contrastarle. Qui, oltre la presenza delle autrici e il racconto del loro lavoro, ci interessava il coinvolgimento in presenza della direttrice editoriale Tiziana Triana e della traduttrice di Hilal Lavinia Azzone: nell’ottica di “Witches Brand New Self” , la triangolazione tra chi scrive di questi temi, chi cura le linee editoriali di una grande casa editrice e chi la lingua finale della pubblicazione e quindi della ricezione e del momento rituale della lettura, appare in un’altra luce: quella di un’alleanza di forze, e non più solo un incastro virtuoso di competenze. L’incontro si ri-semantizza e appare un’immagine di alleanza di forze, una tensione comune, un gruppo di streghe.

© Roberta Segata

“Brand new self” suggerisce una trasformazione, un processo di nascita o rinascita di sé. In che modo il progetto lavora sul concetto di identità e quali forme di soggettività stanno emergendo da questi attraversamenti collettivi?
Veniamo dal progetto precedente Trentino Brand New, in cui abbiamo lavorato a decostruire il concetto di identità, in quel contesto inteso come identità territoriale e molto cavalcato dalle narrazioni al servizio del turismo come della politica. L’abbiamo fatto perché era un momento in cui sentivamo necessario contrastare una definizione di identità escludente, senza fondamenti storici e antropologici, in totale contraddizione con il mondo, non solo contemporaneo ma con il mondo per come è sempre esistito, cioè disegnato da infinite traiettorie e mescolanze. Nel contesto di “Witches Brand New Self” il termine identità risuona in modo diverso perché raccogliamo l’apertura di questo concetto operata dal femminismo intersezionale, quindi come un sé in costruzione permanente e che si trasforma nello studio, nell’incontro con altre persone, nelle lotte, stringendo alleanze, attraversando comunità o riconoscendosi in esse. Dismette dunque le sue caratteristiche di fissità e stabilità proprie del discorso sull’identità territoriale a favore di un’idea di identità che si forma nella mobilità, nel flusso delle scoperte e delle esperienze e che non rifugge le contraddizioni ma le considera parte del percorso. Le soggettività che emergono da questo approccio sono dunque molto diverse: da una parte si riconoscono in alcune lotte o comunità precise, dall’altra ogni storia viene riconosciuta come diversa, un incrocio unico dal quale può scaturire una visione che se condivisa, diventa nutrimento per tutte, trascendendo le appartenenze a questa o quella comunità.

La serata si conclude con una cena a tema e con l’ensemble musicale ÀO LÌ WǍ: quanto è importante per voi la dimensione conviviale e sensoriale in un progetto come questo? Che tipo di comunità o alleanze volete alimentare, oltre la teoria e la performance?
“Witches Brand New Self” non è solo un momento di nutrimento intellettuale. Per noi rappresenta la costruzione di una comunità temporanea, effimera e allo stesso tempo forte di tutte le domande e i desideri convocati nel momento dell’incontro. La condivisione tramite il cibo preparato da Cucina Selvatica e la musica di ÀO LÌ WǍ sono fondamentali ad aprire lo sguardo verso chi ci sta di fianco, a far correre i pensieri del talk da un punto all’altro dello spazio coinvolgendo i corpi, far viaggiare le relazioni e le conversazioni su una pluralità di registri, sviluppando così differenti modi in contemporanea per sentirci tutte coinvolte e in dialogo. La parola, il suono, il cibo li abbiamo pensati senza soluzione di continuità: saranno un unico momento, un’azione che fluisce dentro l’altra, in quella molteplicità di registri - anche estetici - che abbiamo a cuore. 

SHARE
//

Tags

centrale fies, WITCHES / Brand New Self, transfemminismo, elisa di liberato
ARCHIVE