Books, I’ve never read: “Io sono una montagna” Manech + Célina Guiné x Sassi Editore

12.06.2025
Books, I’ve never read: “Io sono una montagna” Manech + Célina Guiné x Sassi Editore

Io sono una montagna, © Claudia Gelati;

“Io sono una montagna.
Pioggia, vento, freddo e neve, a volte, arrivano come visitatori indesiderati. 
Eppure, da milioni di anni non sono cambiata quasi per niente. 
Rimango qui, forte e imperturbabile”

Quando ho letto il titolo dell’albo illustrato di cui sto per parlarvi, la mia mente è corsa subito a I am a Rock, il brano inciso da Simon & Garfunkel nel 1966. Sebbene il stesso suo autore, Paul Simon, l’abbia definita una della sue canzoni più nevrotiche, da quando l’ho sentita la prima volta in una playlist a caso in cuffia nel tragitto università-casa, l’ho sempre sentita come una presa di coscienza, certo controversa e discutibile, ma comunque un inno alla resilienza umana, alla forza che dobbiamo trovare dentro di noi. 
In maniera assolutamente opposta e, per fortuna, mooolto più ottimistica del duo americano, si parla sempre di resilienza e forza anche nell’albo illustrato Io sono una montagnadi Manech con illustrazioni di Célina Guiné, uscito nella sua versione italiana per Sassi Editore ad inizio 2025 . Si tratta di un racconto poetico che vuole incoraggiare bambini e ragazzi ad attingere alla proprie risorse interiori per fronteggiare le difficoltà della vita, utilizzando la forza delle montagne come metafora ed espediente narrativo. 

Natio della Loira Atlantica, Manech è un autore francese apprezzato per la sua scrittura tenera e poetica; per molti anni si è dedicato all’insegnamento in una scuola elementare in Galles (UK) per poi tornare in patria e ottenere un master in letteratura per l’infanzia. Nel 2019 ha vinto Émergences, un bando di concorso lanciato da La Charte des auteurs et illustrateurs jeunesse, dedicato agli autori esordienti nel campo della letteratura per bambini e ragazzi; oggi vive in Bretagna con moglie e figlie. L’illustratrice dell’albo è invece Célina Guiné, conterranea dell’autore che, dopo un’infanzia bagnata dall’oceano, studia arti visive alla Sorbona di Parigi e poi  illustrazione all’École de Recherche Graphique di Bruxelles. Oggi vive e lavora a Nantes, dove si dedicata liberamente all’illustrazione, creando dipinti e stampa originali, oltre a lavorare per l’editoria per l’infanzia 

Io sono una montagna, © Claudia Gelati

FUORI – IL CONTENITORE
Io sono una montagna è un albo di dimensioni contenute, più piccolo di un foglio A3 e con un dorso di appena un centimetro. Sulla copertina rigida, si staglia quella che sembra essere la cima di una montagna rocciosa dai toni rossastri. Qui, sulla montagna disegnata, è inserito il titolo con una tipografia che replica la scrittura a mano. Più alto, ai lati della montagna, ancorati nel cielo azzurro disegnato, compaiono i nomi degli autori.
Sulla quarta di copertina, ritroviamo il cielo azzurro e la silhouette di una catena montuosa, questa volta in blu quasi a suggerirne la distanza. Qui trovano spazio anche una citazione dal libro e breve sinossi evocativa quanto vaga. Pochi, ma buoni elementi in questa copertina che ci fanno già intuire l’estetica acquerello delle pagine interne. 

Io sono una montagna, © Claudia Gelati
About the authorClaudia GelatiMi chiamo Claudia e sono quella con la frangetta, gli occhiali tondi e le calze a pois. Qualcuno [...] More
DENTRO – IL CONTENUTO 
Quante volte di fronte alle difficoltà della vita, ci è sembrato di non potercela fare più, di non riuscire ad andare avanti? Quante volte ci siamo sentiti troppo deboli per superati quegli ostacoli così invalicabili? Certo, con l’età cambiano le proporzioni e se oggi ad esempio ci sembra insuperabile la fine di un’amore, da bambini ci sembrava una tragedia un brutto voto a scuola o il non riuscire a fare le capriole (presente!). In Io sono una montagna, la voce narrante è quella della montagna che racconta di come pioggia, vento, neve, tempesta, nuvole basse possono insidiarla, oscurarle la vista, disturbarla, ma mai e poi mai indebolirla. Perchè sì, alla fine tutto passa e va: dopo la tempesta torna la quiete, il cielo torna ad essere azzurro e il sole torna a risplendere. La montagna di queste pagine è umana, forte e resiliente, in grado di attraversare tutto e che da millenni resiste a (quasi) tutto. 
Nelle ultime pagine, però, il passaggio dalla montagna umanizzata alla montagna umana che dovremmo aspirare ad essere è reso più chiaro. Ora il protagonista è il lettore, piccolo o grande che sia, che quando accade qualcosa di spiacevole si immagina montagna; si immagina forte e resiliente come la montagna in grado di sopravvivere alle intemperie delle pagine precedenti, e non è più importante quante volte si può cadere preda della malinconia e della tristezza, ma reagiamo a ciò. 
“Quanto sento la  montagna dentro di me, 
mi ricordo che tutto passa. 
Ed è in quel momento che la sua forza 
diventa la mia” 

Con un target di lettura 6-10 anni, io credo che questo albo finemente illustrato e dal tono poetico permetta a genitori, insegnanti e operatori culturali di rispondere alla prime grandi domande, difficoltà e disagi dell’infanzia e della pre-adolescenza, invitando i bambini ad osservare da subito le difficoltà e le piccole grandi sfide della vita in prospettiva, quasi come un esercizio filosofico. Io sono come una montagna. Io sono la montagna: difficoltà, paure, disagi sono transitori, possono far male ma tutto passa e niente può scalfirmi veramente. Attenzione, però: non si tratta di una corazza rigida per reprimere l’emotività, ma al contrario un esercizio per imparare dare la giusta importanza alle cose della vita ed essere in grado di resistere non rigidamente a tutto, ma nonostante tutto. Insegnamento ora più che mai necessario, perchè bambini e ragazzi oggi sono spesso troppo precoci, prede perfette per social media che -usati male- amplificano il disagio anziché risolverlo. 

Io sono una montagna, © Claudia Gelati

DENTRO – LA FORMA 
Aprendo e sfogliando il libro, si nota da subito che le tavole illustrate da Célina Guiné occupano sempre le due pagine: colorate q.b., zero tinte piatte, assolutamente immersive. A volte sembrano acquerelli, altre volte sembra di vedere il sogno dei pastelli colorati e poi ci sono forme che sembrano disegnate digitalmente. Quello che è certo è che il mix di stili dona alle montagne un’immagine onirica eppure contemporanea. In Io sono un montagna, le illustrazioni hanno l’importante compito di raccontare visivamente il testo del racconto, talvolta attraverso dei close-up su prati e pendii, altre volte con una visione d’insieme della montagna. Una cosa che ho notato e che mi è piaciuta è che in quasi tutte le tavole c’è la presenza di un umano o di un animale, quasi a riportare allo sguardo del lettore il nostro essere piccoli di fronte alla grandezza della montagna e degli eventi mostrati; questo però non per evidenziare il nostro essere limitati, ma il come possiamo (e dobbiamo!) prendere esempio dalla resilienza della montagna, tematica che è il filo conduttore del libro. Se si legge l’albo insieme ai più piccoli, poi,  trovare animali e persone all’interno delle tavole illustrate potrebbe diventare un gioco, un pretesto narrativo interessante. Il testo non è molto e risulta distribuito in maniera armonica, in accordo con le illustrazioni e la suddivisione per paragrafi scandisce il ritmo delle lettura. Per quanto riguarda la tipografia interna, per i paragrafi di testo è stato utilizzato sempre lo stesso font serif, dalla grazie appuntite ma che da ampio respiro alla lettura. 

Io sono una montagna, © Claudia Gelati

Un albo finemente illustrato che racconta qualcosa di semplice ma necessario: in un momento di forte crisi globale su più fronti, ogni tanto occorre ricordarsi che possiamo, anzi dobbiamo, imparare a sopravvivere ai tanti ostacoli di tutti i giorni, senza reprimere le emozioni ma  utilizzandole come una preziosa risorsa. Io sono un montagna è uno di quegli albi che prima si sfoglia e si guarda, poi si legge insieme o da soli e poi si fa proprio, si interiorizza come un mantra per quei giorni in cui proprio non si riesce a vedere la fine del buco nero. 

SHARE
//