L’invenzione del mondo nei quaderni di scuola
In uscita il libro “Come Impariamo a Imparare. Quaderni di scuola 1773 – 1990" edito da Shibboleth, dedicato ai quaderni di scuola. Il volume sarà presentato a Bolzano il 5 giugno al Bar Luce, all'interno della rassegna BELLA CARTA franz meets Nuova Libreria Cappelli

Come Impariamo a Imparare. Quaderni di scuola 1773 - 1990, Shibboleth
Non c’è dubbio che i quaderni di scuola siano oggetti speciali. Accompagnano bambini e ragazzi per più mesi all’anno: che siano scritti, disegnati, scarabocchiati o ripiegati sugli angoli con “olio di gomito”, nelle ore scolastiche o nei compiti pomeridiani; che vangano mostrati con orgoglio o timore ad insegnanti e genitori o stipati in cartella, tra libri, astucci pieni di matite e merende sbriciolate. Altrettanto vero è che non è sempre facile trovare dove riporli, una volta completati, tanto che molti genitori, depositari di questo arduo compito, spesso sperimentano il dilemma se conservarli o meno, combattuti tra ansia da decluttering, tanto di moda oggi, e attaccamento sentimentale. Maggiore è il numero dei figli, più arduo sarà il compito.
Ma forse, dal momento che a Milano, nel 2024, è stato istituito il Museo dei quaderni di scuola - il primo al mondo - sulla base di un ricchissimo archivio con oltre 2500 documenti, tra quaderni, diari e lettere scritti da bambini tra il 1700 e i primi anni 2000, provenienti da più di 35 paesi e redatti in più di 18 lingue, potrebbe essere il caso di riflettere qualche momento in più, prima di gettare i quaderni dei figli o anche i propri, rinvenuti in qualche soffitta e valutarne attentamente il valore.

"Leggere il quaderno di un bambino significa riscoprire l’invenzione del mondo e partecipare alla costruzione dell’identità" - scrive lo studioso James M. Bradburne (di cui vi dirò tra poco), evidenziando quanta ricchezza di contenuto vi sia nei quaderni scolastici. Piccoli tesori da valorizzare, nel momento in cui, da una parte, ci possono rivelare, con spontaneità e freschezza, l’universo quotidiano ed immaginifico di bambine e bambini – adulti di domani - e dall’altra, anche molte informazioni sulla società di un’epoca, con i sui valori e ideali, le sue dinamiche politiche, i suoi stilemi estetici e modelli educativi, nelle voci dei genitori, degli insegnanti e degli attori statali.
Ed un bellissimo ed approfondito libro, dal titolo Come Impariamo a Imparare. Quaderni di scuola 1773 – 1990, edito dalla casa editrice di Milano Shibbolet - compendio di un complesso lavoro di studio d'archivio durato tre anni in collaborazione tra Shibbolet, l’Associazione Quaderni Aperti, che ha fondato il Museo dei Quaderni di scuola e CIRCI, Centro Internazionale di Ricerca della Cultura dell'Infanzia di Reggio Emilia - è stato dedicato proprio al quaderno di scuola, come fonte di informazioni sulle storie dell’educazione, dell’editoria e del design.
La bella notizia è che il volume sarà presentato in anteprima a Bolzano, presso il Bar Luce sulle Passeggiate del Talvera, giovedì 5 giugno 2025 alle 19.00 (in caso di pioggia presso l'ex Libreria Cappelli). L'evento è parte della rassegna BELLA CARTA e si inserisce nel ricco programma di celebrazioni del secondo anniversario della Nuova Libreria Cappelli. La presentazione del libro - per la cui realizzazione sono stati studiati 74 quaderni provenienti da 20 paesi e risalenti a 3 secoli differenti tra i 2500 esempi conservati presso il Museo dei Quaderni di Scuola di Milano - prevede una conversazione informale introdotta da Anna Quinz di franzLAB, con quattro personalità di rilievo, che hanno partecipato alla realizzazione del volume.


Nel dehor del Bar Luce, sotto le palme, parleranno del libro, scandagliando vari punti di vista: Thomas Pololi che ha messo ha disposizione i quaderni del suo archivio, ha fondato il Museo dei Quaderni di Scuola di Milano e coordina inoltre i progetti dell'associazione di promozione sociale Quaderni Aperti.
James M. Bradburne, direttore di CIRCI, che ha commissionato il libro. CIRCI sostiene attività di studio e ricerca legate alla propria collezione di più di 8000 volumi a tema infanzia con un focus sui contesti sovietico e mitteleuropeo. James M. Bradburne è stato direttore del Museo delle Scienze di Amsterdam, del Museo di Arti Applicate di Francoforte, di Palazzo Strozzi a Firenze e della Biblioteca Nazionale Braidense e la Pinacoteca di Brera a Milano.
Chiara Cortellini, che ha ideato la grafica del volume. Chiara, originaria della Val di Sole, è fotografa e grafica, nella sua carriera ha instaurato collaborazioni con diverse realtà del territorio altoatesino tra cui il giornale di strada Zebra, la casa editrice Rorhof e Casa Basaglia, dove ha tenuto laboratori d'arte per persone con malattie psichiche.
Allegra Baggio Corradi, originaria di Bolzano, editor del libro, che, tramite il progetto cooperativo Shibboleth, opera nel campo dell'editoria sociale a Milano. Nella sua attività, tra didattica ed editoria, elabora strategie socio-pragmatiche per lo sviluppo del linguaggio all'interno di comunità con complessità comunicative riconducibili a cause cognitive o politico-economiche.
In attesa dell'incontro, vi proponiamo un assaggio di ciò che ascolterete il 5 giugno in un’intervista a quattro voci con Thomas Pololi, James M. Bradburne, Chiara Cortellini e Allegra Baggio Corradi.

Thomas, Il Museo dei Quaderni di Scuola di Milano è una realtà unica al mondo, quali sono gli obiettivi principali delle sue iniziative - tra cui anche la pubblicazione del libro in collaborazione con CIRCI?
Il museo e l'associazione che lo anima, Quaderni Aperti, nasce con l'obiettivo principale di salvare e valorizzare le testimonianze di infanzia e adolescenza conservate all'interno dei quaderni di scuola. I temi scolastici e le cronache scritti da bambini e ragazzi sono piccole storie che a nostro avviso però costituiscono una delle principali fonti per capire come vivevano, cosa pensavano, chi sarebbero diventate queste persone. Raccogliamo quaderni, ma anche diari e lettere, di diverse epoche e provenienze e per poter raccontare la voce universale dei bambini, senza confini geografici e temporali, perché pensiamo che questa voce sia uno dei patrimoni più importanti che l'umanità ha a disposizione per capire non solo l'infanzia, ma soprattutto sé stessa.
I quaderni, però, sono una fonte storica e culturale ricchissima e sfaccettata, non solo per le testimonianze che racchiudono ma per tutto quello che raccontano anche come oggetto educativo: il progetto con CIRCI nasce proprio con l'obiettivo di esplorare questo potenziale, e per mostrare in un certo senso l'altra faccia del quaderno, ossia il modo in cui gli adulti e la società hanno plasmato l'istituzione scolastica per modellare gli uomini e le donne di domani secondo valori e ideologie che non sono connaturati nel bambino ma arrivano dal mondo che lo circonda.


La collaborazione è iniziata da un contatto spontaneo da parte di Thomas verso CIRCI quando il Centro era ancora ospite negli spazi della Biblioteca Nazionale Braidense. Sono andata a visitare il suo Archivio a Milano e si è subito concretizzata l'idea di un progetto che potesse trasformare i quaderni in un libro, una mostra e un modulo didattico. L'idea iniziale era quella di legare la ricerca ad un altro libro che James aveva pubblicato in precedenza Mai più guerra che raccoglieva disegni realizzati da bambini di tutto il mondo di conflitti armati di cui erano stati diretti testimoni. Da qui l'idea di studiare il quaderno di scuola per capire il ruolo della propaganda nell'istruzione scolastica. Addentrandoci nello studio e su consiglio di James, abbiamo deciso di spostare l'attenzione dal concetto di propaganda a quello di apprendimento sulla base dei contenuti dei quaderni stessi per portare alla luce quali fossero le continuità tra i secoli e i paesi.
Da qui il titolo Come impariamo a imparare. Il lavoro di studio, selezione e editing è durato tre anni e si è concentrato soprattutto su aspetti di cultura materiale da cui emerge il ruolo del quaderno nelle storie della pedagogia, dell'editoria e del design grafico. Ora che il libro è disponibile speriamo di poterlo diffondere nelle scuole, negli archivi, nelle biblioteche e di trasformarlo in un modulo didattico da affiancare ad una piccola mostra itinerante.
Chiara, qual'è stata la sfida principale nell'affrontare la grafica di un libro come questo, che raccoglie di per sé un materiale così variegato dal punto di vista delle suggestioni visive e immaginifiche?
La sfida più grande è stata proprio quella di andare alla ricerca di un linguaggio che potesse lasciar emergere ciò che già c'era, senza lasciarsi travolgere. La tecnica risultata più utile è stata quella di concentrarsi sul dettaglio: interrogare ogni quaderno singolarmente per trattenerne qualcosa di minuscolo, quasi invisibile, oppure viceversa, decontestualizzare dal proprio insieme di appartenenza degli elementi molto evidenti, per avvicinarli alla funzione di simbolo. L'accostamento dei due font scelti, tra i quali è immediatamente visibile il netto contrasto, assieme all'impostazione della tipografia ricorrente ed essenziale, hanno permesso inoltre di dare al volume un certo ordine visivo, così da accompagnare l'occhio, attraverso tutta la sezione dedicata alle immagini.



James, quale valore ha per lei l'esperienza di lettura e la pratica di archiviazione dei quaderni dei bambini di epoche e culture differenti?
Cosa c'è di più innocente di un quaderno di scuola? Sembra una cosa minima, che non vale la pena di prendere in considerazione. Stampato su carta scadente, pieno di scarabocchi e appunti, non vale la pena di conservarlo se non per motivi personali e sentimentali. Solo la copertina potrebbe essere interessante, con le sue illustrazioni grafiche dai colori vivaci. Chi potrebbe trovare qualcos'altro di interessante in vecchi quaderni scolastici usati?
Al contrario, questo umile oggetto è una delle chiavi per comprendere l'ontologia, l'epistemologia e la storia della pedagogia, della teoria del linguaggio e della semiotica. Il quaderno scolastico è una finestra sulla storia dell'educazione e delle pratiche educative. A differenza dei manoscritti, dei libri di testo o dei libri stampati, il quaderno è spesso molto più ricco, in quanto ci permette di conoscere l'editore, l'insegnante e soprattutto l'allievo.
Ogni quaderno scolastico è un tesoro, una Stele di Rosetta che aspetta di essere decodificata.