Libri e ciliegie
Intervista alla curatrice di arte contemporanea Cecilia Canziani, co-fondatrice con Agnese Canziani, Angelika Burtscher e Daniele Lupo del progetto editoriale di libri d’artista per bambini “les cerises”

Antonio Rovaldi, New York City Babe, 2017, © Lupo Burtscher
Una collana di libri per bambini, senza parole, che si snocciolano uno dopo l’altro, come ciliegie. Frutti giocosi da assaporare (sfogliare e scompaginare) diversamente saporiti e succosi: uno diverso dall’altro (come le ciliegie) per forma, colore, materiali, dimensione, texture, tratto espressivo. Mondi immaginari fatti di storie da inventare e segni da seguire ed interpretare con la fantasia e con le mani, pagina dopo pagina, realizzati da artisti internazionali. Questo e molto altro è il progetto editoriale les cerises, di cui ci racconta una delle sue fondatrici Cecilia Canziani.
Cecilia Canziani è una curatrice indipendente, storica dell’arte contemporanea e docente presso l’Accademia di Belle Arti de l’Aquila. Da qualche anno ho co-fondato a Roma con Ilaria Gianni il centro di ricerca sull’arte contemporanea IUNO.


La prima idea è nata nel corso di una conversazione con mia sorella Agnese, che lavora a Parigi e si occupa di architettura. Agnese aveva notato, condividendo con me il suo pensiero, quanto fosse florida la produzione di libri per l’infanzia in Francia, in particolare di silent books, mentre, pensando a un dato storico, se in Italia erano stati realizzati dei libri stupendi negli anni Sessanta e Settanta – come i libri di Mari e Munari – sembrava invece aver prevalso da noi la pubblicazione e distribuzione di libri per bambini tradotti e curati altrove.
L’idea è nata quindi un po' così: dal desiderio di riattivare qualcosa che era già nel nostro patrimonio culturale e che si era smarrito in parte, con l’aggiunta di uno sguardo particolare, mirato all’arte contemporanea ed al coinvolgimento diretto degli artisti: una realtà ancora poco indagata, a nostro avviso, rispetto al mondo dell’illustrazione per l’infanzia. Ci sembrava inoltre che il processo di sensibilizzazione ed avvicinamento dei più piccoli all’arte contemporanea potesse essere facilitato dalla fruizione dei libri d’artista partendo da casa, prima ancora che nei musei.
Abbiamo condiviso quindi la nostra idea con gli amici Angelika Burtscher e Daniele Lupo di lungomare e così siamo diventati quattro. Ci siamo avventurati in questo progetto editoriale in maniera spontanea e di slancio, dedicandoci al suo sviluppo nei ritagli di tempo ed occupandoci ognuno di specifici aspetti, ma sempre in dialogo tra noi, istituendo un ponte tra Bolzano, Parigi e Roma. Ci piaceva anche l’idea di dare vita ad un progetto con un proprio tempo, fondando una casa editrice che non dovesse sfornare libri a rotta di collo, per rivolgere invece un’attenzione più meditata e quasi artigianale a ciascun libro.


Infatti ogni libro è diverso dall’altro, per grafica, dimensioni, rilegatura...
Proprio così. Abbiamo iniziato a lavorare con un illustratore molto giovane nel 2015, Emanuele Olivieri, perché ci interessava anche l’idea di sostenere la creatività di chi approcciava per la prima volta un libro d’illustrazione; poi ci siamo resi conto che non avevamo specifiche expertise nel mondo dell’illustrazione ed abbiamo pensato di concentrarci invece sugli artisti. Per il secondo libro abbiamo coinvolto Chiara Camoni nel 2016 e da lì è partita l’idea di pubblicare libri che fossero ogni volta diversi l’uno dall’altro, con l’idea che l’oggetto-libro dovesse corrispondere alla forma immaginata ma soprattutto al linguaggio proprio dell’artista: come se ogni libro traducesse in concreto e in un altro medium, la pratica e la poetica di ciascun artista.
Per esempio per il libro di Chiara Camoni, che ha immaginato un telefono senza fili tra animali diversi tra loro, disegnati a china, abbiamo cercato di dare matericità al libro, con delle pagine doppiate e con una carta molto materica, perché la matrice del lavoro di Chiara è principalmente la scultura. Il suo libro si può anche aprire completamente con una spirale, facendolo diventare “altro”. Tra gli ultimi libri pubblicati c’è anche Down Dog (2024) di Marta Roberti. Ha il formato ad album con una carta leggera, ripiegata secondo una particolare modalità usata effettivamente da Marta per i suoi disegni monumentali, che poi però vengono arrotolati e ripiegati, facendosi piccini.
Un altro aspetto che abbiamo concordato fin da subito è che non volevamo chiedere agli artisti di rinunciare al proprio linguaggio per andare incontro a ciò che crediamo o immaginiamo i bambini vogliano trovare in un libro. Piuttosto chiediamo agli artisti di declinare il proprio lavoro pensando semplicemente di includere tra i loro pubblici i più piccoli, da 0 a 15 anni. I nostri libri rappresentano quindi in pieno la poetica degli artista per forma e contenuto: all’interno troviamo il loro universo creativo, così come nei musei e nelle gallerie. Questo aspetto ci sembrava importante perché crediamo che i bambini sappiano cogliere ed interpretare le immagini con maggiore attenzione che gli adulti. Anzi spesso è proprio la nostra reticenza nell’avvicinarli all’arte contemporanea, che fa sì che questa disattenzione si sclerotizzi. Forse, di fatto, solo il titolo dei libri è un elemento volutamente più giocoso, che funge da richiamo per i più piccoli.

Il nome “les cerises” come lo avete scelto?
Il progetto è nato in Francia, è da lì è venuta la scelta del francese; un po' anche perché la parola les cerises è simile nel suono a les soeurs, le sorelle del nucleo iniziale. Abbiamo pensato poi al fatto che una ciliegia tira l’altra, così come noi che da due siamo diventati quattro; così come un progetto e un libro tira l’altro. A questo proposito, oggi si è aggiunta una “nuova ciliegia”, perché nel gruppo è entrata anche Francesca Campli, che prima si è occupata della distribuzione dei libri e che in futuro, oltre a questo, seguirà anche parte del lavoro direzionale, nella gestione e cura delle edizioni. Il suo percorso professionale è nella didattica attraverso l’arte: un altro aspetto che per noi è molto importante coltivare.
I libri sono stampati in Italia?
Assolutamente sì. Un altro elemento che ci contraddistingue è che lavoriamo in una filiera tutta italiana. Stampiamo quindi in Italia, perché ci sembra importante valorizzare le eccellenze del nostro territorio. I libri sono a tiratura limitata e anche nel prezzo cerchiamo di tenerli in linea con quanto una famiglia possa spendere in un libro per bambini. C’è quindi anche l’idea di realizzare un oggetto un po' prezioso in un certo numero di esemplari così che, idealmente, una volta diventati grandi, i nostri lettori possano scoprire di avere in casa un libro speciale, che li ha accompagnati nei loro giochi e fantasie.



Quali sono gli ultimi progetti di les cerises? Recentemente avete realizzato anche un gioco…
Sì, perché ogni tanto ci piace uscire dalla forma libro. L’ultimo progetto è un memory che abbiamo realizzato con la pittrice Martina Steckholzer. Martina nella sua opera dipinge spesso animali, che vengono dalla sua osservazione nei musei di quadri di diverse epoche, per esempio di dipinti medioevali o del Quattro-Cinquecento, dove gli animali compaiono spesso sullo sfondo. Martina attinge alla pittura classica o moderna, isolando tali figure secondarie dal resto, facendole diventare il soggetto del quadro. Per il nostro gioco ha pensato invece di entrare al Naturhistorisches Museum di Vienna, invece che in un museo d’arte e ha iniziato a dipingere con schizzi rapidi ad acquarello gli animali tassideremizzati o rappresentati nelle sale e teche, sviluppando un diverso sottotraccia del suo lavoro.
Martina ha voluto dipingere questi animali due volte, in due momenti diversi: ci sono quindi delle piccole differenze tra le coppie di immagini del memory, cosa che rende un po' più difficile il gioco nell’abbinare le tessere. Gli animali dipinti sono a rischio di estinzione e questo ci sembrava anche un modo carino per rivolgere l’attenzione ad esseri che oggi ci sono ma che, se non stiamo attenti, domani non ci saranno più. Le carte dipinte da Martina sono conservate in una scatolina serigrafata. Non c’è testo se non una piccola leggenda degli animali con il loro nome in tedesco e latino e le istruzioni del gioco.


Ho visto che anche il libro realizzato con Ingrid Hora ha un formato particolare…
Sì anche in quel caso abbiamo scompaginato il formato-libro. Il libro realizzato con Ingrid Hora nel 2019, dal titolo Con la testa con i piedi è in formato scomponibile. Lo si può aprire e usare per giocare, per creare dei fortini, dei percorsi ed azioni. Ingrid è un’artista che usa spesso la performance e la collaborazione nella sua ricerca artistica. Proprio adesso stiamo lavorando ad un secondo progetto con lei, perché ci sembra bello, a volte, lavorare con le stesse persone per sviluppare nuovi progetti. Il libro in lavorazione con Ingrid nasce da una serie di spunti sviluppati in dei laboratori per bambini sull’idea poetica di acchiappare le nuvole e la pioggia. Anche in tal caso, libro e gioco saranno due aspetti che si intrecceranno tra loro.
Come scegliete gli artisti da coinvolgere?
Sono artisti con cui abbiamo lavorato e con cui abbiamo una certa consuetudine. La difficoltà è capire chi possa essere a proprio agio a interagire con una forma libro dalla tipologia particolare, indirizzata in prima battuta ai bambini e poi, in seconda, a un’ampia fascia d’eta, diciamo dai 0 ai 99 anni. Poi è importante che l’artista abbia un’attitudine alla collaborazione e al dialogo, perché non pubblichiamo libri d’artista di per sé, già bell’e fatti, ma libri che nascano da un confronto continuo tra noi: dei prodotti appetibili da portare in libreria e che rispondano a più ragionamenti che ci interessano. Poi cerchiamo di diversificare il medium e il nostro catalogo. Abbiamo quindi lavorato con un illustratore, una scultrice, un fotografo, artisti che sperimentano tecniche e linguaggi diversi ecc.


All’interno del team di lavoro cosa ha portato ognuno di voi?
Direi il proprio sguardo. Oltre alle proprie competenze e professionalità, naturalmente. Per esempio Angelika e Daniele, nel loro lavoro, non guardano solo alla grafica e al design ma anche alla comunità e allo spazio pubblico e questo è sicuramente un tema che entra in misura sempre maggiore nelle scelte che facciamo. Anzi vorremo interrogarci sempre di più su come l’arte reagisca ai fatti storici e incida sul presente. E lo stesso vale per il percorso di Agnese da architetto, nel momento in cui il progettare per abitare significa occuparsi di qualcosa che si indirizza al quotidiano, ma che ci proietta anche nel domani.
Penso che tutti questi sguardi abbiano contribuito all’originalità di les cerises e al piccolo posto speciale che ha per i nostri librai, che ci distribuiscono, con cui ci confrontiamo e che abbiamo scelto uno ad uno, ma anche nell’immaginazione e creatività dei nostri autori e soprattutto dei nostri lettori, più o meno grandi, più o meno piccoli.