Walking Mountains
al Museo Montagna di Torino, un viaggio tra arte, natura e cammino per ripensare il nostro legame con la montagna

© Maria Chiara Piglione
Camminare è un gesto semplice, primordiale, ma è anche un atto poetico, un linguaggio universale capace di raccontare storie di incontri e di resistenza. È un movimento che ci riconnette alla terra, che intreccia il nostro respiro con quello delle montagne, che ci invita a un dialogo profondo con ciò che ci circonda. È all’interno di questo contesto che negli spazi del Museo Nazionale della Montagna di Torino si colloca la nuova mostra Walking Mountains: un percorso, una riflessione che attraversa territori fisici, mentali e simbolici, un’esplorazione lenta e consapevole che celebra il cammino come pratica culturale, politica e spirituale.
In occasione del 150° anniversario del Museo, la mostra curata da Andrea Lerda si inserisce nel solco del Programma Sostenibilità, attivo dal 2018, e porta al centro il gesto del camminare come forma d’arte. Ventiquattro artisti e artiste, tra cui figure storiche come Hamish Fulton, Richard Long e Joseph Beuys, dialogano con la montagna e con il tema del movimento, intrecciando racconti personali e riflessioni collettive. Qui il cammino diventa molto più di un gesto fisico: si trasforma in strumento di riconnessione, atto sovversivo, e opportunità per ripensare il nostro rapporto con la natura e con il tempo.


Hamish Fulton, padre della Walking Art, porta in mostra la sua visione dell’arte come atto di resistenza e consapevolezza. Per Fulton, il camminare è l’unico modo autentico per fare esperienza della natura e un atto di difesa dei suoi diritti. Richard Long, con le sue tracce lasciate nel paesaggio, e Joseph Beuys, con la sua visione radicale di arte come processo di guarigione, accompagnano il pubblico in una riflessione che va oltre il presente, aprendosi a nuovi immaginari.
Ma Walking Mountains non si ferma alla dimensione espositiva. Fino al 29 giugno 2025, la mostra sarà affiancata da una serie di appuntamenti collaterali che estendono l’esperienza del cammino al di fuori delle sale del Museo. Performance e incontri artistici coinvolgeranno il pubblico, invitandolo a partecipare attivamente a una riflessione condivisa sul tema del cammino.

La marcia dei ghiacciai, a cura di Sibylle Duboc, sarà uno degli eventi più significativi. Il 5 aprile 2025, i partecipanti saranno guidati in una camminata che unisce parole, letture e creazioni artistiche. Il tema della scomparsa dei ghiacciai diventa qui un agente di partecipazione sociale: la camminata non è solo un’esperienza, ma un atto simbolico, un rituale collettivo che invita a riflettere sull’urgenza della crisi climatica. Al termine del percorso, le impressioni e i pensieri raccolti daranno vita a stampe smaltate che fungeranno sia da cenotafio per i ghiacci scomparsi sia da testimonianza di una nuova immaginazione possibile.
Un altro appuntamento da non perdere è Il viaggio dei sottili, che si terrà il 10 maggio 2025. Claudia Losi trasforma il tramonto in un momento di magia, portando il pubblico in un viaggio performativo fatto di ombre, racconti e canti. Questo progetto, nato dalle suggestioni raccolte durante la sua residenza ai piedi del Monviso, esplora il concetto di deriva e partecipazione, immaginando un pensiero biocentrico che superi l’antropocentrismo.
Il 28 giugno 2025, Bepi Ghiotti presenterà YTBT, un’opera che amplifica il suono dei passi di un uomo, trasformando il cammino in una composizione sonora. In questo lavoro, il movimento quotidiano diventa un atto di resistenza poetica e politica, invitando il pubblico a rallentare, ad ascoltare e a riscoprire la presenza del corpo nello spazio urbano. È un invito a prestare attenzione a ciò che normalmente passa inosservato, a riconnettersi con il mondo attraverso il suono e la percezione.
La mostra si estende anche oltre i confini del Museo. A Ostana, presso il centro Lou Pourtou, un nucleo di opere si inserisce in un contesto alpino unico, creando un dialogo tra arte contemporanea e paesaggio montano. La collaborazione con l’associazione Viso a Viso ha dato vita a un programma educativo che coinvolge scuole, famiglie e comunità locali, rafforzando il legame tra le opere esposte e il territorio.

Daniela Berta, direttrice del Museo Nazionale della Montagna, sottolinea come questa mostra sia un omaggio ai fondatori del Club Alpino Italiano, che 150 anni fa hanno immaginato un luogo per celebrare e studiare la montagna. Ma Walking Mountains è anche un invito a guardare al futuro, a esplorare nuovi modi di abitare il mondo, di creare legami e di affrontare le sfide ambientali e sociali che ci attendono.
“L’Italia è un paese rinomato in tutto il mondo per i suoi grandi alpinisti” spiega l’artista Hamish Fulton. “Per me è un privilegio unico poter esporre alcune delle mie opere nella mostra collettiva curata da Andrea Lerda al Museo Nazionale della Montagna. La terrazza del Museo ci offre una vista panoramica mozzafiato delle Alpi. In quanto 'walking artist' e non alpinista, mi stupisce il fatto che non esista ancora un movimento per l'arte contemporanea dedicato alla montagna. Forse, la mostra di Lerda attirerà almeno l’attenzione su tre temi che attualmente sfuggono all’attenzione degli storici dell’arte: natura, cammino e montagna”.

In un tempo in cui tutto sembra correre veloce, questa mostra ci invita a fermarci, a camminare, a sentire il ritmo del nostro corpo e quello della terra. Ogni passo diventa un atto di amore e di attenzione, un modo per ritrovare il senso profondo del nostro essere al mondo. Walking Mountains non è solo un’esposizione, ma un viaggio, una meditazione collettiva che lascia tracce nei cuori e nei paesaggi che attraversa.
