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March 9, 2023

L’artista ucraina Maria Prjmachenko
a Palazzo delle Albere a Trento

Stefania Santoni

A un anno dall’invasione della Russia all’Ucraina, il Mart ha portato a Trento 54 opere, arrivate dal Museo nazionale Taras Shevchenko di Kiev, di Maria Prymachenko, Icona dell’arte naif, artista simbolo della cultura ucraina,  artista UNESCO nel 2009.04 Maria Prymachenko, Oh, sulla montagna mietono i mietitori, 1965, Museo nazionale Taras Shevchenko di Kiev

Esponente della pittura naif, erede di una tradizione folcloristica secolare che affonda le proprie radici nell’arte paleolitica, Maria Prymachenko (1909-1997) ispirò grandi artisti come Picasso, Matisse e Chagall. Con il suo stile riconoscibile, vivace, immediato è stata amata da diverse generazioni che, a partire dalla prima metà del novecento, hanno contribuito a costruirne il mito.

Nella sua lunga vita Maria Prymachenko è instancabile: ricama, disegna, dipinge, realizza grafiche, decora ceramiche; si stima che nel corso della sua carriera abbia realizzato circa 5mila opere. La sua arte mescola cultura popolare e arte moderna, ri-significa l’iconografia della tradizione ucraina, racconta esperienze personali e sogni. Con animali fantastici, flora lussureggiante, simboli ancestrali Prymachenko ridefinisce gli immaginari popolari e li rende universali.09 Maria Prymachenko, Un toro tra i fiori fuma una pipa e pensa a come andare al pascolo nell'avena senza essere beccato, 1983, Museo nazionale Taras Shevchenko

Il lavoro di Prymachenko pare arrivare dalla preistoria, attinge ai miti pagani, alle storie cristiano-ortodosse e popolari dell’Eurasia, amalgama la mitologia slava e le leggende russe, si ispira alle grandi pitture murali della tradizione ucraina e all’arte decorativa. Nella sua opera, la pittrice sintetizza la storia culturale e artistica di un grande paese oggi distrutto dalla guerra. Una storia – spiega Julya Shilenko, curatrice del Museo Nazionale Taras Shevchenko di Kiev – che rivive negli animali raffigurati nei tradizionali dolci al miele, nei mondi cantati nelle ninne nanne delle mamme, nei decori dei tessuti e dei tappeti, nei ricami e negli arredi: «Le opere di Prymachenko testimoniano l’eredità di una grande e varia scuola di arte popolare, la cultura secolare del popolo ucraino. È come un fascio di pensieri e sentimenti tratti dalle fiabe, dalle leggende e dalla vita stessa». Un insieme di elementi che mescolano «realtà, intuizione, fantasia e subconscio. Quando la “casa della strega” si apre, il suo favoloso, immaginifico, a volte persino bizzarro immaginario esce nel mondo».

Tra ricchissimi dettagli e colori accesi, non c’è spazio per le superfici vuote, il movimento ornamentale è costante, immutabile, calmo e senza fine. Le pitture hanno ritmo, nell’assenza di spigoli risultano magnetiche, quasi ipnotiche. Soggetti familiari (animali, fiori, elementi naturali) sembrano ammiccare ma, nel contempo, creano dissonanze. Si tratta di regni misteriosi, luoghi magici popolati da forme irreali.06 Maria Prymachenko, Gli ucraini ballano e arano il grano, 1986, Museo nazionale Taras Shevchenko di Kiev

Scrive la curatrice Julya Shilenko nel testo del catalogo a proposito dell’artista: “ha creato fiori-riflessioni e fiori-dediche: Persone che arano il grano e amano la Patria, giovani madri che hanno partorito un figlio o una figlia, Fiori sull’albero di Natale, Lesya Ukrainka, In onore del volo degli astronauti e In onore della nascita della pronipote. Fiori fantastici personalizzati (per esempio, “fiori-occhi”) e quelli che si possono facilmente indovinare: il girasole, il lillà, il malvone. Le composizioni floreali sono decorative e monumentali, sembrano delle pitture murali. Hanno una struttura ritmica unica, che viene mantenuta soltanto in quel colore, in quella dimensione. Composizioni di fiori-uccelli ritmicamente perfette: I vesnyanki-rogovicki sono uccelli buffi, Il gabbiano è volato sul campo, Le pernici danzano e arano il grano, Kochubarki su papaveri. Prymachenko aveva un senso impeccabile del ritmo; le sue forme erano sempre ben coordinate. E allo stesso tempo, non sono statiche, anzi alcune sono particolarmente vive: le piante, anche i petali dei fiori, sono presentate in comunicazione tra loro. Tutti gli elementi formano una sorta di insieme di forme e ritmi propri”.02 Maria Prymachenko, Fiori dellÔÇÖuniverso(patlashki) in un vaso, 1964, Museo nazionale Taras Shevchenko di Kiev

La mostra sarà visitabile fino al 4 giugno a Palazzo delle Albere a Trento. Per informazioni vi consigliamo di visitare il sito del Mart.

Foto credits: (1) Tutti I leoni amano la bellezza della leonessa, 1991, (2) Oh, sulla montagna mietono i mietitori, 1965 (3) Gli ucraini ballano e arano il grano, 1986 (4) Fiori dell’universo (patlashki) in un vaso, 1964, Maria Prymachenko, tutte opere provenienti dal Museo nazionale Taras Shevchenko di Kiev.

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