Culture + Arts > Visual Arts
January 4, 2022
“Depero New Depero” al Mart: un abbraccio avvolgente, dinamico e colorato
Francesca Fattinger
L’arte dell’avvenire sarà potentemente pubblicitaria.
Fortunato Depero, Manifesto dell’arte pubblicitaria, 1932
Una mostra avvolgente, una mostra giocosa, una mostra che è un’esplosione di colori e di idee, una mostra che è una gioia per gli occhi che corrono, si rincorrono da una linea all’altra dei lavori di Fortunato Depero, che saltano e ballano e si intrecciano sulle superfici di legno, stoffa e carta e rimbalzano fino a volare e incastrarsi nei meravigliosi lucernai colorati del soffitto.
La mostra “Depero New Depero” ospitata nelle sale del Mart di Rovereto è a cura di Nicoletta Boschiero, responsabile della Casa d’Arte Futurista Depero: anche qui è stata allestita una mostra parallela e intrecciata alla prima, un’esposizione nel solco della tradizione a cura di Maurizio Scudiero.
È una mostra particolare questa, come racconta la curatrice, perché, oltre a essere un omaggio a uno dei più grandi, poliedrici e geniali artisti del Novecento, rappresenta un’importante occasione per parlare del museo e di ciò che in questi anni ha saputo fare in termini di mostre, acquisizioni, attività d’archivio, progetti educativi, restauri e pubblicazioni di prodotti editoriali. Per questo motivo, a quasi vent’anni dalla sua inaugurazione, il Mart di Rovereto dedica a Fortunato Depero (Fondo, Val di Non, 1892 – Rovereto, 1960) una grande esposizione: sono circa 500 i lavori esposti, tra opere, disegni, mobili, oggetti, manifesti, fotografie, libri e riviste; una decina di video e film realizzati negli ultimi 20 anni; fumetti e oggetti di design, oltre ai celebri prodotti Campari. L’obiettivo principale è permettere a visitatori e visitatrici di esplorare il genio di Depero e cogliere profondamente “l’attualità delle sue sperimentazioni e le influenze delle sue ricerche negli ambiti dell’arte, della moda, del design dagli anni Settanta ad oggi”.
La sua è un’arte totale! Depero mescola continuamente le carte in gioco e abbatte ogni confine o gerarchia invadendo ogni ambito e spaziando dalla pittura alle arti applicate, dall’editoria alla pubblicità per poi cimentarsi nella scenografia e nella performance: un’arte per occhi, orecchie, corpo, sensi e, citando le parole di Vittorio Sgarbi, “un’arte che esplora l’intero universo e scopre anche universi lontani”.
L’allestimento della mostra, a cura di Baldessari e Baldessari, vuole proprio sottolineare ed esaltare il dialogo ideale tra Depero e il Mart: per questo motivo si assiste alla scelta di mettere in relazione l’artista e le sue opere con lo spazio che le accoglie in un gioco e rimando continui tra forme e colori. I colori usati sono stati ricavati direttamente dai pantoni di alcune opere deperiane: “alzate lo sguardo!”, sembra suggerirci Depero in persona, “e guardate, giocate… immaginate di correre tra i volumi geometrici del soffitto, così trasformati nelle campiture di un arazzo contemporaneo”.
Avvolto da pareti colorate e dinamiche e sotto questo soffitto multicolore il percorso della mostra si articola in 5 sezioni: Introduzione, Ricostruzioni, Effetto Depero, America, Museo, Conservazione/Educazione.
Ed è proprio appena si entra che ci viene ricordato il legame tra Depero e il museo, sì perché “senza Fortunato Depero il Mart di Rovereto non esisterebbe”. Tra il 1957 e il 1960, negli ultimi anni della sua vita, Fortunato Depero realizza la Galleria museo Depero, primo e unico museo futurista in Italia. Nel 1987 la Galleria diventa parte integrante del Mart che riserva all’artista un ruolo di primo piano nella sua programmazione espositiva, mentre è nel 2009 che la Galleria rinasce con un nuovo nome: la Casa d’Arte Futurista Depero.
Sono gli anni Ottanta anni molto importanti per il museo che, con l’acquisizione delle ricostruzioni di due scenografie di Depero andate perdute ed esposte nella mostra attuale, i Balli Plastici eLe chant du rossignol,dà il via a un vero e proprio revival dell’artista. Sono queste ricostruzioni fondamentali per documentare e studiare le sue creazioni per il teatro: marionette, scenografie e costumi vengono riproposti al pubblico grazie ad esempio allo studio attento di Enzo Cogno.
Percorrendo le sale oltre che dalle scenografie e dalle marionette si è catturati anche dalle sedie esposte: è interessante citare le riproduzioni fedeli dei bozzetti di Depero per l’allestimento del Cabaret del diavolo, un locale notturno romano arredato dall’artista nel 1922.
Due grandi mostre organizzate a Torino e a Venezia rilanciano il Futurismo negli anni Ottanta. È in seguito a queste che la popolarità di Fortunato Depero cresce e cresce così tanto da rendere il suo stile immediatamente riconoscibile. Ormai è innegabile il suo contributo a diversi ambiti della creatività, dal design al fumetto, per arrivare fino alla grafica. Molti sono gli artisti che ne propongono un’inedita rilettura, contribuendo a riabilitarne l’immagine, tra cui ad esempio Ettore Sottsass e Alessandro Mendini, protagonisti di due esposizioni al Mart, nel 2005 e nel 2011.
Negli anni Duemila il percorso prende un’altra direzione e l’opera di Depero viene raccontata soprattutto attraverso film e video, alcuni dei quali esposti in mostra: tra questi alcuni appositamente realizzati per quest’esposizione, dedicati in particolare al soggiorno newyorchese dall’artista.
Una grande vetrina raccoglie infine i documenti d’archivio, le riviste, le fotografie e i libri provenienti dall’Archivio del ‘900 del Mart: un’occasione per rappresentare l’ambito legato allo studio e alla ricerca dell’opera di Fortunato Depero.
La mostra resterà aperta fino al 13 febbraio 2022: se non l’avete ancora visitata affrettatevi, non ve ne pentirete!
Foto del MART di Rovereto: exhibition view (1,2,3,5,6,7) e Fortunato Depero, Festa della sedia, 1927, Mart, Fondo Depero (4)
Comments