Music

May 24, 2018

La versione südtirolese di “Indovina chi viene a cena?”: Quando a Bolzano i musicisti si raccontano a cena

Claudia Gelati
Prendi un venerdì sera a Bolzano: zero voglia di ascoltare il telegiornale e mangiare la solita minestra riscaldata. La soluzione? Le cene+musica, organizzate da Diego Baruffaldi al Centro Giovani BluSpace di Via Sorrento 12/A. Leggere per credere…

Nel 1967 è uscito un film con la splendida Katherine Hepburn e l’occhialuto Spencer Tracy che, oltre ad aver sbancato i botteghini —quando ancora Netflix non esisteva— e aver fatto incetta di premi, si presentava come la storia d’amore moderna per antonomasia.
Il film in questione si chiamava, e si chiama ancora in realtà, “Indovina chi viene a cena?”.
Ora, voi starete anche pensando: “ma chissene… Claudia dove vuoi arrivare?”
Eccomi! Quando sono venuta a conoscenza dell’evento di cui andrò a parlarvi fra due righe, senza nemmeno farlo apposta, la prima cosa che è affiorata nella mia mente—un vero e proprio ricettacolo di immagini, suoni, cose, persone— è stato appunto questo film cult.

Venerdì scorso il Bluspace, il centro giovani della scuola di musica Musica Blu, ha ospitato l’evento “Il nuovo è servito / A cena con Atop the Hill trio + Maddy&Davide”.
In pratica l’evento è una cena + concerto negli spazi di Via Sorrento 12/A, rivolto a tutti gli appassionati di musica. Diego Baruffaldi —che probabilmente molti di voi avranno già sentito insieme ai Polemici— gestisce lo spazio dal 2014 e, mentre le due band della serata —gli ospiti della cena, quelli per cui sfoggiamo (virtualmente) il servizio buono— fanno un po’ di sound-check, mi racconta qualche cosa.
Mi racconta ad esempio che questa non è la prima cena+concerto che organizzano, e che il tutto si inserisce in una serie di eventi organizzati dallo spazio, tra cui laboratori dove si insegna ai più piccini come costruire piccoli strumenti musicali fai-da-te e, per i bimbi ormai cresciuti, clinic e seminari con musicisti e cantautori. Sono passati per di qua anche, ad esempio, Ghemon e Anansi.  Il formato cena + concerto, nasce già alcuni anni fa proprio da un sogno: quello di Diego di invitare a cena Nicolò Fabi. Farci due chiacchiere, scambiarsi musica e storie.
(Nicolò Fabi se stai leggendo queste parole piccole, l’indirizzo che devi impostare sul navigatore è: Via Sorrento 12/A, Bolzano Bozen. Mi raccomando eh!)

Negli anni a cena da Diego, sono passati molti giovani artisti südtirolesi, ma anche alcuni volti noti della scena musicale italiana, come Erica Mou o, molto recentemente, i Perturbazione.
L’intento poi di queste serate, è anche quello di abituare il pubblico in sala ad un ascolto più attivo e consapevole, sfatando il mito del “sentiamo una band a caso mentre beviamo qualcosa a caso, al pub sotto casa a caso”. E’ lo stesso Diego a dire: “La musica ormai è dappertutto e ha anche rotto onestamente—sorride—; ma per i giovani trovare un posto dove farsi ascoltare veramente, è davvero importante.”
Anche perché, diciamocelo: stare lì a suonare, con l’amplificatore nelle orecchie, i piedi che inevitabilmente si incastrano nei cavi jack, mettiamoci pure la cassa spia che non funziona o il fonico che se la tira un po’, tra tensione e sudore; mettendo in mostra la propria passione e dedizione per la musica… e sapere con certezza che nessuno di quei giovinastri giù dal palco ti sta ascoltando… è davvero molto brutto. Ve lo posso garantire io che, un po’ di tempo fa, sul palco ci stavo anche volentieri, in compagnia della mia bella rossa: una Telecaster del ’95. Ma questa è, decisamente, un’altra storia.

Tornando a noi, vi dico che a cena ho conosciuto anche Marina Baldo, autrice del video che fa da copertina a questa manciata di parole. Video che vi prende per mano, vi porta dentro la serata,  facendovi assaggiare un po’ sia l’atmosfera casalinga dello spazio che la buona musica in gioco.
C’è un divano, un biliardino, un po’ di giochi in scatola e qualche candela: sembra proprio di stare fisicamente in una casa. La casa di un amico che ti invita a cena per fare due bagole, tra un piatto di -come si dice dalle mie parti- riso freddo e una bella dose di risate.
Una casa che però sa anche un di cabaret improvvisato e un po’ naive, con qualche tavolino e un piccolo palco con le lucine Natal-hipster che fa un po’ KEXP dei primi tempi.
Se avete letto bene tra le righe, avrete anche capito che c’è davvero un bella atmosfera, calda e accogliente e che si respira un bella energia.
Non so se è lo spazio di per sé o questa benedetta musica che ci salva sempre dagli incubi del quotidiano, ma ci si sente davvero accolti qua dentro: non importa quanti anni hai, cosa fai, da dove vieni, se sei da solo o in compagnia.

Ma insomma Claudia —direte voi—… chi suona a cena?
Protagonisti della serata il duo composto da Maddalena Ansaloni alla chitarra e Davide Mariotti alla voce. Questi due musicanti, in poco più di sei mesi hanno scritto e registrato “Pagine strappate” e venerdì scorso hanno ufficialmente debuttato come duo, presentando i brani contenuti nel disco. Disco che, come dice Davide dal palco, “non ha un prezzo, ma ha un valore”.
In un periodo storico in cui si comprano sempre meno dischi e in cui i più furboni -dopo aver gabbato il sistema per mesi- inveiscono brutalmente contro le misure e i costi di Spotify, trovare due giovani musicisti che parlano così e chiedono direttamente al loro pubblico di valutare questo primo disco, lasciando un’offerta che ritengono opportuna … beh, lasciatemelo dire, è davvero bello.
I loro brani sono le storie raccontate da Davide, che si aggrappano agli arpeggi ricamati da Maddalena; sono i pensieri di due giovani artisti che hanno voglia di mettere parole e musica in circolo, di mettersi in gioco, di farsi ascoltare. E sono proprio loro che in un brano, cantano “scriviamo storie con accordi e penne Pilot”.
Certo le storie di Davide sono un po’ malinconiche e, scavando, si legge una nota di tristezza; fattore che però è sicuramente inversamente proporzionale al loro entusiasmo.
Davide racconta che è stata proprio Maddalena un giorno a dire: “Ma scriviamo anche qualcosa di allegro qualche volta?!”. E certo, perché no? Eppure Davide cita l’eterno Luigi Tenco che, a una domanda forse simile, rispose: “scrivo canzoni tristi, perché quando sono felice esco.”

Gli altri protagonisti della serata sono gli Atop the Hill, che calcano i palchi regionali —ma non solo— dal 2013. Giusto per citarne due, hanno suonato all’Etschside Open Air Festival di Naturno e, nel 2016, quello di Rock im Ring a Collalbo.
Venerdì sera, però, c’era qualcosa di diverso: una formazione semi-acustica e ridotta per l’occasione, con Daniel Ruocco alla voce, Luca Pallaver alla chitarra (secondo me, anche un po’ bluesy) e la tastiera di Ilaria Canu, ultimo acquisto —e quota rosa— della band bolzanina. La formazione originale prevede però anche Marco Martini al basso e Filippo Zanforlin alla batteria, solo momentaneamente esonerati.
Hanno una valigia carica di referenze un po’ d’oltremanica e un po’ a stelle e strisce. Qualche esempio? Franz Ferdinand, Cage the Elephant, The Strokes, Interpol, Artic Monkeys, The Wombats e via discorrendo… La scaletta è un’alternanza di cover eterogenee —da Coez a Portugal. The Man— e pezzi inediti. Pezzi inediti, contenuti nell’EP “Not a Care in the World”, uscito a Maggio 2017 e anticipato ad Aprile dal primo video ufficiale del singolo Shake the Pride.
Ep che —come ci fa capire lo stesso Daniel Ruocco dal palco— contiene “solo” quattro brani, perché, oggigiorno scrivere un brano non è solo una spesa di tempo e fatica, ma anche di veri e propri soldini. Quoto: “ Il nostro album contiene solo 4 pezzi perché nelle altre band spesso c’è qualcuno che ha i soldoni. Da noi no, non è così.” E ride.
Un Daniel Ruocco che, in maglia a righe bianche e nere, sembra un capitano un po’ malinconico, che guida i suoi capaci compagni di gruppo, nota dopo nota, aneddoto dopo aneddoto, risata dopo risata.
Tornando a parlare di economia dom…musicale, possiamo constatare che sono ben lontani i tempi in cui si registrava tutto in presa diretta, stretti in studi fumosi e ci si innamorava il tempo di un solo; malinconici e con pochi dollari in tasca a fine giornata. Me li immagino così i miei idoli degli anni ’40, quando posiziono la puntina del giradischi sul solco giusto e mi metto in ascolto.
Ma gli amici Atop the Hill non si sono certo persi d’animo, pensando al costo effettivo dell’attuale music-system. Anzi, tutt’altro: hanno presso parte e pure vinto la seconda edizione della Rocknet Academy, avendo dunque la possibilità di registrare il brano “The Way She Moves” e il relativo videoclip senza spesa alcuna da parte loro.
E’ Filippo Zanforlin —batterista della band— che, a cena, parlando della scena musicale südtirolese, mi racconta anche di questa grande opportunità.
Scena musicale che si dimostra particolarmente attiva e che prolifera di band dai generi più disparati: dal folk al metal, passando per rap e compagnia, c’è davvero qualcosa per tutte le orecchie. Sempre Filippo sostiene che, come musicista, si sente fortunato, perché sia la provincia di Bolzano che gli enti che le ruotano attorno, continuano a dimostrarsi attenti e ricettivi in ambito culturale, offrendo innumerevoli opportunità per i giovani artisti che hanno voglia comunicare, anche attraverso progetti inediti.
Altri esempi che Filippo cita sono Uploadsounds —a cui hanno partecipato anche gli stessi Atop the Hill— che continua ad essere un istituzione musicale in Trentino/Südtirol/Tirolo; ma anche la moltitudine di festival presenti in regione, che funzionano un po’ da cassa di risonanza della musica targata Südtirol.
E come può concludersi una serata così, se non con Maddalena —basso alla mano— e Davide che raggiungono gli Atop the Hill sul palchetto per cantare “Amore povero” di Dutch Nazari, e un Diego che si precipita al cajón?

Che dire allora, in coda a questa manciata di parole?
Dire che mi sono divertita molto, è forse riduttivo. E allora dico che ho ascoltato bella musica e che ho visto e sentito gente carica di passione e aspettative, con tante note e parole in testa: una cosa molto bella, in un mondo un po’ annoiato e che, a volte, parla a sproposito.
Si torna a casa, inevitabilmente, più ricchi. E con una voglia di riattaccare la spina al Fender Blues Junior, che proprio non vi dico.
L’idea dell’invitare a cena questi musicisti che a volte hanno la testa un po’ tra le nuvole, poi,  è proprio… una figata, lasciatemelo dire. Due chiacchiere ad ora di cena e in compagnia, per capirla meglio questa benedetta musica e ascoltarla per davvero. E bravo Diego, allora! Non smettere mai di pensare ad idee che sembrano irraggiungibili, ma che intanto mettono in circolo bei progetti.
Per tutti coloro che hanno già l’acquolina in bocca e le orecchie pronte, segnatevi sul calendario che il 14 Giugno si terrà sempre al BluSpace l’ultima cena musicale prima della pausa estiva. Serata tutta dedicata ai giovani cantautori e con ospite Davide Shorty. Maggiori info sulla pagina Facebook dello spazio. Buona musica e … buon appetito a tutti!

P.S. E andateli ad ascoltare live, ‘sto musicanti!

P.P.S. E comprateli ‘sto dischi, una volta tanto!

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