Farm Cultural Park: dalla Sicilia a Rosengarten
La terza e ultima ospite dei Rosengarten Brunch – domenica 13 aprile, ore 11, Condito – è Florinda Saieva, responsabile amministrativa di Farm Cultural Park a Favara, Sicilia. Qui una piccola “carta d’identità” del progetto, domenica maggiori approfondimenti, direttamente dalla voce di Florinda, con la quale dialogheremo su: turismo, creatività, creazione di comunità, imprenditoria, quartieri creativi.

Descrivi Farm Cultural Park in 5 parole.
Farm è un centro culturale dove è possibile sperimentare e incontrare tanta bella gente.
Quale la caratteristica distintiva e peculiare del progetto.
È un progetto culturale non solo per gli addetti ai lavori, alla portata di tutti e senza barriere di sorta.
Quando è nato e perché (quali motivazioni iniziali, obiettivi, propositi).
Farm nasce dal desiderio personale di vivere in Sicilia con uno spirito propositivo, ci ha mosso il desiderio di migliorare la nostra vita e quelle delle nostre figlie alle quali ci piacerebbe consegnare un posto migliore, senza aspettare che siano gli altri a farlo.
Descriveteci lo spazio fisico in cui abita Farm.
Farm Cultural Park nasce all’interno dei sette cortili, una sorta di casba siciliana, nel centro storico di Favara. Tante casette “ Cammare e dammusi” sono state ristrutturate e restituite alla comunità come project room, spazi espositivi, laboratori etc.
Qual é il vostro target, a chi vi rivolgete?
Sicuramente i giovani, ma anche creativi e appassionati di arte e di design, con il tempo abbiamo consolidato il nostro rapporto con il territorio per cui i cittadini di Favara sono diventati un pubblico diverso ma non per questo meno importante, anzi.
Qual é la vostra formula di sostenibilità economica?
Ancora non siamo in grado di sostenerci del tutto ma con il tempo abbiamo sviluppato una serie di servizi che contribuiscono a rendere sostenibili alcune spese, ma ci stiamo lavorando.
La squadra di progetto da chi è composta? Come lavorate?
Attorno a noi si è costruita una vera e propria comunità che ogni giorno mette a disposizione competenze, professionalità e tanta passione, abbiamo anche due collaboratori che ogni giorno garantiscono l’apertura degli spazi. Io mi occupo della parte amministrativa/gestionale, Andrea si occupa principalmente della parte creativa e delle relazioni con i creativi.
La cosa più bella che avete fatto e perché?
Non saprei scegliere, sicuramente l’inaugurazione è stato uno dei momenti più belli ed emozionanti, in tre mesi siamo riusciti in una impresa difficile e vedere i volti della gente incredula ma contenta è stato bellissimo.
Progetti futuri?
Stiamo lavorando a un progetto, anche questa volta, più grande di noi, un Children Museum, una struttura dove i bambini potranno giocare e divertirsi imparando.