Tre (grandi) uomini e una stagione che è (molto) meglio delle caldarroste

Quando arriva l’autunno c’è sempre una buona notizia: ricominciano le stagioni teatrali. Quella 2013/14 del Teatro Stabile di Bolzano è bella e gustosa, sopratutto grazie alla presenza di 3 pezzi da novanta del nostro teatro nazionale. Ora è il momento di abbonarsi, pronti per la propria poltrona a partire dal 7 novembre.

15.10.2013
Tre (grandi) uomini e una stagione che è (molto) meglio delle caldarroste

Oltre alle castagne, che sono il mio amore autunnale assoluto, c’è un’altra cosa che mi solleva animo e spirito in questo tragico inizio della stagione delle foglie morte, del freddo che incombe e dei giorni che si accorciano inesorabili e crudeli: andare a teatro. 

Sì, perché finché fa caldo, le foglie sono ben attaccate al loro posto e le giornate sono belle lunghe, uno sta volentieri fuori, a bersi l’aperitivo, o a farsi un giro mangiando un gelato. Ora però queste cose sappiamo che per almeno 6 mesi (se tutto va bene, che il cielo ci aiuti) dobbiamo archiviarle nei nostri languidi ricordi, che dobbiamo tirare fuori la giacca pesante e che le serate meglio passarle in luoghi caldi e coperti. Come, appunto, il teatro.
Ogni anno il ciclo si rinnova: le foglie abbandonano stanche il loro posto, il teatro riapre carico e fresco i suoi battenti. È la natura, signore e signori, e contro i suoi ritmi, nulla si può.
e così, ora sono proprio felice che tutto ricominci, che la stagione riparta, che l’agenda si riempia di appuntamenti da segnare in rosso perché proprio non si possono perdere.
Per i bolzanini come me, il compagno di avventure di ogni ciclo stagionale è il Teatro Stabile (ammetto che vado poco a vedere il teatro “auf Deutsch”, più che altro perché tra teatro, vernissage, concerti, dibattiti, non ho più sere libere, e a qualcosa devo rinunciare, per sopravvivere, ahimè…), che pure quest’anno non ci tradisce, regalandoci nonostante tagli e recessioni un cartellone che meglio di così non si può.

Programma alla mano (10 spettacoli per il cartellone La Grande Prosa + 4 per gli Altri Percorsi), devo dire che già sono impaziente per alcuni appuntamenti che non voglio proprio perdere, caschi il mondo o il tetto del teatro. Caso vuole che si tratti di 3 spettacoli diretti e interpretati da 3 dei personaggi che più mi intrigano e affascinano del teatro nostrano, 3 uomini belli (chi più chi meno) e bravi, che raramente deludono e praticamente sempre mi rimandano a casa più felice che dopo aver mangiato mezzo kg di castagne.
 
alessandro gassmann_riccardo IIIInutile dire (sono una donna, che posso farci), che lo spettacolo che attendo con più impazienza è RIII – Riccardo Terzo di William Shakespeare (dal 16 al 19 gennaio). Un po’ perché amo disperatamente da sempre il personaggio di Riccardo, gobbo, crudele, spietato eppure favoloso. Un po’ (molto) perché lo spettacolo è diretto e interpretato da Alessandro Gassmann, che oltre ad essere un gran bell’uomo, è anche e soprattutto un capacissimo regista e attore, che mai mi ha deluso nei tanti spettacoli da lui interpretati o diretti che ho avuto la fortuna di vedere. Shakespeare è un ostacolo difficile, una sfida, ma sono praticamente certa che Alessandro la vincerà.

Secondo appuntamento imperdibile è quello con ITIS Galileo di e con Marco Paolini (dal 27 febbraio al 2 marzo). Se non avete mai visto Paolini, non perdetevi Paolini. Che poi questo sulla incredibile figura di Galileo Galilei è uno dei suoi spettacoli più noti e arcinoti, nonché forse anche uno dei più belli, geniali, forti, e chi più ne ha più ne metta. L’hanno pure fatto in tv, praticamente un miracolo nel palinsesto italiano. Io l’ho registrato, ce l’ho lì da mesi, non perché non avessi voglia di vederlo, ma perché aspettavo sperando di poterlo vedere dal vivo. Olè, sono stata accontentata, e ora lo vedrò proprio qui nel teatro casa. Che desiderare di più?

fausto paravidino_c_Tommaso Le PeraInfine (ma nel mezzo molto altro, molti spettacoli, molti nomi, uomini donne, storie, personaggi..), a fine stagione, sarà il momento del buon vecchio Fausto Paravidino. Si fa per dire, naturalmente, perché Fausto è buono di certo, ma non vecchio, ma ormai nemmeno più giovanissimo talento in erba. Gli anni passano anche per lui e se prima era una promessa, ora è una certezza del teatro nostrano, uno che ti racconta le cose più normali della vita, con la sua vocetta squillante e la sua statura quasi infantile, e nel frattempo ti apre mondi di pensieri che non pensavi di aver ancora pensato. Anche questa volta Paravidino ci parlerà di “normalità” quotidiane: i vicini. Quelli che mettono la musica a tutto volume? Quelli che ti rompono per ogni respiro? Quelli che lasciano la monnezza sul giro scale? Quelli che suonano la chitarra elettrica alle 9 del sabato mattina? Vedremo, lasciamoci stupire da I vicini (8-25 maggio) di Fausto, che forse chissà, sono un po’ pure i nostri.
 
Voilà. Io questi 3 non me li perdo. E non mi perdo neppure il resto. Men che meno gli Altri Percorsi. Ma di questi altri, vi parlerò un’altra volta. Intanto, se non l’avete già fatto, abbonatevi. Un abbonamento a teatro (ma anche qualche serata a teatro sparsa qua e là) fanno star bene. Anche nel grigio autunno di foglie morte e freddo e giornate che durano un soffio. Che poi, pian piano, la primavera ritorna. E nel mezzo, una poltrona a teatro è quasi meglio di un sacchetto di castagne fumanti.

La foto di Marco Paolini è di Marco Caselli Nirmal. Quella di Alessandro Gassmann di Federico Riva e quella di Fausto Paravidino di Tommaso Le Pera.

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