Cinque domande che avrei voluto fare a Pippo Delbono (+ Quiz per vincere i biglietti del suo imperdibile spettacolo)

14.03.2013
Cinque domande che avrei voluto fare a Pippo Delbono (+ Quiz per vincere i biglietti del suo imperdibile spettacolo)

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Ci sono personaggi che sono difficili da inserire in caselle, difficili da definire, difficili da raccontare e intercettare. Uno di questi è Pippo Delbono. Genio del teatro italiano, star internazionale, attore e regista osannato, amato, idolatrato, odiato, Delbono è uno di quegli uomini (e professionisti) che non lasciano mai indifferenti, uno di quelli con cui vorresti andare a cena, solo tu, per permetterti il lusso di parlare a lungo e cercare di capire cosa succede nella sua testa, come e perché.

Il suo teatro è così forte e totale, che una chiacchierata davanti a uno spaghetto probabilmente non basterebbe per capirlo, ma il suo teatro è così pieno di lui, che magari arrivati all’ammazzacaffé, qualcosa in più lo si potrebbe anche aver capito. Una cena con Pippo Delbono però è cosa a me preclusa, come anche – ahimè – un’intervista telefonica che inseguo da qualche giorno.

Certamente parlare da lì a qui coperti dallo schermo del telefono e dalla distanza, non è come parlare guardandosi negli occhi, ma il privilegio di un discorso a quattr’occhi non è per tutti. Magari un giorno, ma oggi no. Certo però, come sarei stata curiosa di parlare con lui. Di intuire, anche solo attraverso il tono di voce, chi è davvero Pippo Delbono, uno degli “enfant terrible” del panorama culturale nazionale, che ha fatto scuola, che ha fatto scandalo, che ha fatto come pochi altri parlare di sé.

Dunque, niente cena con Delbono, niente intervista, ma di certo una poltrona sabato sera, al Teatro Comunale, quando lo spettacolo “Dopo la battaglia” sarà messo in scena all’interno della rassegna Altri Percorsi, proposta dal duo “Teatro Stabile+Arte della diversità”. Appuntamento imperdibile dell’anno teatrale in corso, appuntamento di punta, da non bucare assolutamente.

Anche se l’intervista non l’ho fatta, ecco qui le domande che avrei fatto a Pippo Delbono, chissà che un giorno non ricapiti l’occasione e che le risposte arrivino.

1. Come si posiziona lo spettacolo che vedremo a Bolzano, “Dopo la battaglia”, nella sua lunga produzione? [Delbono è “sul campo” del teatro da un sacco di anni, dagli irriverenti anni ’80 ad oggi, mai si è fermato. Questo è il suo ultimo lavoro, anch’esso – come spesso accade negli spettacoli di Delbono, dedicato “agli ultimi” e con in scena attori provenienti da situazioni sociali difficili. Una riflessione sulla rinascita da uno stato di debolezza e crisi non solo intima, ma reale e contingente. Però, consiglio di molti, non chiedere mai a Delbono della “diversità”, per lui la diversità non esiste. Ecco perché, la prendevo larga.]

2. Qual è stato, nella sua carriera, l’incontro più significativo? [Qui speravo mi parlasse di Pina Bausch, immensa coreografa tedesca, con cui ha lavorato. Incontro che ha segnato una tappa fondamentale nel suo percorso artistico]

3. Chi è per lei Bobò? [Quello con Bobò è credo altro incontro fondamentale nella carriera di Delbono. Bobò è un piccolo uomo sordomuto, analfabeta, incontrato (in occasione di una attività laboratoriale) nel manicomio di Aversa. Da lì in poi i due non si sono più lasciati e Bobò è diventato interprete ideale del teatro di Delbono. Lo vedremo anche qui, in “Dopo la battaglia”]

4. Per un “teatrante” italiano, non è scontato “sfondare” all’estero. Lei perché crede di esserci riuscito? Cos’ha il suo teatro che funziona anche oltre confine? [Si perché Delbono è una star globale, mica solo in Italia. In Francia lo adorano, che non è di certo cosa facile. I francesi sono di gusti difficili, si sa]

5. Il teatro ha avuto in passato un forte ruolo come vettore nell’emancipazione politica e sociale. Oggi vede ancora questa possibilità e potenzialità del teatro? [Insomma, in questi tempi bui e di crisi politica (e non solo), non si può non voler sapere che ne pensa uno come Delbono. La nostra cultura nazionale martoriata, i tagli, il generale silenzio attorno del mondo politico sul tema, sono cose che ci toccano tutti in prima persona. E poi, Delbono con il suo teatro ha fatto sempre riflettere su molte problematiche sociali importante, chi meglio di lui può dirci se c’è speranza, se il teatro potrà ancora smuovere le acque, far crollare qualche vecchia e stantia certezza, cambiare le teste e i modi delle persone (e magari pure dei politici)?]    

Dato che non potete perdere lo spettacolo, Franz vi regala due biglietti per sabato sera. Rispondete alla domanda qui sotto, inviando una mail a info@franzmagazine.com, vi assicurerete un “posto in prima fila” per la performance dell’anno.

 Lo spettacolo La rabbia del 1995 di Pippo Delbono è un omaggio a un celebre regista italiano. Di chi si tratta?

1.  Pier Paolo Pasolini
2. Federico Fellini
3. Mario Monicelli

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