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January 18, 2013

“Open” di Daniel Ezralow a Bolzano: ricomincia lo show della danza. O la danza dello show

Anna Quinz

Devo ammettere che appena ho saputo che a inaugurare la stagione “13″ di opera e danza della Fondazione Teatro Comunale di Bolzano sarebbe stato Daniel Ezralow, sono rimasta un po’ interdetta. Quando (sembrano) secoli fa bazzicavo a tempo (quasi) pieno nel mondo della danza, quello di Daniel Ezralow era un nome che circolava frequentemente. Era considerato un grande innovatore, i Momix erano il successo del momento, la danza respirava grazie a lui una notevole aria di novità. Parlo al passato però, perché erano gli anni ’90. Certo, di cose il “fu ragazzo prodigio” ne ha fatte molte, e anche belle. Ma tanto tempo fa. Non che poi abbia smesso di fare, ci mancherebbe (altrimenti non avrebbe un nuovo spettacolo da presentare) però lo stile di Ezralow non pare essere cambiato molto da lì a qui. Nel mezzo ci sono state cose come le coreografie per alcuni festival di Sanremo, la collaborazione con Roberto Cavalli, i video musicali per Andrea Bocelli, gli U2, Ricky Martin e il grande David Bowie. Ci sono state pure i film ai quali ha partecipato come attore, le partecipazioni in tv a trasmissioni come Amici di Maria de Filippi, la realizzazione del logo di Italia ’90 (Italia ’90!!!), le coreografie per le serate dei premi Oscar. Una carriera di tutto rispetto insomma, nomi e cose importanti e prestigiose, ma perlopiù accomunate da un elemento fondamentale, da lì a qui: lo show. Questo infatti è il grande punto di forza del lavoro coreografico di Ezralow, maestro delle trovate e dei colpi di scena, dell’uso altamente scenografico di luci, colori, tecnologie, della massa sul palcoscenico, del coup de theatre e di altre simili amenità. “The show must go on” e Daniel Ezralow sa perfettamente come si fa. Il che, per molti aspetti, è un bene. Saper riempire i teatri, entusiasmare il pubblico, fargli tenere gli occhi appiccicati al palco senza mai permettergli di far cedere la palpebra, riuscire a far esclamare a gran voce sonori “Ohhhh!!” è un grande talento, non di tutti, non per tutti. Io personalmente – ma si sa che non sono una che con facilità si adegua ai piaceri del grande pubblico in fatto di danza – preferisco spettacoli meno scoppiettanti e più densi di contenuti, meno scena e più ricerca. Ma è un gusto mio, e spesso, quando arrivano spettacoli così, resto tra le poche in sala fino alla chiusura del sipario e agli applausi (miei) finali. Dunque non faccio testo, in fondo, perché dovere primario di un teatro che funziona e che vuole funzionare è quello di far uscire le persone dalla sala con il sorriso sulle labbra e la sensazione di essersi divertiti (non credo nella noia a teatro, come espiazione dei mali del quotidiano, sia ben chiaro, pure io mi voglio divertire, ma forse mi diverte altro. Sono strana, lo so) e di aver visto qualcosa che riempie occhi, orecchie e cuore. Dunque, la scelta di Ezralow per Bolzano, città che danza, che ama la danza e che riempie i teatri quando arriva la danza, è una scelta giusta e sicuramente di successo. So già che il pubblico sarà entusiasta di questa nuova fatica del coreografo, che questo “Open” aprirà gli occhi di tutti e farà uscire molti “Ohhh!!”. Probabilmente non il mio, ma chi sono io per dire cosa deve o non deve passare per il nostro teatro cittadino? Piano piano, e questo è il mio augurio personale al pubblico bolzanino, sarebbe bello scoprire le tendenze della danza di oggi (lasciandoci finalmente e felicemente alle spalle i nemmeno eccelsi anni ’90), guardare al di là dello show e grattare un po’ più la superficie. Sono cose che chiedono tempo però (e non si può dire che la Fondazione Teatro non ci abbia provato, ma serve provare ancora e ancora), pazienza e voglia di lasciarsi stupire, anche da cose magari meno attraenti al primo sguardo, ma che lasciano poi nel tempo un retrogusto buono. Intanto però, Bolzano che danza, puoi goderti lo show di Ezralow, che sono certa, non ti deluderà.

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