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October 17, 2012

Kiss Me Koop alla LUB. Vergolini: “La rivoluzione delle cooperative è in corso”

Marco Bassetti

Il 2012 è stato proclamato dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite Anno internazionale delle cooperative. Il motivo non è banale, né del tutto scontato: dati alla mano, in questo momento di grave difficoltà economica, il modello cooperativo dimostra di avere una forteresistenza interna (non è peregrino, in questo senso, parlare di resilienza) associata ad una potente spinta innovativa. Con le parole del Segretario Generale ONU Ban Ki-moon, “Tramite un’attenzione distintiva ai valori, le cooperative si sono dimostrate un modello di business flessibile (resilient appunto) e vitale, capace di prosperare anche in tempi difficili. Questo successo ha evitato a molte famiglie e comunità di scivolare nella povertà”. In questo contesto si colloca Kiss Me Koop, festa organizzata per il 19 ottobre dalle centrali cooperative altoatesine Legacoopbund, AGCI, Confcooperative e Federazione Raiffeisen. Si parte da Piazza Walther alle ore 13.00 con una performance artistica e, a soste, si arriva in Piazza Università. La LUB sarà, infatti il centro della manifestazione: il pomeriggio prevede momenti di approfondimento sui temi della cooperazione, scambio di esperienze e performance artistiche e musicali. Ne abbiamo parlato con Roberto Vergolini, dell’Unità formazione ed educazione cooperativa di Confcoop.

L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha dichiarato il 2012 “Anno internazionale delle Cooperative” per mettere in risalto il contributo che le cooperative danno allo sviluppo socio-economico. Confcoop come saluta questa iniziativa?
Nel 1844 ha inizio una rivoluzione, la rivoluzione delle cooperative. L’anno internazionale delle cooperative vuole semplicemente ricordare a tutti che questa rivoluzione è ancora in corso. Va detto che, anche se queste iniziative vengono stabilite con anni di anticipo, questo “Anno internazionale della cooperazione” capita in un momento congiunturale in cui di cooperazione c’è molto bisogno. La cooperazione, infatti, è il modello di ricchezza distribuita per eccellenza. Immaginiamoci ad esempio quanto sarebbe diversa la politica industriale di FIAT se i proprietari non fossero degli azionisti ma i lavoratori stessi. Il modello economico proposto dalle cooperative è un modello virtuoso di democrazia economica applicata e, non ultimo, un  metodo di partecipazione civile, uno dei modi con cui i cittadini si organizzano per dare risposta ad alcuni loro bisogni senza aspettarsi che sia il Pubblico a soddisfarli. Noi, in quanto Confcooperative, abbiamo valorizzato questo “Anno della cooperazione” attraverso una serie di iniziative, soprattutto di carattere divulgativo, mirate a far conoscere il modello cooperativo a un’ampia fascia di popolazione.

Qual è lo stato di salute della Cooperazione in Alto Adige?
Per quanto gli echi recessivi si facciano sentire anche da noi, l’economia altoatesina riesce ancora a tenere e la cooperazione non fa eccezione. Va registrato, tuttavia, un qualche sensibile cambiamento negli ultimi anni, il settore della cooperazione di costruzione, ad esempio, ha subito un certo rallentamento. Vi sono, invece, settori che al contrario sono in controtendenza e stanno registrando un notevole incremento, come quello delle cooperative sociali e quello delle cooperative culturali. Mentre per le prime è facile spiegarne lo sviluppo, in un’epoca in cui il welfare assume un peso sempre maggiore e le previsioni demografiche dicono che il fabbisogno di assistenza sarà in costante crescita, per le cooperative culturali il discorso è un po’ diverso. Stiamo assistendo da qualche anno ad un particolare fenomeno: è sempre maggiore, anche in Provincia, il numero di giovani che si preparano e si formano per operare nell’ambito culturale, dell’educazione, dell’informazione, del turismo e dello sport, per i quali le prospettive occupazionali nel mercato del lavoro “tradizionale” sono limitate. Ecco, dunque, che spesso gruppi di giovani mossi da vero spirito di cooperazione, si organizzano in cooperativa per provare a dare risposta ai bisogni culturali emergenti attraverso una propria idea imprenditoriale.

Come è nata l’idea di Kiss Me Koop?
L’idea nasce dal bisogno di rappresentare, in modo non accademico, la cooperazione ad una particolare platea, gli studenti universitari, ai quali la cooperazione ritiene di poter offrire valori e opportunità.

Infatti l’obiettivo della manifestazione è quello di promuovere la conoscenza delle opportunità lavorative offerte dalle imprese cooperative agli studenti universitari. Ci può spiegare bene questo punto?
Non si tratta di un “matching” vero e proprio, come in quelle manifestazioni in cui si cerca di favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, quanto piuttosto di rappresentare agli studenti quale strumento sia per loro la cooperazione, anche in un ottica di sviluppo professionale. È necessario, infatti, che gli studenti conoscano i settori in cui le imprese cooperative operano, ma è altrettanto necessario che sappiano che i sistema di valori su cui si fonda la cooperazione è in grado di soddisfare il bisogno di “senso” che, in quanto giovani donne e uomini, avvertono. I ragazzi oggi non desiderano solo un lavoro in grado di valorizzare le competenze che hanno costruito in 18/20 anni di formazione, ma anche avere la percezione che ciò che andranno a fare “serve”, è utile, ha una ricaduta concreta e positiva. Per queste ragioni nel corso di questo evento cercheremo di mostrare agli studenti quanto la cooperazione sia presente nel concetto di “sostenibilità” (ambientale, economica, ecc.). Inoltre, nella dicotomia tra lavoro autonomo e lavoro dipendente, la cooperazione offre agli aspiranti lavoratori una terza via. Ci piacerebbe che i neolaureati di domani ne tenessero conto.

Quale sarà il contributo di Confcoop a Kiss Me Koop?
Cooperative aderenti a Confcooperative si occupano di aspetti operativi nell’ambito della manifestazione, quali la trasmissione via web dell’evento (Nibla TV)  o la copertura informativa, come nel caso di FranzLab,  Altre, come Inside, hanno collaborato con cooperative aderenti ad altre centrali per gli aspetti legati alla pubblicità. Ma il contributo più importante, al di là di quanto i funzionari di Confcooperative abbiano fatto per l’evento, credo sarà proprio la massiccia presenza di cooperatori che verranno alla Lub con il desiderio di trasformare, attraverso il racconto della propria esperienza, gli studenti della LUB in “rivoluzionari” della cooperazione.

kissmekoop.com

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