Festival Busoni: fine del Preludio

E’ finito, anche quest’anno. Dopo settimane intensissime, a seguire concerti, preselezioni, pianisti, musicisti, segreterie, orari, interviste, spartiti e pagine da voltare è finito il Festival Busoni.
Ormai le scuole sono ricominciate (non per me per fortuna!), i concerti diventano più rari, anche se Bolzano Festival Bozen continuerà ancora per diverse settimane. L’atmosfera magica di Bolzano by summer è va calando, sempre meno musicisti popolano la città! Ancora in conservatorio le aule sono piene, i giovani talenti della Gustav Mahler circolano concedendo a chi bazzica per i corridoi un ambiente totalmente saturo di musica. Quando sono tornato a Bolzano dalla Spagna, il 28 luglio, sono stato accolto dalle note dei fiati della EUYO, che accennavano brani tranquillamente per strada. Per tutto il resto del mese la città è stata popolata da musicisti, più o meno insospettabili, che rendevano Bolzano quel prodigio straordinario che è durante l’estate.
Qui tutto è musica, durante il Festival. Basta saper ascoltare, basta passare sotto al conservatorio, basta trovarsi una serata libera in cui concedersi un bel concerto. Non è di certo un’occasione che si trova ovunque!
Per quanto mi riguarda, il Festival Busoni si è dimostrato come sempre una grandissima fonte di esperienze e aneddoti. Ho girato le pagine ai fratelli Gerzenberg insieme ad un mio amico arrivato da Messina e coinvolto due giorni prima del concerto, ho potuto parlare nuovamente con Lilya Zilberstein, ho intervistato Garrick Ohlsson (ok, era per le orchestre non per il Busoni, ma è sempre un grande pianista), ho amabilmente chiacchierato con Benedetto Lupo, ho fatto autografare le mie Fantasie op.116 di Brahms da Grigory Sokolov, ho mangiato una pizza e sono andato a passeggiare sul Renon con Antony Baryshevsky, ho ottenuto un pezzo della corda rotta da Daniil Trifonov durante l’Uccello di Fuoco di Stravinsky e molto altro ancora.
Tutti questi nomi, veri e sfolgoranti astri del pianismo d’oggi, mi hanno permesso di essere partecipe di quella che è una delle più importanti manifestazioni pianistiche d’Italia e probabilmente anche del mondo.
La possibilità di seguirli, di scrivere articoli per Franz, di potermi confrontare con amanti della musica e di poter affinare il mio senso critico alle preselezioni, tutto ciò contribuisce enormemente alla maturità di un musicista. Alla mia, per lo meno, ha sempre fornito un contributo fondamentale e continuerà a farlo ogni volta.
E’ così che prendo commiato da chi ha seguito quei concerti insieme a me e da chi ha avuto la pazienza di leggere le inesperte riflessioni e le vicende esaltanti (per me ovviamente!) di un giovane studente di pianoforte.
Ma non è motivo di tristezza questo! Ogni Festival Busoni non è che il preludio a ciò che arriverà l’anno prossimo! Il vero e proprio Concorso Busoni, forse meno ricco di concerti e di grandi nomi, ma sicuramente la più affascinante delle sfide. I concorrenti proveranno le loro abilità, dimostreranno se aver passato le selezioni di quest’anno è stato un mero caso, oppure se hanno la stoffa per poter arrivare fra i primi posti, dove il livello è tanto alto che le opinioni spesso si scindono e si scontrano senza trovare soluzione.
Ancora non sappiamo chi farà parte della prossima giuria, chi terrà il concerto di gala, che programma porteranno i candidati, nulla! Piano piano sempre più notizie compariranno e il prossimo agosto tutto sarà pronto perché abbia luogo il concorso. Un’esperienza ancora più importante, una sfida ancora più grande.
Ringrazio Franz per la possibilità offertami e ovviamente ringrazio tutti i (pochi?) lettori che mi hanno seguito. E se m’è riuscito d’annoiarvi, credetemi, non s’è fatto apposta.
Foto Gregor Khuen Belasi