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February 7, 2012

19×19: il viaggio (su container) verso Venezia e Nordest Capitale della Cultura

Anna Quinz

Cosa hanno in comune Brugge, Rotterdam, Lille, Glasgow e Sibiu?  Queste 5 città, come tante altre in Europa, sono state per un anno la Capitale Europea della Cultura. Un riconoscimento importante, un anno da ricordare, soprattutto per città piccole e spesso decentrate rispetto ai più tradizionali itinerari turistici. Ma anche un impegno gravoso, una strada lunga e complessa da percorrere, soprattutto prima, per costruire, non solo infrastrutture, ma anche nuove prospettive per la città. E dunque, una volta arrivato il 31 dicembre che chiude l’anno di Capitale, cosa rimane in città? E come si è organizzato il lavoro, prima che arrivi l’1 gennaio che da inizio all’anno di Capitale? Queste e tante altre sono le domande che una città – o come nel nostro caso un territorio, Venezia e il Nordest – si pone, nel momento in cui decide di candidarsi a Capitale della Cultura. E analizzando capitali passate, osservandone pregi e difetti, buone intuizioni e errori, si può costruire un quadro utile per muoversi in modo virtuoso, soprattutto nei confronti della comunità, che della Capitale della Cultura è, in fondo, il primo e più importante fruitore. Perché sì, essere Capitale aumenta il turismo culturale, crea indotto economico e da visibilità esterna al territorio, ma è anche e soprattutto un’operazione di coinvolgimento del territorio stesso, che si mobilita e si mette all’opera, che si offre e si spende per il successo, collettivo, dell’impresa. E dunque, l’Alto Adige, che insieme a Venezia e al Nordest è candidato per essere Capitale nel 2019, si sta muovendo, per coinvolgere e informare la popolazione, per raccontare gli effetti preventivi e successivi che da questo progetto possono derivare, per raccogliere e diffondere idee. E così, il 14 febbraio a Bressanone inizierà un viaggio lungo la Provincia, e un viaggio nel passato delle ex capitali. E come tutti i viaggi, per intraprenderlo, serve un mezzo di trasporto. Ecco perché la Provincia di Bolzano ha deciso di mettere “in moto” un grande container itinerante che si sposterà in molti punti dell’Alto Adige e ospiterà via via una mostra (fatta di fotografie, testi e video) dedicata appunto a una ex capitale della cultura. Il viaggio del container (con un focus su Brugge 2002) inizierà appunto il 14 febbraio da Bressanone, quando verrà inaugurato alla presenza degli assessori provinciali alla Cultura Sabine Kasslatter Mur, Christian Tommasini e Florian Mussner, del Sindaco di Bressanone Albert Pürgstaller e del Vicesindaco Gianlorenzo Pedron. Il container poi, aprirà la strada a una serie di incontri pubblici, denominati 19×19, che permetteranno alla cittadinanza di ascoltare le esperienze dirette dei protagonisti della capitali del passato e di quelle del futuro e per saperne di più sui progetti della nostra candidatura insieme al Nordest. Il primo di questi incontri si è svolto a dicembre, al Thuniversum, “casa” bolzanina dell’azienda locale Thun. Ogni incontro si svolgerà infatti negli spazi di un’azienda locale, per avvicinare due mondi, quello culturale e quello imprenditoriale. A Bressanone, ospite della serata sarà Damiani-Holz & Ko S.p.A., azienda nota per le costruzioni in legno su misura, contraddistinte dal marchio LignoAlp. Vista l’ambientazione, target specifico di questo incontro saranno gli architetti, ma tutta la cittadinanza brissinese (e altoatesina) è invitata a partecipare. A raccontare la loro esperienza saranno Hugo de Greef, esponente di spicco di Brugge 2002 Capitale della Cultura europea e Alexiei Dingli, che mostrerà le previsioni e le aspettative per Malta 2018. A moderare gli interventi saranno le giornaliste Cornelia Dell’Eva e Susanne Barta, sotto il coordinamento di Kulturforumcultura.
Il container rimarrà aperto al pubblico (in Piazza Santo Spirito) per tre settimane, poi cambierà destinazione e si sposterà verso la prossima tappa del suo viaggio, pronto a ospitare immagini di un’altra ex capitale e nuovi interlocutori. In questo percorso, è importante ricordarlo, quel che conta però non è solo la meta – la vittoria dell’Alto Adige insieme al Nordest del prestigioso titolo di Capitale della Cultura – ma soprattutto il viaggio. Da qui al 2019 manca ancora molto tempo, e la vittoria non è cosa certa. Ma se questo percorso virtuoso riuscisse a unire le istituzioni culturali su un tavolo aperto di discussione e progettualità per il presente e per il futuro, se riuscisse ad avvicinare sempre di più il mondo economico a quello della cultura, e soprattutto riuscisse a coinvolgere la popolazione altoatesina nel dibattito sulla cultura e il suo alto potenziale, allora si potrà dire che il viaggio non è stato vano e una destinazione importante è stata raggiunta.
Intanto, appuntamento a Bressanone il giorno di San Valentino, per augurare buon viaggio al container e a tutti gli altoatesini che avranno voglia di partire con lui.

Nella foto ephemeral pavilion di Toyo Ito per  ”Brugge, european capital of culture”

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