Il 27 settembre un nuovo appuntamento con BELLA CARTA porta a Bolzano la curatrice della collana Chiara Alessi e la scrittrice Lorenza Pieri, in dialogo con Greta Marcolongo
Li avrete notati in libreria, dei piccoli libri sgargianti, perfetti da infilare in tasca e da rigirare tra le mani. Simili a taccuini, piacevolmente porosi al tatto e percorsi in orizzontale da bande coloratissime e da grafiche in bianco e nero, ogni volta diverse, ad incorniciare nomi di donne e titoli sottilmente misteriosi e poetici. Parole che nel leggerle attivano la curiosità come frammenti di una conversazione colta di sfuggita, ma che lasciano intuire l’intensità di un pensiero, di un incontro e di attimi di di vita che meritano di essere scoperti, raccontati, letti. Parole che agiscono come un richiamo o un saluto, che potrebbe suonare come un “oilà”: un invito giocoso all’ascolto e alla partecipazione.
Oilà come il titolo della collana di libri-taccuino, edita da Electa, che avrete modo di scoprire a breve o di approfondirne la conoscenza, il 27 settembre 2025, alle ore 11.00, presso il Parkhotel Mondschein di Bolzano, in compagnia della curatrice della collana Chiara Alessi e dell’autrice di uno dei volumi, la scrittrice Lorenza Pieri. La presentazione è un evento di BELLA CARTA progetto di franzLAB e Nuova Libreria Cappelli, che porta all'attenzione del pubblico libri di particolare pregio per contenuto e forma, questa volta anche in collaborazione con ELLA – Women on stage, il festival bolzanino dedicato all’arte al femminile, ideato da Greta Marcolongo, che per l’appunto modererà la conversazione con Chiara Alessi e Lorenza Pieri.
La collana, inaugurata nel 2023 e che conta oggi 21 volumi (con un prossimo in arrivo e diversi altri in cantiere), presenta le biografie di grandi donne del Novecento, italiane e straniere, professioniste e creative che si sono impegnate e distinte in molteplici ambiti, con l’intento di offrirne un’immagine il più possibile autentica, liberandole sia dal ruolo di regine che da quello di vittime - come scopriremo.
Le brevi biografie, perfette per essere lette anche ad alta voce, sono scritte con particolare cura da altrettante autrici (in prevalenza) e qualche autore, che spesso hanno intessuto con le personalità ritratte un particolare legame, più o meno vissuto, ma sempre personale e partecipato, scavando nel loro passato, nelle loro relazioni o tra gli archivi di opere e progetti che queste donne ci hanno lasciato, restituendone un ritratto originale, ravvicinato ed intenso. La coloratissima e raffinata veste grafica della collana è ad opera di Studio Leonardo Sonnoli e fa di questi libri dei veri e propri oggetti di design, da collezionare e custodire con cura. Oltre che da sfogliare, leggere e rileggere.
Chiara Alessi, curatrice e saggista, si occupa di cultura materiale e design come strumento critico di genere. Ha pubblicato con Longanesi, Utet, Laterza ed Electa, per cui cura la collana femminista OILÀ dedicata a figure di donne nel progetto del Novecento. È autrice di podcast per Archivio Olivetti, Repubblica, Il Post e Storielibere.fm. Tra le sue pubblicazioni: i saggi Dopo gli anni Zero. Il nuovo design italiano (Laterza, 2014), Design senza designer (Laterza, 2016), Le caffettiere dei miei bisnonni(Utet, 2018), Tante care cose. Gli oggetti che ci hanno cambiato la vita (Longanesi, 2021) e Lo Stato delle cose (Longanesi, 2022).
Lorenza Pieri è scrittrice, editor e traduttrice. Dopo gli studi universitari a Siena e Parigi ha lavorato per quindici anni nell’editoria (Einaudi e minimum fax). Dal 2014 al 2022 ha vissuto a Washington D.C. negli Stati Uniti da cui ha continuato a scrivere per diverse testate e tradurre per vari editori. Con le edizioni E/O ha pubblicato tre romanzi: Isole minori (2016), Il giardino dei mostri (2019) ed Erosione (2022). Del 2024 è Volevo un regno più grande (Electa), biografia dell’artista Niki de Saint Phalle. Naturalizzata americana, oggi vive a Milano dove insegna scrittura creativa ed è editor di narrativa per il gruppo Mondadori.
Chiara, come scegli le protagoniste della collana e le rispettive autrici e autori? Consegni loro particolari indicazioni, commissionando le biografie?
I titoli di questa collana procedono per coppie: autrice (qualche volta autore) e soggetto, dunque è questo binomio che, pur nelle tante differenze, ci guida. Dico differenze sia perché alcuni titoli vengono proposti da noi ma nella maggior parte dei casi ci provengono direttamente da una selezione nelle tantissime proposte che arrivano spontaneamente, sia perché le autrici non sempre hanno nella scrittura la loro principale attività lavorativa e, come dice Olimpia Zagnoli (autrice del volume su Lora Lamm) "per vivere fanno altro". Prediligere le candidature (me ne arrivano circa quattro al mese) significa per me già tematizzare una scelta di lavoro da parte delle autrici su alcune scintille, intese o ricerche che le muovono per ragioni diverse (a volte per affinità lavorativa, altre volte per indagini pregresse, altre ancora per passione). In altri casi la proposta viene da me, perché ho intravisto in alcune autrici le voci che potevano portare una luce laterale su alcune storie. Ma se la reazione è scettica, o anche solo non accende l'entusiasmo, quasi mai mi sento di insistere, proprio perché se la consegna è di farci da guide, da "maniglie", in queste stanze tutte per sé, non basta conoscere molto bene le loro storie, credo, ma anche volerci portare per mano in un racconto e prendersi il carico di farlo. Perciò per me la voce calda di chi scrive è tanto importante quanto quella della donna di cui decidiamo di raccontare la storia. E chiedo questo sbilanciamento e responsabilità.
Oilà ha al suo attivo 22 volumi (con uno in arrivo). Con un tuo sguardo retrospettivo su quanto pubblicato finora, quale visione o cambio di prospettiva sulla donna del Novecento e più in generale, ne emerge, a tuo avviso? C'è, forse, qualche aspetto che accomuna tutte queste donne?
A novembre saranno effettivamente 22 titoli, che comprendono nomi dell'arte, della fotografia, del design, della grafica, dell'architettura, della moda, ma anche della critica d'arte, della poesia, della pedagogia... Sarebbe pretestuoso forzare, internamente a percorsi tanto eterogenei, un movimento unitario nella questione di genere, che per molte delle donne trattate, banalmente, non è stata proprio ragionata e proprio per questo per me è imprescindibile situare queste storie. Vanessa Bell, artista madre dell'impressionismo conosciuta sempre e solo come "la sorella di Virginia Woolf", per esempio, viveva in un contesto artistico che oggi non esiteremmo a definire queer, ma senza aver mai pensato di etichettarlo così e penso che questo ci aiuta da una parte a storicizzare "il fenomeno", dall'altra a riconoscere un'istanza politica che si modifica col tempo; al tempo stesso abbiamo donne che sono diventate maggiorenni senza avere diritto di voto, che si sono sposate prima della riforma del diritto di famiglia, che si sono e a fatica affermate nel lavoro col cognome del marito, o che hanno preso la parola femminista in un'epoca di femminismo delle parità o essenzialista, e comunque bianco e occidentale. Anche per prendere eventualmente le distanze da posture che personalmente non sento più mie, credo sia necessario situare le loro voci.
Quello che invece è successo nel Novecento e che le accomuna come fatto storico è che la donna è diventata un soggetto politico: alcune hanno seguito questa traiettoria, altre la hanno abitata, altre la hanno subita. Però tutte in qualche modo l'hanno vista e ci hanno fatto i conti. Mi piace moltissimo questo pluralismo: mi piace che ogni lettrice o lettore possa dire in chi si riconosce o meno, che cosa scarta o tiene. In fondo difendiamo il fatto che non ci sia un unico modo di essere donna.
Chiara, anche tu sei autrice di due volumi dedicati all'illustratrice e grafica Lisa Covo Steiner ed alla designer Anna Castelli Ferrieri. Come mai hai scelto queste due personalità femminili? Quale affinità ti lega a loro?
In questi casi sono stata mossa da un'assenza rumorosa negli indici delle storie del design e dell'architettura, e cioè i nomi di quelle donne che sono sempre state ritenute, quando non dimenticate, accessorie dei mestieri dei loro mariti (o padri). Come se il destino di alcune professioniste fosse oscillare tra l'oblio o essere appellate muse, regine, star. E poi volevo raccontare le persone, il carattere, la biografia (per Anna Castelli Ferrieri venire da una famiglia borghese che era salotto dei grandi intellettuali dell'epoca, che aveva messo il suo privilegio a servizio di una seconda rivoluzione industriale e per Lisa Covo Steiner di essere stata partigiana e antifascista sui monti ma anche nel suo studio col marito Albe). Come nel caso delle altre autrici, che per produrre queste poche pagine hanno passato giorni negli archivi, parlato con tantissimi interlocutori diversi, letto pagine su pagine, così io ho cercato di raccontare queste donne attraverso le parole delle loro figlie, di cui poi sono diventata amica. E poi grazie a loro, che erano amiche in vita, ho potuto scoprire altre storie rimosse, come quella di una mostra fondamentale sulla condizione femminile fatta a Milano nel 1983, "esistere come donna", che sarebbe bellissimo secondo me aggiornare. Ci stiamo lavorando.
Lorenza, come è nata l’idea di scrivere una biografia su Niki de Saint Phalle per la collana Oilà e la collaborazione con Chiara Alessi?
L’idea di scrivere una biografia su questa artista è nata dal fatto che avevo già raccolto e studiato molti materiali sulla sua vita, perché ne ho fatto il personaggio di un mio romanzo, Il Giardino dei mostri (e/o 2019), ambientato a Capalbio, tra la fine degli anni ’80 e i primi anni ’90, periodo in cui lei viveva lì per costruire il Giardino dei Tarocchi e io pure… ma purtroppo non l’ho mai incontrata. Per rendere il suo personaggio di finzione credibile e il più fedele possibile alla vera Niki ho quindi intervistato i suoi collaboratori, letto i suoi diari e le sue biografie (non esisteva praticamente nulla in italiano), studiato i cataloghi d’arte. Quando ho scoperto il progetto “Oilà” ho pensato: perfetto, ho già tutto! Non conoscevo personalmente Chiara Alessi (ma la seguivo, ammiravo ed ascoltavo il suo podcast). Così le ho scritto, lei mi ha risposto e ci siamo subito trovate.
In particolare, cosa hai cercato di raccontare o restituire della vita dell’artista in questa breve biografia e che rapporto hai con lei?
Come dicevo, il mio rapporto con Niki de Saint Phalle nasce da una sorta di ossessione, che a sua volta nasce dal rammarico di non averla conosciuta, pur avendo avuto la possibilità concreta di farlo, poiché negli anni della mia adolescenza – come ho calcolato - il mio letto distava esattamente 8km dal suo. Diciamo quindi che tutto è nato dalla mia volontà di compensare questo mancato incontro e dal fatto che il Giardino dei Tarocchi, un’opera che ho visto nascere sin dalle sue fondamenta, è stato un luogo molto importante negli anni della mia crescita. Il lavoro di selezione e ricerca, fatto per Volevo un regno più grande è stato molto impegnativo perché Niki de Saint Phalle ha avuto una vita incredibilmente sfaccettata e non è stato facile tenere insieme tutto in 70.000 battute. Niki era una ragazza ricca e bellissima, che però ha vissuto anche molti dolori nel corso della sua esistenza: una famiglia feroce, il trauma di una violenza subita dal padre, problemi di salute sia fisica che mentale, una maternità tormentata. Eppure è stata una donna coraggiosa, con una carica vitale straordinaria; è stata una femminista e una ribelle, che mai si è piegata nel ruolo di vittima, ma ha saputo trasformare i suoi mostri interiori in opere d’arte, non accontentandosi dei ruoli che avrebbero voluto affibbiarle. Si è costruita “il suo regno più grande”da sola, con le sue mani, pezzo dopo pezzo. Forse è la sua dedizione al lavoro e all’arte la cosa più importante, tra le altre, che ho voluto restituire ai lettori.
Dal tuo punto di vista di autrice ma anche di lettrice, quali sono secondo te, gli aspetti più interessanti e affascinanti, della collana Oilà?
Trovo la collana Oilà geniale da tanti punti di vista, ma la cosa che più mi piace, oltre alla brevità dei testi, che li rende leggibilissimi e alla bellezza estetica della grafica di Leonardo Sonnoli (si vorrebbe collezionare tutti i volumi, anche solo per continuare la sequenza dei colori!) è che mi ha permesso di conoscere vita e opere di molte donne eccezionali di cui, colpevolmente, non sapevo niente o pochissimo. È un progetto che coniuga perfettamente letteratura, arte, attivismo. E sia come autrice che come lettrice, non chiedo di meglio!