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Giochi Preziosi

Premesse e Promesse: le Olimpiadi Invernali Milano-Cortina 2026

05.08.2025
Beatrice Citterio
Premesse e Promesse: le Olimpiadi Invernali Milano-Cortina 2026

Cortina, Impianto Forcella Staunies al Monte Cristallo - chiusa per fine vita tecnica, come tanti altri impianti nell'arco alpino 2024, © Beatrice Citterio

Cortina, Impianto Forcella Staunies al Monte Cristallo - chiusa per fine vita tecnica, come tanti altri impianti nell'arco alpino 2024, © Beatrice Citterio

Per iniziare a parlare in questa sede di un argomento ampio e complesso come quello delle Olimpiadi Invernali Milano-Cortina 2026 penso sia necessario contestualizzare l’evento parlando dei territori che coinvolgerà e delle implicazioni che un evento di questo genere comporta. A priori, premetto che questa ricerca dura da quasi due anni e i contenuti vengono raccolti periodicamente sotto il macro-titolo di “Giochi Preziosi”, dei giornaletti amatoriali sia testuali che fotografici. 

Tabloid "Giochi preziosi" sfoglio - sistema di allarme frana nella valle del Cadore e brandizzazione degli impianti sciistici

Iniziamo dal contesto geografico. Le Olimpiadi Invernali 2026 non coinvolgeranno infatti solo Milano (MI) e Cortina (BL), distanti l’una dall’altra circa 400 chilometri, ma anche la Valtellina con Bormio e Livigno (SO), la Val di Fiemme con Predazzo e Tesero (TN) e infine Rasun-Anterselva in Val Pusteria (BZ), senza considerare Verona – che ospiterà la cerimonia di inaugurazione dei giochi Paralimpici – e Venezia – per il suo snodo aeroportuale. Due regioni e due Province autonome stanno quindi vedendo i propri territori in cantiere da anni: cosa significa quindi ospitare le Olimpiadi? Perché si costruisce?

La candidatura alle Olimpiadi avviene – semplificando – attraverso la presentazione di un dossier al CIO (Comitato Internazionale Olimpico, o IOC in inglese), che illustra come il Paese intende ospitare i Giochi. Nel caso di Milano-Cortina 2026, le promesse contenute nel dossier sono state fondamentali per l’assegnazione. Tra queste, spiccavano quattro punti salienti: l’utilizzo di impianti già esistenti (a basso impatto ambientale), il forte supporto popolare unito all’attenzione verso le comunità locali, una marcata coerenza con l’Agenda Olimpica 2020 del CIO (incentrata su sostenibilità e riduzione dei costi), e infine un impegno particolare verso l’organizzazione di una mobilità sostenibile.  

Circonvallazione di Perca - Val Pusteria, © Beatrice Citterio

Se l’impegno dichiarato in merito all’utilizzo di infrastrutture già esistenti è stato, sin dalle prime fasi, largamente disatteso, così lo sono stati anche gli altri tre. Da una spesa stimata di un miliardo di euro siamo arrivati ad una spesa pubblica – ad oggi – di quasi 6 miliardi. Di questi: 1,6 miliardi per la realizzazione diretta dei giochi (stadi, piste, impianti, villaggi olimpici...) e ben 4,1 miliardi per opere indirettamente ad essi connesse (strade, ponti, svincoli, tunnel...) in larga parte a favore del trasporto privato su gomma.

La fonte è Open Polis, che riporta i primi importanti risultati della campagna di monitoraggio civico Open Olympics – iniziativa nata da Libera Contro le Mafie in collaborazione con tante associazioni regionali e nazionali in risposta alla totale mancanza di trasparenza su dati e progetti del pacchetto Olimpico da parte delle istituzioni competenti.

Dopo cinque anni dall’assegnazione dei giochi, e in seguito all’attività di Open Olympics, Simico s.p.a. (Società Infrastrutture Milano Cortina, incaricata della realizzazione delle Opere Olimpiche) ha finalmente deciso di pubblicare sul proprio sito una pagina intitolata “Open Milano Cortina 2026” – dove riporta lo stato di avanzamento delle 94 opere contenute nel piano dei lavori olimpici. Ad oggi, se l’aggiornamento sullo stato dei lavori si era pattuito dovesse essere pubblicato ogni 45 giorni, non si hanno aggiornamenti da più di 100 giorni. 

Manifestazione di protesta alla modalità di svolgimento delle Olimpiadi e in difesa della Piana dell'Alute - Bormio, © Beatrice Citterio

Per quanto riguarda l’attenzione alle comunità locali, è difficile sostenere che queste siano state realmente coinvolte nella candidatura – e, ancor meno, nella pianificazione – degli interventi previsti sul territorio. Nessun cittadino o cittadina è infatti stato interpellato in alcuna delle località olimpiche.

A Bormio e a Cortina, ad esempio, i tentativi di indire referendum sul tema sono stati ostacolati dalle amministrazioni locali, escludendo di fatto la possibilità per la popolazione di esprimere il proprio parere. Nel dicembre 2024 e nell’aprile 2025, insieme all’associazione POW (Protect Our Winters), abbiamo organizzato due incontri pubblici, rispettivamente a Rasun-Anterselva e a Cortina, coinvolgendo gli stakeholder locali per discutere sia i provvedimenti olimpici sia le possibili modalità di confronto. In entrambi i casi, è emerso chiaramente che, fino a quel momento, non si era mai svolto alcun incontro ufficiale tra la popolazione e le autorità competenti.

Manifestazione contro la realizzaizone della pista da bob - Cortina 2023, © Beatrice Citterio

Infine, è centrale valutare e pianificare l’utilizzo futuro delle infrastrutture olimpiche, sia dirette che indirette. Secondo il sito di SIMICO – non aggiornato da oltre 100 giorni – risultano completati solo 7 interventi su 94: 47 sono in corso, 35 in fase di progettazione e una piccola parte in gara per l’assegnazione. Molti degli interventi inseriti nel dossier olimpico sono stati concepiti per partire addirittura mesi, se non anni, dopo la conclusione dei Giochi; mentre altri, previsti per essere pronti entro febbraio 2026, resteranno con ogni probabilità cantieri aperti.

È dunque evidente come, al di là delle valutazioni sulle venue strettamente sportive, le Olimpiadi rappresentino un espediente per avviare una serie di opere approfittando delle agevolazioni normative legate ai mega-eventi. Ma tra cinque, dieci, quindici anni, cosa ne sarà di queste opere – completate o meno? E quale futuro attende i territori coinvolti nell’organizzazione dei Giochi? È del primo di agosto di quest’anno la notizia — riportata da La Vialibera — che il Forum per la sostenibilità dell’eredità olimpica di Milano‑Cortina 2026, previsto per tutelare l’uso a lungo termine delle infrastrutture sportive e garantire benefici sociali, economici e ambientali nei territori coinvolti, contrariamente alle aspettative non è mai stato istituito. Un’assenza che conferma, ancora una volta, quanto le promesse di partecipazione e sostenibilità restino spesso sulla carta, mentre le decisioni continuano a essere prese senza un reale confronto con i territori.

Premesse finite, ci vediamo tra un mese!

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olimpiadi, milano-cortina 2026, giochi preziosi
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