Dal 12 luglio al 14 settembre 2025, tra i pascoli e le vette della Val Badia torna la biennale SMACH – Constellation of art, culture & history in the Dolomites
© Gustav Willeit - www.guworld.com
In Val Badia l’alta quota si fa laboratorio di arte e tradizione. A oltre 2.000 metri d’altitudine, undici opere site specific hanno preso il loro posto lungo un percorso escursionistico di oltre 60 chilometri, disseminato tra prati, valichi e boschi delle Dolomiti ladine. Non semplici presenze nello spazio, ma opere d'arte che si radicano nel paesaggio, lo interrogano e lo raccontano.
Il tema di quest’anno è racchiuso in una parola antica e legata all’immaginario dei prati alpini. La cu, in ladino significa la cote, cioè la pietra per affilare la falce simbolo di saperi antichi e gesti ancora vivi nei pascoli dell’Alta Badia, dove alcuni contadini continuano a falciare a mano, affilando le lame come un tempo. Un oggetto che attraverso SMACH, propone un’indagine profonda su materia e forma, sul gesto tramandato, sull’atto del fare come linguaggio universale.
Le undici opere selezionate dialogano profondamente con l’ambiente alpino e con il tema proposto, raccontano la materialità, la manualità e l’universalità dell’esperienza umana. La giuria artistica, composta da Zasha Colah, Jasmine Deporta, Emanuele Masi, Peter Senoner e Stefan Sagmeister, ha selezionato opere e artisti provenienti da tutto il mondo. Nei giorni della biennale lungo il percorso si potranno ammirare tutte le opere: arexport di Carmine Auricchio, Jonathan Coen e Moritz Knopp, a Medalghes; CU X Mission di Luca Rossi, a La Lunch; Entanglement di Alex Xiaotan Yang e Wentao Guo, a Fanes; iCÙ di Matteo Simondi con Associazione Prometheus e Officina Fabre, a Pares; Langsam Slow di Theresa Hattinger, a Pra de Putia; Morph Module di Elias Jocher, sul Monte Muro; Stone Age di Hama Lohrmann, a Sant Antone; Sway di Lola Giuffré, ad Armentara; Trace of Land del duo ELSE, Fei Xu e Zimo Zhang, a La Crusc; With Every Step di Hans De Backer aka Drukdoenerij, a Tamersc; e il progetto Hortus Pictus di Riccardo Buonafede, che sarà allestito a Plan de Corones.
L’inaugurazione ufficiale si terrà il 12 luglio a partire dalle ore 18:00, il pubblico potrà assistere a una dimostrazione di sfalcio manuale, a cura di Prometheus APS e di Massimo Massussi (Matrix 96), con il coinvolgimento attivo di falciatori locali. Poco dopo, alle 18:30, si terrà un laboratorio per bambini condotto da Silvia Baccanti, pensato per avvicinare anche i più piccoli ai gesti antichi e alla materia viva del paesaggio. La serata proseguirà con i saluti istituzionali e la presentazione ufficiale della nuova edizione della biennale, per poi aprirsi a un momento conviviale con buffet e musica di Mirko Insam. Dalle 21:00 in poi si entrerà nel vivo della serata grazie ai live set di Chris Costa e Mr. Intech, che accompagneranno il pubblico in una festa in equilibrio tra memoria e futuro, radicamento e visione.
Dopo essere stato esposto al Louvre, all’ONU, ai Fori Imperiali, il Terzo Paradiso approda sulle Dolomiti per rilanciare un messaggio urgente di rigenerazione etica, ambientale e sociale. L’11 luglio, in apertura alla biennale, Michelangelo Pistoletto, inaugurerà la sua installazione permanente The Third Paradise a Colfosco. Realizzata in legno locale recuperato dopo la tempesta Vaia, l’opera sarà visibile da sentieri e impianti, come simbolo silenzioso di equilibrio tra natura e cultura.
SMACH non è un’esposizione da contemplare in silenzio. È un’esperienza da attraversare. Una forma viva che, come una lama ben affilata, incide e lascia traccia. Come il suono della pietra sulla falce. Come l’arte, quando non si limita a raccontare, ma a trasformare.