This was Südtirolo Pride 2025

Un primo passo storico per la visibilità della Comunità Queer (e non solo) in Alto Adige, che, tra le tante cose, ci ha insegnato l'importanza dell'unione e della lotta collettiva per i diritti di tutt3

08.07.2025

La parata del Südtirolo Pride su Ponte Talvera, © Rosario Multari/Südtirolo Pride

È passata poco più di una settimana dal Südtirolo Pride e in città si avvertono ancora le voci delle persone in festa, i cori di protesta, gli abbracci tra amic3 vecch3 e nuov3 e le vibrazioni dell’asfalto bollente che ha accolto migliaia di passi.
L’energia di questa giornata così significativa non si dissolverà facilmente. È difficile descrivere il senso di amore, gioia e sostegno che il Pride ha generato. Festa e Lotta, le due anime che hanno caratterizzato questo evento, hanno lasciato un segno indelebile nella storia dell’Alto Adige e della Comunità Queer locale.

La parata, © Matteo Vegetti/Südtirolo Pride


Più di cinquemila persone da tutta la regione e oltre hanno raggiunto Bolzano lo scorso sabato 28 giugno per unirsi alla voce dirompente della “Lotta Queer” altoatesina. La città si è svegliata dal torpore e ha finalmente accolto una manifestazione tanto attesa quanto necessaria. Persone di tutte le generazioni hanno sfilato e festeggiato lungo le vie principali, celebrando la forza dell’unione e della presenza.

La parata, © Rosario Multari/Südtirolo Pride

 

Non solo una grande festa (tra le più partecipate degli ultimi tempi a Bolzano), ma un vero e proprio atto collettivo di rivendicazione dei diritti e della visibilità di tutt3.
Il Pride non è solo una manifestazione politica, ma anche l’espressione dell’impegno, del coraggio, della dedizione e passione di chi lo rende possibile. Il Pride è fatto di persone. Persone che lo celebrano, che insieme scelgono di marciare fianco a fianco, portare alta una bandiera, mostrarsi in libertà, credere nei diritti di tutt3, festeggiare e ballare fino a sfinirsi per dichiarare in coro: “Ci siamo. Siamo qui. Esistiamo. Finché tutt3 non saranno liber3, nessunə di noi lo sarà davvero”.

Oltre al direttivo dell’Associazione Alto Adige Pride Südtirol, a cui si deve l’organizzazione, una squadra di 170 volontar3 ha reso possibile l’evento, occupandosi di ogni aspetto: allestimento, sicurezza, intrattenimento, servizio bar.
Particolarmente prezioso il Care Team, gruppo di volontar3 che per tutta la durata della festa si è occupato di assistere chi manifestava e assicurarsi che tutt3 si sentissero sicur3, a proprio agio e in forze per affrontare l’evento.

Riunione di coordinamento con i volontar3, © Rosario Multari/Südtirolo Pride

In aggiunta ai volontar3, una trentina tra performers, drag queen, band e attivist3 hanno poi animato la serata a Piazzale Langer intrattenendo il pubblico con esibizioni, musica dal vivo e discorsi politici.

Festa a Piazzale Langer, (1-19) © Matteo Vegetti/Südtirolo Pride; (20) © Rosario Multari/Südtirolo Pride;


In particolare nella nostra provincia, il Pride assume una forte valenza territoriale.
La comunità queer dell’Alto Adige ha vissuto raramente in passato momenti così forti di condivisione e visibilità collettiva.
Tra una folla colorata di bandiere e striscioni, un cartellone in particolare ha attirato la mia attenzione:
“Io non voglio scegliere tra essere queer ed essere südtirolese”.
Una frase forte, semplice ma potente, che riassume bene le difficoltà di non sentirsi a casa in un luogo che spesso non offre il giusto spazio e riconoscimento.
Negli anni questa situazione ha spinto molte persone ad andarsene per cercare luoghi più accoglienti e sicuri. Il Südtirolo Pride è stato per molt3 altoatesin3 il primo vero momento di rivalsa e rivendicazione sul territorio, la prova che è davvero possibile essere sia queer che südtiroles3 allo stesso tempo.
E, soprattutto, che non si è soli, che chi fa parte della comunità e chi lotta per essa esiste, è presente, ed è prontə a lottare.
Fare comunità significa proprio questo. Significa costruire spazi, condividere lotte e ideali, sentirsi accolti.

A questo serve il Pride.

La parata, (1-3) © Annalisa Usseglio/Südtirolo Pride; (4) © Luca Frigo/Südtirolo Pride; (5) © Maura Sartori/Südtirolo Pride; (6) © Piero Masetti/Südtirolo Pride;
About the authorIsabella NanniMi chiamo Isabella e sono nata e cresciuta a Bolzano, all’ombra delle Dolomiti che mi hanno insegnato il [...] More
A chi chiede “Ancora con questi Pride?!”, domanda/provocazione che negli ultimi mesi abbiamo sentito spesso, invito a guardare i commenti sotto i post social (soprattutto Facebook), riguardanti il Südtirolo Pride. Oltre ai tanti (per fortuna) commenti entusiasti e di supporto, la quantità di commenti omolesbobitransfobici, carichi d'odio e disprezzo, è stata impressionante. Parole scritte con facilità ma dal peso reale, che mostrano quanto il bisogno di visibilità, informazione e lotta collettiva sia ancora urgente. Per questo esiste il Pride. Per questo serve il Pride.
Per capire dove siamo e dove vogliamo arrivare, perché finché ci saranno persone incapaci di ascoltare, comprendere e accettare, sapremo di avere ancora una missione da portare avanti.

Per concludere, che cosa ci ha insegnato il primo Südtirolo Pride?
Ci ha insegnato che abbiamo bisogno di stare insieme, perché essere unit3 in un’unica lotta è la chiave. Che la visibilità è fondamentale perché fa sentire meno sol3 e permette a tutt3 di prendere lo spazio che meritano. Che il cambiamento parte da chi sceglie di esporsi. Che le prime volte contano e il lavoro condiviso viene ripagato. Che i nuovi inizi spesso spaventano, ma se si ha il coraggio di affrontarli portano a cose grandi.
È stato un primo passo, il primo di tanti, forse il più importante.
Il Südtirolo Pride è la manifestazione di cui l’Alto Adige non sapeva di avere bisogno.

Continuiamo a coltivare questa fiamma così preziosa, informiamoci, ascoltiamo, educhiamo, teniamo acceso il dibattito. Questo è solo l’inizio.

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