Lum de soredl o dell’incanto eterno del solstizio d’estate

Vallee de Chamounix avec le Mont-Blanc. © Adolphe Braun
Tu, che cammini tra le valli e le montagne, ascolta il respiro profondo del giorno più lungo, quando il sole si stende alto nel cielo azzurro, e la terra, arsa e gravida, si riempie di luce senza fine.
Questo è il giorno del solstizio d’estate, il momento in cui la luce trionfa sulle ombre, quando il cielo sembra non conoscere più il buio, e l’aria vibra di un incanto antico, sospeso tra terra e cielo.
Nella quiete di una radura nascosta tra le rocce, dove il vento intreccia storie con il profumo del fieno, e l’acqua limpida di un lago alpino riflette il sole come uno specchio di fuoco e speranza, qui vive il segreto di Soreghina, figlia del sole, custode della luce e del calore, spirito che danza soltanto in questo momento sacro, quando il giorno non vuole cedere il passo alla notte.
Nessuno sa chi sia veramente Soreghina. Alcuni dicono sia una principessa antica, nata dall’abbraccio tra il cielo e la montagna, altri la chiamano Gana, nume gentile delle acque pure, lei che vive solo se il sole splende e danza sul filo dell’estate.
Ecco, appare all’improvviso, leggera come un sospiro, vestita di luce dorata, i piedi sfiorano appena la superficie cristallina del lago, e danzano, danzano, senza mai toccare l’acqua, come un’eco di sogno sospesa tra il mondo e l’altro.
Il lago si trasforma in un tappeto di cerchi di luce, onde che si piegano al suo volere, e l’aria si riempie del profumo delle genziane e delle aquilegie, dei fiori blu e viola, custodi silenziosi di questo incanto che solo il solstizio sa donare.
Ma il vero segreto custodito nel cuore di Soreghina è il fiore di iperico, il fiore di San Giovanni, che fiorisce prima ancora che il giorno sacro si apra, prima della dea Litha, madre del fuoco e del sole ardente.
L’iperico, con i suoi petali d’oro e le sue gocce di rugiada, è il simbolo dell’energia che danza nel sole più pieno, il guardiano della soglia tra luce e ombra, il fiore che protegge la vita dal freddo dell’oscurità.
Nel silenzio del crepuscolo che segue la danza, Soreghina sussurra un incantesimo antico, un canto dolce come il vento tra le foglie, un invito a celebrare il miracolo della luce eterna.
Tu, che sei stato testimone della sua danza, ripeti con me, con voce aperta e cuore leggero:
“Che la luce del sole, che bacia le valli e accende le montagne, ci avvolga come un manto d’oro,
che il fiore d’iperico protegga i nostri passi, che la magia del solstizio ci renda vivi e liberi,
che la danza di Soreghina non finisca mai,
e che la notte non spenga mai la sua luce nel cuore.”
E mentre pronunci queste parole, accendi un cerchio di fuoco, simbolo di vita e calore, lascia che le fiamme si riflettano nell’acqua, e senti il legame eterno tra cielo e terra, tra luce e ombra, tra te e il respiro della montagna.
Così, nel giorno in cui la luce trionfa, Soreghina danza sulle acque, e tu, danzatore della vita, sei parte di un incanto senza tempo, dove ogni raggio di sole è promessa, e ogni fiore un segreto di eternità.