Spazi da immaginare. Voci da ascoltare
Due progetti firmati Niederstätter tra impegno per il femminile e ricerca artistica

© Tiberio Sorvillo
Oggi sono felice di parlarvi di un’azienda che da oltre cinquant’anni non si limita a fornire tecnologia, ma apre varchi, immagina nuovi scenari, dà forma al cambiamento. Niederstätter è un luogo in cui visione imprenditoriale e impegno culturale si intrecciano con coerenza e passione.
La cultura, per la famiglia Niederstätter, non è un gesto accessorio, ma un terreno fertile su cui investire. Non si parla di pratiche occasionali, ma di un vero e proprio intento che si traduce radicandosi concretamente nel territorio e guardando al futuro. Da anni, Niederstätter seleziona progetti culturali da sostenere e coltiva il dialogo con artisti e creatori, intrecciando relazioni nutrienti e durature.
Si tratta di un modo concreto di prendersi cura non solo del pubblico, ma anche della “famiglia aziendale” – i propri dipendenti – offrendo stimoli, visioni, domande. È un’idea ampia di responsabilità imprenditoriale che affianca innovazione, comunicazione e formazione continua. Per questo oggi vi porto con me alla scoperta di due progetti diversi tra loro, ma uniti da questa stessa energia trasformativa: cambiare lo sguardo, aprire possibilità, abitare il presente con immaginazione.
Il soffitto di cristallo è una barriera invisibile ma implacabile che ancora oggi limita l’ascesa delle donne in molti settori, soprattutto in quelli tradizionalmente maschili come l’edilizia e l’industria. È una soglia che nasconde stereotipi, pregiudizi e vecchi modelli culturali, difficili da infrangere ma indispensabili da superare per costruire una società più equa. Niederstätter, azienda altoatesina con una storia profondamente radicata nella determinazione femminile, ha scelto di sfidare proprio questo soffitto, proponendo una visione nuova e coraggiosa del ruolo delle donne nel mondo del lavoro.

Nata negli anni Settanta grazie all’intuizione di Maria Niederstätter, una pioniera in un ambiente dominato da soli uomini, oggi l’azienda rilancia con forza un messaggio chiaro: il cambiamento passa dalla valorizzazione e dall’empowerment femminile, dalla rottura degli schemi e dalla costruzione di nuovi immaginari professionali.
In un momento storico in cui la parità di genere non è solo un ideale, ma una sfida concreta, Niederstätter lancia Girls Wanted, un progetto-manifesto che è molto più di una campagna. È un vero e proprio atto di coraggio e di fiducia nel potenziale femminile, un invito a costruire insieme un mondo del lavoro dove donne e uomini camminino fianco a fianco, senza limiti né pregiudizi.
L’artista Lena Lapschina ha dato forma a questo spirito con un artcontainer dallo straordinario potere simbolico: una scritta al neon rossa che illumina piazza Magnago a Bolzano, un grido visivo che non lascia spazio a dubbi. Quel Girls Wanted diventa un segnale che attraversa il cuore della città, un luogo di incontro e di dialogo per riflettere su quanto ancora si debba fare per il riconoscimento delle donne in ambiti lavorativi tradizionalmente maschili.
Ma Girls Wanted non si ferma alla dimensione simbolica: l’iniziativa si traduce anche in azioni concrete, come la creazione di una linea di abbigliamento tecnico progettata per rispondere alle esigenze specifiche delle donne nelle professioni edili, frutto di una collaborazione tra Lapschina e il marchio altoatesino SHER. Un piccolo grande passo verso un ambiente di lavoro più inclusivo, che riconosce la diversità senza adattarla a modelli preesistenti.

In un luogo carico di significati, dove la politica si intreccia con la società, è stato presentato ieri anche il podcast FREE! – La forza delle donne per una vita libera dalla violenza, un’altra iniziativa sostenuta da Niederstätter. La serie, realizzata da Christine Cliggon e pubblicata da SALTO, dà voce a donne che hanno trovato la forza di uscire da relazioni violente e di ricostruire se stesse. Una testimonianza potente che arricchisce il progetto Girls Wanted di una dimensione emotiva e sociale, raccontando il coraggio in prima persona.
Dopo aver esplorato il primo progetto dell’azienda, proseguiamo con un’altra importante iniziativa che conferma l’impegno di Niederstätter nel campo dell’arte e della cultura.
“Siamo orgogliosi di essere presenti in una cornice prestigiosa e di respiro internazionale come la Biennale Architettura di Venezia con quello che per noi è un progetto simbolo,” afferma Daniela Niederstätter. Il 30 maggio sarà l’occasione per un artist talk dedicato a questo nuovo capitolo.

Per la prima volta a Venezia, il progetto artcontainer viene presentato con l’installazione I WISH YOU… dell’artista Wil-ma Kammerer, commissionata dall’azienda altoatesina. L’opera sarà esposta fino al 23 novembre 2025 nello Spazio Thetis, all’Arsenale Nord, per tutta la durata della Biennale.
L’installazione si compone di container neri impilati, decorati con motivi di nuvole bianche e punti che simboleggiano il passaggio dall’indeterminato al concreto, dall’immaginazione alla realtà. “Le nuvole rappresentano la libertà della fantasia umana, ma anche le sue possibili ombre oscure e distruttive,” spiega la curatrice Sabine Gamper. “Questa iconografia invita a creare spazi di trasformazione e creatività dentro strutture apparentemente rigide.” I container stessi assumono un ruolo metaforico: non solo contenitori di merci, ma rifugi temporanei che incarnano il potenziale di un agire etico, politico ed ecologico.

L’artcontainer sarà presentato ufficialmente il 30 maggio alle 11 allo Spazio Thetis, con la partecipazione di Wil-ma Kammerer, Sabine Gamper e le imprenditrici Hilde e Daniela Niederstätter, moderati dall’architetto Adriano Oggiano.
Niederstätter porta avanti l’artcontainer dalla metà degli anni Duemila grazie a una collaborazione continuativa con artiste e artisti contemporanei per realizzare progetti di design destinati a edifici modulari. Oltre trenta installazioni sono nate da questo dialogo tra arte e architettura, pensate per usi pubblici e privati, tra design funzionale e immaginazione.
L’immaginario poetico di Kammerer è anche il filo rosso della comunicazione visiva della mostra Alps. Architecture. South Tyrol., organizzata da Kunst Meran Merano Arte e allestita a Palazzo Cavanis a Venezia, sempre fino a novembre 2025.