Libri, pastina ed altre manie
BELLA CARTA - la rassegna di franz in collaborazione con la Nuova Libreria Cappelli - porta a Bolzano per un aperitivo/incontro il fondatore della casa editrice marinonibooks Antonio Marinoni e l'artista Emi Ligabue. Il 14 maggio alle 19, negli spazi informali e accoglienti de Il Corso Bolzano.

I primi 10, © marinonibooks
In principio c’è stata la pastina, poi è stata la volta dei sassi artificiali, dei bottoni e delle fotografie sbagliate…
Non è il contenuto di un cassetto disordinato di una qualche credenza o tavolo domestico (anche se potrebbe esserlo), ma la serie di oggetti protagonisti della collana manie, edita della casa editrice indipendente di libri con le figure marinonibooks con sede in Lomellina, in provincia di Pavia. manie è una piccola collana, composta da libri di piccolo formato, con al centro piccole fissazioni e piccole cose che hanno appassionato/ossessionato/sedotto artisti, illustratori, creativi.
Tra questi si conta anche l’editore e fondatore di marinonibooks, Antonio Marinoni, che ha illustrato e catalogato una sua personale mania, dedicandovi il secondo libro della collana: sassi artificiali. “Quegli scarti di piastrelle, mattoni e bottiglie trasformati dal mare, levigati ed irripetibili”, che fin dall’infanzia lo hanno affascinato e che ha ricercato in lungo e in largo su di una spiaggia della Liguria, collezionandoli e conservandoli come tesori.

E la bella notizia è che presto Emi Ligabue e Antonio Marinoni saranno a Bolzano per raccontare al pubblico locale questa speciale collana, come anche il progetto complessivo della casa editrice marinonibooks, nata dalla passione dell’illustratore Antonio Marinoni per i libri e l’editoria e dalla sua curiosità per le diverse fasi di produzione del libro, dall’ideazione alla stampa. Tutti i libri della casa editrice, estremamente curati e ricercati dal punto di sono grafico e della scelta delle carte, sono stati realizzati in stretta collaborazione con lo studio di grafica òbelo di Maia Sambonet e Claude Marzotto, con sede a Milano.


L’incontro/aperitivo con Emi Ligabue ed Antonio Marinoni si terra il 14 maggio, alle ore 19.00 negli spazi informali de Il Corso Bolzano. L’evento fa parte della serie di iniziative Bella Carta, il progetto di collaborazione tra franzLAB e la Nuova Libreria Cappelli, ideato per dare spazio al racconto di libri di particolare interesse e pregio, non solo dal punto di vista del contenuto, ma anche della forma, con l’intento di evidenziarne i processi produttivi che li hanno trasformati in oggetti reali da leggere, sfogliare ed amare. Scoprirete dal vivo, con la vista, ma anche con il tatto, quanto siano speciali i libri con figure editi da marinonibooks: piccoli gioielli di carta, in armoniosa corrispondenza tra forma e contenuto. Ecco qualche anticipazione e assaggio della chiacchierata che vi attende il 14 maggio in questa breve intervista all’editore Antonio Marinoni e all’artista Emi Ligabue.
Emi Ligabue è un’artista che ha esordito nei primi anni Ottanta con la performace, ha collaborato con Studio Alchimia, ha esposto alla Triennale di Milano e in vari musei e gallerie, ha illustrato libri. Il suo lavoro è da sempre incentrato sugli oggetti e la loro memoria.
Antonio Marinoni, laureato in architettura al Politecnico di Milano, ha insegnato per quarant’anni, ha ideato e illustrato libri, disegnato tessuti e decori per ceramiche, ritratto interni di case. Nel 2020 ha fondato la casa editrice marinonibooks.

Partiamo da Antonio Marinoni. Antonio come è nata marinonibooks?
Ho sempre disegnato ma ho iniziato a realizzare illustrazioni per i libri una ventina di anni fa. In questa pratica, più che l’illustrazione, mi ha incuriosito l’intero processo di realizzazione dei libri. Da questa curiosità nel 2020 è nata marinonibooks che pubblica libri illustrati, o meglio, come li abbiamo chiamati noi, libri con le figure. Fondamentale fin da subito è stata la sinergia con Claude Marzotto e Maia Sambonet di studio òbelo. Con loro ho realizzato tutti i nostri libri. Andiamo molto d’accordo, abbiamo spesso le stesse visioni e trovo sempre interessante, a volte sorprendente quello che mi propongono. Dietro ogni libro, per la maggior parte cartonati, c’è un lavoro notevole nel trovare la tela giusta, così come la lamina giusta da stampare a caldo. Anche i laboratori che lo fanno bene, ad alti livelli sono pochi. Per le manie abbiamo preferito qualcosa di più agile, quindi sono piccoli libri in brossura, non cartonati ma con la copertina usomano (dalla carta naturale porosa, non patinata) e quindi comunque delicati, sempre con la stampa a caldo, con un effetto tattile della copertina.
Antonio, esattamente cosa sono queste manie?
Le manie possono essere legate a degli oggetti, ad un certo tipo di collezionismo, ma non solo. Può darsi che in futuro si vada oltre gli oggetti. Sono manie piccole, diciamo non patologiche, con un risvolto giocoso.Dopo la proposta di Emi ho pensato fosse interessante non fermarmi al suo libro, ampliando la collana. Ero in contatto, allora, con l’illustratrice Gabriella Giandelli, che di manie ne ha tante e abbiamo fatto i suoi bottoni, poi ci ho messo del mio con i sassi artificiali e sempre in quel periodo ho coinvolto Pia Valentinis, che anche lei di manie ne ha diverse e quindi abbiamo realizzato il suo libro con le fotografie sbagliate. In cantiere c’è ora un libro con i disegni di Franco Matticchio, dedicato ai giocattolini. Giocattoli di vario tipo ma accumunati dalle piccole dimensioni.

La collana manie mette al centro le immagini, o meglio le figure, piuttosto che il testo...
Esattamente. L’idea di fondo era un po' questa: illustrare queste manie, ma per immagini. Le didascalie e i testi contenuti nel libro sono di aiuto alla lettura. C’è un testo introduttivo in cui l’autrice o l’autore spiegano in poche righe in cosa consista la loro mania e poi un testo critico di approfondimento, in chiusura, che propone una riflessione finale. Nella parte di immagini possono esserci delle brevi didascalie. Nel caso di pastina, compare solo il nome dei diversi formati di pastina. Gabriella Giandelli si è inventata dei nomi pseudo-scientifici per i bottoni, come fossero degli insetti o piante rare. Io ho messo delle note legate al ritrovamento dei sassi, Pia Valentinis, invece, per le fotografie sbagliate, ha inserito brevi didascalie, solo per raggruppare l’errore o il difetto, la foto con la testa tagliata o con il pollice inquadrato in primo piano ecc.
Con Emi Ligabue avevate già lavorato insieme?
In precedenza avevamo realizzato un libro dedicato a Charlotte Perriand, una biografia scritta da Gisella Bassanini e Giovanna Canzi, che ripercorre la vita dell’architetta con le illustrazioni e i collage di Emi Ligabue e che rappresentano un po' gli oggetti più noti progettati da Perriand. Questo libro è la prima monografia della collana Fuori dall’ombra che marinonibooks dedica alla vita delle grandi pioniere europee dell’architettura e del design. Con Emi si lavora molto bene, è un vulcano di idee e interessanti manie...
Passiamo ad Emi: le tipologie di pastina che hai rappresentato sono trenta, come le hai scelte?
Inizialmente ho assecondato le mie preferenze, poi direi che ho preso in considerazione tutto ciò che esiste di prodotto industriale o semi industriale, anche se non ho la pretesa di averne esaurito il campionario. Potrebbe essermi sfuggita qualche pastina regionale, per esempio di uno sperduto paesino della Basilicata… Inoltre non ho resistito a sconfinare in Svizzera: ho aggiunto due tipologie di pasta elvetica di piccolo formato - tra cui l’impronunciabile Schwiizerchrüzli a forma di croce svizzera - che non sono quindi vera e propria pastina come la intendiamo noi. La pastina da brodo è qualcosa di tipicamente italiano. Ho così anticipato un’altra delle mie manie, la Svizzera, che chissà, magari troverà spazio in un altro libro della collana...
Invece per la parte creativa come hai lavorato?
Dal punto di vista del metodo ho abbinato un set di fondo, una tavola realizzata graficamente, alle diverse tipologie di pastina fotografate da Miro Zagnoli, ognuna con la propria ombra. Mentre dal punto di vista del soggetto, ogni tavola porta con sé una propria storia, un proprio vissuto ed immaginario visivo. Alcune suggestioni derivano dal nome della pastina, altre dalla forma. Per esempio i quadratini, che sono decisamente astratti, mi hanno ispirato una tavola alla Malevic; i ditalini mi hanno fatto venire in mente il gioco infantile delle collanine di pastina ed ho inserito ago e filo e così via. L’invito è quello di “leggere tra la pastina”, scoprendo le storielle che ci sono dietro...

Emi quanto ti sei divertita a fare questo libro?
Direi molto. Del resto il divertimento nel maneggiare cose che ci piacciono, è alla base di manie. Un libro sulla pastina lo vagheggiavo già da una decina d’anni e non avrebbe potuto sfociare altrove, se non in una collana come questa. Mi è piaciuto molto lavorarci, anche perché questo è un soggetto al limite dell’insignificante, un soggetto da niente che tuttavia scatena amori e odi. C’è chi la pastina la difende e chi la rifiuta. Poi si porta dietro molteplici memorie personali, non sempre allegre e positive, spesso legate all’infanzia, tirando in ballo mondi diversi. Per cui viene spontaneo ritrovare la propria pastina preferita, che è diverso dal preferire gli spaghetti o le penne che è una scelta adulta - come dire - una scelta pensata. La pastina è una cosa che ti rimane addosso.