Uno sguardo libero sulle montagne del mondo
Dal 25 aprile al 4 maggio torna il Trento Film Festival con 126 film, 165 appuntamenti in programma e oltre 100 eventi del T4Future, dedicati alle nuove generazioni. Tante storie e tanti linguaggi per raccontare le montagne, la gente che le abita e la loro cultura.

Misión Kipi di Sonaly Tuesta
Le montagne ogni giorno riempiono il nostro sguardo, abbracciano le nostre città, custodiscono storie e tradizioni del nostro angolo di mondo, ma basta guardare un po’ più in alto, un po’ più lontano, per accorgersi che questi giganti gentili sono terre di contrasti, pazienti e impetuose, con un clima rigido e fragile allo stesso tempo, terre alte che hanno sempre più bisogno della nostra cura e del nostro rispetto. Il 2025 è stato dichiarato dall’ONU l’Anno Internazionale della Conservazione dei Ghiacciai per ricordare a tutti la loro importanza nel sistema climatico e idrologico globale. Un richiamo urgente e crudo, come il manifesto di questo 73° Trento Film Festival, L’urlo del ghiaccio con una foto firmata da Sebastião Salgado, fotografo e fotoreporter brasiliano, protagonista anche di un’esposizione inedita sui ghiacciai mondiali inaugurata il 12 aprile. Una mostra diffusa, tra il MUSE di Trento e il MART a Rovereto, dove l’arte e la scienza si incontrano per raccontare la montagna e i suoi ghiacci.

Il Trento Film Festival continua con il film Mar de Molada di Marco Segato, che segue la creazione dell’omonimo spettacolo teatrale di Marco Paolini, presente in sala per l’anteprima assoluta del film per accompagnare il pubblico nel processo artistico di questo progetto che unisce mare e montagna seguendo il corso del Piave. A seguire appuntamenti con ospiti italiani e internazionali con Beyond. Lettera a chi non è andato oltre di Alex Bellini e Francesco Clerici, Nella pelle del drago di Katia Bernardi, con ospite l’artista Marco Martalar, El aroma del pasto recién cortado di Celina Murga, Tra natura e quota - Giovanni Storti sopravvive alle Alpi Apuane, con ospite Giovanni Storti, Qivitoq di Walid Berrissoul, con l’ex campione del mondo di snowboard Mathieu Crépel, I nomi inventati dal cielo di Alberto Meroni, Il canto del ghiaccio di Stefano Collizzoli e Paolo Ghisu, L’unico superstite di Stefano Floreanini, Giuseppe Tringali e Mario Veluscek, Mauro Corona. La mia vita finché capita di Nicolò Maria Pagani e come film di chiusura il francese Vingt Dieux! (Holy Cow) di Louis Courvisier, in anteprima italiana.
Naturalmente torna anche il concorso di cinema di montagna tra i più importanti e seguiti al mondo, per cui sono stati selezionati 22 film che spaziano in libertà tra meridiani e paralleli, ma sempre verso l’alto, con storie di individui, comunità ed ecosistemi da ogni continente.


La montagna come è vista da alpinisti e scalatori, da registi e fotografi, scrittori e attori. Ogni voce trova spazio al Trento Film Festival per raccontare la montagna con gli occhi di chi la vive, ognuno secondo le proprie inclinazioni, con l’attenzione del pubblico che si sposta da un punto ad un altro seguendo inquadrature diverse dello stesso ineffabile soggetto. E non solo sul grande schermo, come ogni anno al Trento Film Festival la montagna si racconta anche tra le pagine di romanzi, racconti e guide nello spazio dedicato a MontagnaLibri in Piazza Duomo per promuovere l’editoria che esplora le terre alte e le loro culture.
Il Trento Film Festival racconta le storie di chi vive e ama la montagna in tutte le sue forme e trasforma tutta la città in un luogo d’incontro dove cinema, alpinismo, parole e visioni si fondono per dare voce alle montagne e mostrare la bellezza e le sfide dei territori montani. È qui che le montagne raccontano le loro storie più profonde ed è qui che il mondo si ferma ad ascoltarle.
