Corpo a corpo con la poesia
Sabato 15 febbraio 2025 alle 11, presso la Nuova Libreria Cappelli a Bolzano, Francesca Fattinger dialogherà con Stefania Santoni e introdurrà il suo libro, ultimo nato della collana "Cento" di franzLAB.

Corpo a corpo con la poesia, Francesca Fattinger, illustrazioni Alice Filippazzo, 2024, franzLAB
Era il dicembre del 2020 quando la giornalista, autrice e mediatrice culturale Francesca Fatinger pubblicò su franzmagazine il primo testo introduttivo di una sua personale rubrica dedicata alla poesia: il primo tassello di un bellissimo progetto che si prospettava come un originale ed inedito laboratorio di scrittura poetica a tappe per i lettori della nostra rivista, dal titolo “Corpo a corpo con la poesia”. Da lì in avanti, fino al giugno del 2021, sono apparsi sul magazine con scadenza mensile, i 13 articoli di Francesca, che sono andati via via a comporre la sua rubrica-laboratorio, con altrettanti testi densi di riflessioni, spunti, suggestioni sul fare poetico, citazioni di poesie di autrici e autori italiani e non, più o meno noti, ma anche con la proposta di attività vere e proprie per mettere alla prova il lettore nella scrittura, ma anche stimolare nuove visioni e percezioni attraverso il filtro “magico” della poesia. Ogni capitolo era introdotto, a partire dal titolo, da un oggetto-mantra che fungesse da ispirazione per le indagini e le suggestioni proposte di volta in volta, ma anche da guida, per non perdersi - usando le parole di Francesca – “all’interno del meraviglioso bosco delle parole poetiche”.
La matrioska, la trottola, la conchiglia, il puzzle, il rullino, la lente, il gomitolo, il colino, il carillon, lo specchio, il palloncino, il dado, il dizionario. Eccoli qui in ordine di apparizione, i 13 misteriosi oggetti-guida, ludici e quotidiani, semplici e apparentemente banali, ma carichi di senso, scelti da Francesca per fornirci una sorta di file rouge all’interno di ogni articolo, così come tra un articolo e l’altro, ma anche perché capaci, in virtù di alcune loro particolari caratteristiche intrinseche, di descrivere il particolare approccio alla poesia dell’autrice.
Un’idea di poesia diffusa, lieve e giocosa, dinamica e vitale, democratica e pop, perché idealmente alla portata di tutti. Una poesia “take away” dall’energia trasformativa, creatrice e vitalistica, da portare con sé in giro per il mondo, ma che si potrebbe scovare un po' ovunque, in ogni casa come in ogni quartiere e paesaggio, tra gli oggetti, le persone e gli spazi che connotano la quotidianità. “Sono ogni giorno più convinta - scrive Francesca nel testo introduttivo al progetto - che la poesia sia composta intimamente da movimento, corpo, e sensi, e che ci inviti a una onesta relazione con noi e con gli altri. La poesia è dappertutto, anche dove ci sembra non poter esistere. È dotata di vita propria, ha una sua voce, un suo battito, un suo ritmo, una sua faccia espressiva. Vive nello spazio, anzi è essa stessa spazio”.
Sono partita così da lontano, dalla rubrica apparsa su franzmagazine per raccontare l’affascinante iter creativo del nuovo libro di Francesca Fattinger “Corpo a corpo con la poesia”, edito da franzLAB (Dicembre, 2024) per la collana Cento, (acquistabile nello shop di franz e distribuito in molte librerie della nostra regione), perché mi sembrava interessante sottolineare l’eccezionalità di questo lavoro, che a partire dalle sue prime battute apparse sul magazine ha avvinto e entusiasmato molti lettori, presentandosi fin da subito come un progetto coeso, finemente strutturato e articolato, densissimo di riflessioni stimolanti. Il libro era già tutto lì, nel suo ricco contenuto testuale ma aveva bisogno di un “corpo”, fatto di carta e caratteri tipografici per condensare il tutto e su cui trovassero forma e sede anche una serie di immagini che vi fluttuavano attorno, attraverso l’illustrazione. In precedenza Francesca aveva già pubblicato per franzLAB la bella raccolta poetica “Il mare in bocca” (2022), anche in quel caso in abbinamento alle illustrazioni create da Mirijam Heiler.
Ed eccoci arrivati all’attuale e bellissima pubblicazione di “Corpo a corpo con la poesia”, che si può sfogliare, soppesare, annusare, stringere tra le mani e che raccoglie gli scritti di Francesca Fattinger, le suggestive illustrazioni di Alice Filippazzo, la grafica elegante di Rebecca Segata e la raffinata stampa e rilegatura artigianale della Tipolitografia Algarotti di Trento. Arrivata a questo punto del mio racconto, sono felice di passare il testimone a Francesca e all’intensità che contraddistingue il suo pensiero e le sue parole.



Sono felicissima. Il libro mi piace molto ed è anche piuttosto corposo: il che mi dà molta soddisfazione nel tenerlo in mano. Ho scelto di stamparlo in una piccola tipografia di Trento, con una veste semi-artigianale, perché volevo che fosse un oggetto un po' speciale. La tiratura è di 200 copie e non 100, come previsto dalla linea editoriale della collana, perché volevo poter contare su una disponibilità continuativa del libro, quasi fosse una sorta di vademecum che potesse accompagnarmi nel tempo. Cento copie si esauriscono in fretta… Sarei felice che quella rubrica, che mi ha dato così tante soddisfazioni in passato, ora che è un oggetto fisico, possa raggiungere ancora più persone, oltre a quelle che mi hanno già scritto e che rappresenti per me una sorta di fedele compagno di viaggio, che mi accompagnerà nell’incontro e scambio con altre persone, sul lavoro e non solo. Al momento ho incominciato la distribuzione del libri a partire da Trento, dove sarà esposto in quasi tutte le librerie cittadine, a Bolzano si troverà da Museion e vorrei che arrivasse presto anche a Milano, da Spazio B**K.
Il libro ha una forma “ibrida” molto interessante: tra il manuale, il saggio e la raccolta poetica, ma è anche un albo illustrato... Quale fruizione del libro ti auspichi da parte del lettore?
Mi piace molto la parola “ibrido” che hai scelto, perché credo che contraddistingua la maggior parte dei miei lavori, così come questo libro; io stessa mi sento un essere un pò ibrida... Tutto ciò che produco è forse anche così: a cavallo tra mondi, linguaggi e ambiti differenti. Anche in questo caso ho voluto mettere insieme tante mie riflessioni sulla poesia, traendo spunto da molteplici fonti e autrici e autori di generi diversi, dalla saggistica, agli albi illustrati, ai fumetti, ai libri di poesia, e che si sono cimentati, ognuna e ognuno a suo modo, nel rispondere a un quesito fondante della mia ricerca: “Che cos’è la poesia? Quindi, in effetti, è presente in ogni capitolo una prima parte in stile saggistico ma “scritta a modo mio”: è quindi comunque molto leggera, giocosa ed a volte anche divertente. Poi c’è l’avvicendarsi dei 13 oggetti che danno concretezza alle riflessioni e infine c'è una parte di attività.
Il mio desiderio è che ognuna e ognuno possa usare questo oggetto come una cassetta degli attrezzi, da adattare alle proprie esigenze. Personalmente lo sento come un piccolo tesoro, a cui tornerò ad attingere ogni volta che farò un laboratorio, nella mia attività di mediatrice culturale, come anche in tanti altri momenti della mia vita. Credo che il libro possa essere letto in tanti modi e questo aspetto mi piace molto: si può leggere tutto di un fiato, centellinato prima di addormentarsi la sera, un solo capitolo al giorno; si può leggere solo l’attività o lasciarsi guidare unicamente dalle illustrazioni.
Il fatto che sia costruito a frammenti si presta a molteplici approcci alla lettura. Vorrei che le persone lo usino facendolo proprio, impiegandolo magari come spunto per poi stravolgerlo e riadattarlo su misura, trovandovi una propria strada, un proprio ragionamento, una propria poesia.

Francesca come sei arrivata a collaborare con Alice Filippazzo ?
Sono sempre più grata dell’incontro con Alice, che è avvenuto in modo casuale. Posso dire di essermi imbattuta, in prima istanza, nella futura copertina del libro a Spazio Virgolette che si trova in via San Martino a Trento, un centro attivo nel quartiere, che organizzava mostre, musica, eventi e che adesso si è trasformato in Spazio Mar. Ho conosciuto Alice lì, alla sua mostra, tramite le sue illustrazioni e la suggestione di quel tuffo. Quando ho visto quella figura femminile che si lanciava nel vuoto, ho pensato che rappresentasse “a pennello” quello che per me è la poesia. La poesia è proprio questo denudarsi, buttandosi in un mare sconosciuto. In un abisso che può fare anche un po' paura e dove il “non si sa che cosa c'è”, può spaventare, ma può anche racchiudere in sé tutta la meraviglia della scoperta di ciò che si cela sott’acqua. Quindi quando ho visto l’illustrazione mi sono detta,” speriamo che un giorno possa diventare la copertina del mio libro” e così è stato! Alice è stata molto felice di collaborare. Le ho consegnato il manoscritto e lei, in pochissimo tempo, due settimane circa, ha creato 2/3 illustrazioni per capitolo. Mentre leggeva il testo, le venivano come dei lampi e le immagini le sgorgavano fuori spontaneamente. Poi grazie al fine lavoro grafico di Rebecca Segata, le illustrazioni sono diventate l'abbraccio finale delle mie parole. È stato un fantastico lavoro di squadra e questa è un pò una meraviglia quando succede.
Mi è sembrato di cogliere un altro concetto importante che si snoda nel libro: l’idea di una poesia come “movimento” come pratica vitale e in costante divenire
Questo libro vuole sfatare tutta una serie di miti e stereotipi sulla poesia. In primis che chi scrive lo faccia rinchiuso nella sua camera, triste e con la schiena ricurva sui libri. Un’immagine cupa che da ragazza mi ha anche trattenuto dallo scrivere poesie... Invece secondo me la poesia è per sua natura, movimento. L’ispirazione nasce dall’incontro, oltre che con noi stessi, anche con quello che ci circonda, con l’altro da sé, che siano cose animali o persone e che avviene muovendosi nello spazio e nelle relazioni. Quindi il libro celebra un’attitudine attiva e vivace di chi pratica e si circonda di poesia.
In effetti in un capitoli in particolare, quello dedicato alla trottola, cerco di ragionare proprio su tale aspetto, richiamando alla vista il movimento di questo antico gioco: la trottola può stare ferma, ma soltanto se obliqua, mentre per esprimere la sua piena bellezza deve stare in movimento. La trottola nasce per muoversi. E anche la poesia, secondo me, nasce per muoversi. E tantissimi sono i suoi movimenti: da me che scrivo sul foglio, ai sentimenti che smuove nell’andare incontro ad un’altra persona e così via. Penso anche che le stesse lettere dell’alfabeto siano come corpi disposti in uno spazio. Sempre nel capitolo dedicato alla trottola, come prima micro-attività propongo di “scrivere una poesia nell'aria”, muovendo semplicemente la mano e questo per rendersi conto che, quando scriviamo, in realtà stiamo già ballando con le braccia, con i polsi e le dita, e quindi nello scrivere e comporre, che sia con la penna o sulla tastiera, ci muoviamo già tantissimo.


Francesca mi spieghi la scelta del titolo? Io personalmente vi colgo la fisicità, la vicinanza, ma anche una dimensione di lotta con la poesia...
Ci sono tantissime sfaccettature della poesia dietro a questo titolo. Devo dire che effettivamente la lotta c’è: è una lotta con noi stessi, ma anche una lotta della poesia tra la carezza e il pugno, perché la poesia, in qualche modo, è un atto liberatorio ma anche di cura, che lenisce ma nello stesso tempo fa anche emergere delle parti più complesse e non sempre facili da riconoscere in noi. Quindi chi scrive, ma anche chi legge e ragiona sulla poesia, secondo me, si trova come preso in questo balletto corpo a corpo tra parti di sé, che possono condurre via via dalla lotta al prendersi per mano, in una dimensione anche molto concreta, sensoriale ed emozionale. Mi piaceva usare la parola “corpo” perché oltre ad essere movimento la poesia è anche molto fisica. Nel confronto con noi stessi nasce da qualcosa che il nostro corpo ci fa vivere intensamente, visceralmente. Quindi mi piaceva usare un’espressione che ripetesse la parola “corpo” addirittura due volte, facendo emergere con forza la corporeità della poesia.
Ora che il libro è qui, bello e tangibile, che mix di emozioni provi e quale è il tuo desiderio a posteriori?
È il sogno realizzato di un progetto con una gestazione da “elefante”, un lavoro molto lungo e sentito. La poesia mi ha insegnato che se hai un sogno devi tenere duro e lavorarci con costanza per non lasciarlo sfumare. Si può arrivare anche ad “un corpo a corpo”, alla crisi, che però alla fine ti permette di (ri)trovarti e (ri)scoprirti e questo è stato anche il mio percorso fino a qui. Passo passo mi sono avvicinata alla mia sorgente. Penso che l’accompagnamento della poesia sia preziosissimo, per accedere alla parti più profonde di sé ma anche degli altri. Sono molto grata alla poesia perché in tutto questo percorso mi ha aperto a nuove conoscenze e amicizie. La poesia oltre che movimento e corpo è anche relazione e su questo ci sarebbe molto altro da citare dal mio libro. Ma qui concludo evocando un altro oggetto-guida, il gomitolo, che sintetizza quanto la poesia possa essere “relazione” ed invitandovi a scovarlo nel testo.... All'inizio pensavo addirittura di mettere un filo di lana per avvolgere i volumi, ma era complicato.
Spero infine che questo libro sarà l'occasione per molti, di incontrare sempre più persone e sfatare quei miti che ci bloccano nella scrittura e lettura della poesia. Si può affinare il proprio sentire, semplicemente mettendosi in ascolto di sé e degli altri. L’ascolto è una delle pratiche più democratiche che esistano, seppur tra le più difficili, ma fondamentale per fare i primi passi verso il fantastico obiettivo di “abitare poeticamente il mondo”. Vorrei quindi che il mio libro fosse un piccolo strumento utile a più persone di ogni età per capire che, con un po' di allenamento, possiamo essere tutti poete e poeti. Io a questo credo molto.
