Rayéta o della pietra magica della dea bianca

 

Immagina di trovarti sulla soglia della notte più lunga dell’anno. Sei lì, sospesa, mentre il mondo trattiene il fiato. È il solstizio d’inverno, il sole si abbassa al punto più lontano, lasciando che il buio avvolga ogni cosa come un manto di velluto nero. Ma non avere paura: il buio non è mai vuoto. Sotto la sua superficie dorme un segreto, una promessa, il cuore pulsante della vita stessa.

In questi giorni, il tempo sembra rallentare. La terra riposa, il vento racconta storie di un altro mondo e il silenzio diventa un custode prezioso. L’inverno non è solo freddo: è un regno. Ogni ramo spoglio, ogni fiocco di neve che si posa delicato sui sentieri, ogni ombra lunga e affilata è un invito. L’inverno ti chiama a varcare una soglia, a immergerti in un luogo dove tutto ciò che è invisibile prende forma.

Tu che guardi il cielo, hai mai notato quanto le stelle sembrano vicine in queste notti gelide? È come se volessero parlarti, sussurrarti che anche nel buio più profondo c’è luce. Al tramonto, quando il sole scivola via e le vette si accendono di bagliori rosa e argento, hai mai sentito quel brivido, quella vibrazione che sembra venire da un altrove? È il solstizio, un passaggio tra due mondi, un tempo in cui la terra dei vivi e quella dei morti si sfiorano.

Si dice che in queste notti gli Inferi siano più vicini. Le anime dei defunti camminano sui ghiacciai, il vento porta con sé i loro sospiri e i monti, maestosi e silenti, diventano specchi di un mistero antico. Ma non temere, perché in mezzo a questo regno di ombre c’è anche una luce che non si spegne mai. È un bagliore speciale, intimo, che appartiene a una figura leggendaria: Samblana, la regina dell’inverno.

Samblana non è una regina qualunque. È lei che governa il cuore del freddo, avvolta in un mantello fatto di raggi di sole e fili d’argento, scintillante come la neve sotto la luna piena. Eppure, nonostante il suo splendore, il gelo del suo regno potrebbe sembrare eterno, le valli sommerse nell’oscurità dell’inverno. E così, Samblana, in un gesto di redenzione e amore verso il mondo, ha creato il rài.

Il rài è il dono più prezioso della regina. Con il piccolo specchio magico ricavato da una pietra azzurra, la stessa che le fu portata dalle sue messaggere gemelle, le Yemèles, Samblana cattura l’ultimo bagliore del sole morente e lo riflette giù, nelle profondità delle valli. Ogni raggio è una carezza di luce che dissolve per un istante l’oscurità, un ponte tra il cielo e la terra, tra il giorno e la notte.

Quando la notte cala, e il gelo avvolge ogni cosa, il rài appare come una lama sottile, una luce fredda e azzurra che si staglia contro il buio. Dal Monte Antelao – o forse dalla Marmolada, chi lo sa con certezza? – quel riverbero si sparge per le vallate, toccando le cime degli abeti e risvegliando nelle anime degli uomini un barlume di speranza. È come se, per un istante, l’inverno stesso si piegasse, lasciando intravedere un futuro oltre il ghiaccio.

E tu, osservando il cielo, potresti scorgere quel riflesso, quel dono di Samblana. Non è solo luce: è un messaggio. Ti dice che anche quando il sole sembra perduto, anche quando il freddo sembra infinito, c’è qualcosa che resta, qualcosa che brilla. Il rài è il respiro dell’inverno, il modo in cui la regina ti ricorda che il buio è solo un passaggio, una pausa prima di una nuova alba.

Le betulle sono gli alberi sacri al suo popolo. Le dalle sue lacrime nascono stelle alpine: fiori argentati che resistono al gelo, simbolo di forza e bellezza. Samblana, con il suo specchio e il suo manto, veglia su di te. E mentre i suoi raggi toccano la terra, ti sussurra che anche nelle notti più lunghe e fredde c’è un filo di luce che aspetta solo di essere seguito.

Ora, pensa all’inverno non come a una fine, ma come a un inizio. Ascolta le storie che il vento porta con sé, lascia che le ombre ti parlino e ricordati che ogni notte più lunga porta con sé un’alba. Samblana ti aspetta lì, al confine tra il visibile e l’invisibile, pronta a mostrarti che il buio non è mai solo assenza, ma una soglia verso qualcosa di nuovo.

E tu, sei pronta a incontrarla?

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