L’arte di reinterpretare il mondo

Intervista all'illustratrice Anna Formilan

L’arte di reinterpretare il mondo

© Anna Formilan

Incontrare Anna Formilan è come addentrarsi in un bosco al crepuscolo, quando la luce si attenua e ogni cosa sembra vibrare di significati nascosti. Illustratrice dalla sensibilità straordinaria, micologa che si muove tra le reti sottili del sottosuolo, collaboratrice UNESCO e donna profondamente colta, Anna non si limita a osservare il mondo: lo attraversa con lo sguardo curioso di chi sa che ogni cosa cela una storia. La sua formazione, fuori dagli schemi canonici, è il riflesso di una mente che non si accontenta del già detto, ma cerca sempre nuovi modi per tradurre l’invisibile in immagine.

Con il suo tratto, Anna riesce a preservare l’identità di ciò che incontra, ma al tempo stesso lo reinterpreta, donandogli una nuova profondità. Le sue illustrazioni non sono solo opere d’arte, ma narrazioni che si intrecciano con il pensiero e la memoria collettiva, racconti visivi che danno voce a concetti complessi e spesso inaccessibili.

Con lei ho parlato di femminismo e di magia, di streghe e della bellezza nascosta nelle pieghe della realtà. La nostra conversazione è sempre un viaggio nelle profondità del possibile, in quelle narrazioni altre che abitano i margini e gli spazi sotterranei, dove spesso si annidano le storie più autentiche. Anna è una sorella speciale, uno dei doni più luminosi di questo 2024, e con lei sto immaginando mondi nuovi, progetti che esplorano la potenza delle radici e la leggerezza delle idee.

Questa intervista è un invito a immergersi in quel “non ordinario” che Anna incarna, a lasciarsi stupire dal suo modo di raccontare il mondo e a scoprire come, anche nelle ombre, ci sia sempre un bagliore di magia.

© Anna Formilan
About the authorStefania Santoni Sono nata nel cuore di una fredda notte di gennaio, tra il bagliore della luna piena e il [...] More
Anna, puoi raccontarci come è iniziato il tuo percorso di illustratrice? C’è stato un momento o un progetto che ha segnato la tua svolta?
Il mio percorso è iniziato sui banchi dell’asilo, dove sceglievo sempre carta e matite a qualsiasi altro gioco. Da allora non ho mai smesso di disegnare. Sicuramente un punto di svolta è stato a settembre 2015, quando per la prima volta, incoraggiata da una compagna dell’università, ho esposto in un locale di Trento alcuni scatti illustrati dei miei anni universitari in Francia, Germania e Marocco fatti durante il mio percorso in Studi Europei e Internazionali. Da quel momento l’illustrazione si è lentamente trasformata in professione, portandomi a lavorare con clienti nazionali e internazionali come il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico, Emergency, Helvetiq, il Ministero dell’Istruzione e della Ricerca della Repubblica Federale di Germania, Medici con l'Africa Cuamm, Save the Children Italia, Vrije Universiteit Amsterdam, Università di Amsterdam, ma anche festival, aziende per il turismo, fondazioni, enti e associazioni locali, come l’Università di Trento, la Soprintendenza per i beni culturali della Provincia autonoma di Trento, Oriente Occidente Dance Festival, Montura, Mart - Museo d'Arte Moderna e Contemporanea di Rovereto, Trentino Sviluppo, Fondazione Forte Belvedere-Gschwent.

La tua collaborazione con l'UNESCO è un traguardo straordinario. Come si è sviluppato questo rapporto?
Essere stata selezionata come collaboratrice grafico-visiva dell’UNESCO è stato un traguardo impensabile, che ha congiunto le doppie anime di illustratrice e laureata in Studi Europei e Internazionali. Con loro lavorerò a progetto ogni qualvolta avranno bisogno di illustrazioni, info-grafiche, immagini, servizi di impaginazione.

C'è un progetto in particolare che senti più vicino a te?
È difficile scegliere un progetto che sento più speciale degli altri, perché ogni lavoro è un mondo a sé. Mi sento come un micelio che si muove nel mondo e, quando incontra le giuste risorse, produce progetti-fungo, tutti diversi, ma ugualmente belli e unici.

Cosa ti ha portato ad avvicinarti al mondo della micologia? È stata una passione recente o un interesse latente che finalmente hai esplorato? Come unisci la tua arte con la tua passione per i funghi?
Tutto è iniziato da piccola, quando i miei genitori mi portavano per funghi nei boschi dell’Altopiano di Piné. Ho sempre avuto la sensazione di entrare in un reame incantato, camminando per ore alla ricerca di questi strani frutti della terra e avendo la sensazione di trovarli solo quando erano loro a decidere di mostrarsi. Ho riscoperto questa passione da alcuni anni e progressivamente si è fatto forte in me il desiderio di conoscere tutti i funghi che incontravo nelle mie passeggiate: non solo i soliti noti, ma anche i famosi funghi “matti”. Ho così deciso di intraprendere il biennio di Trento, organizzato da Accademia di Impresa, in collaborazione con il Gruppo Micologico “G. Bresadola”, considerato il miglior corso in Italia. Sono stati due anni impegnativi, tra biologia, commercializzazione, legislazione, micotossicologia, tassonomia, riconoscimento, microscopia… un vero salto in un mondo scientifico molto lontano dal mio background totalmente umanistico. Ma alla fine la soddisfazione è stata indescrivibile e la passione ne è uscita più forte che mai, con la doppia vittoria di essere riuscita a far scrivere “Micologa” sul certificato, per la prima volta nella storia italiana. Intendo ora concretizzare le conoscenze acquisite in vari progetti di divulgazione scientifica sui funghi, sia personali che in collaborazione con case editrici, musei e festival. Anche perché la micologia è ancora un mondo per lo più misterioso, da approfondire e da esplorare. Conosciamo solo una piccola percentuale dei funghi esistenti e si stanno scoprendo cose straordinarie su questi esseri e sulle loro capacità. Dico sempre ai miei amici che i funghi salveranno il mondo. Il corso mi ha inoltre ricordato la bellezza di imparare e scoprire nuovi mondi. Una parte di me ha sempre rimpianto di non aver continuato la carriera universitaria con un dottorato, sulla scia della mia tesi specialistica sul femminismo in Marocco. Ho quindi ripreso ad espandere i miei orizzonti. Da gennaio 2024 mi sto infatti interessando di Storia dell’Esoterismo, Storia della Psichedelia e degli Stati non ordinari di Coscienza, seguendo corsi online e presso l’Università di Amsterdam.

© Anna Formilan

Nel tuo lavoro, quanto influisce la natura? Hai dei luoghi o ambienti specifici che ti ispirano maggiormente? Come micologa, hai scoperto un lato diverso della natura che prima non osservavi? Questo ha cambiato il tuo modo di illustrare?
La natura ha sempre avuto un ruolo importante nel mio processo creativo. Una passeggiata nel bosco è il miglior antidoto per ricentrarsi e sciogliere qualsiasi blocco d’ispirazione. Anche ora che sono per lo più di base ad Amsterdam, approfitto dei bei parchi cittadini e dei canali per lunghe passeggiate (sperando chiaramente sempre di incontrare qualche fungo da identificare). Appena torno in Trentino vado subito a Piné, che, tra funghi e cavalli, custodisce un pezzo del mio cuore.
Conoscere i funghi è diventata una forma di meditazione e un modo per rallentare. La frenesia della città e le preoccupazioni spariscono completamente mentre mi muovo lenta tra muschi e alberi, osservando il terreno, concentrata unicamente sul presente e sui suoni attorno a me. È come se il tempo si fermasse e ricominciasse solo quando esco dal bosco. La micologia mi ha inoltre aperto gli occhi sull’interconnessione tra le cose e le persone. C’è tutto un mondo nascosto che non vediamo, un modo di ife che si espandono e si ritraggono, che portano energia e informazioni, e che collegano tutti gli esseri.
I funghi mi hanno fatto ritrovare il senso di incanto del mondo.

Dove ti vedremo prossimamente? Hai progetti in corso o esposizioni che possiamo segnare in agenda?
Attualmente sto curando il Summer School Times, la rivista delle Summer School dell’Università di Amsterdam, che racchiude articoli di direttori accademici, studenti e partecipanti al corso di scrittura creativa. È un progetto che mi sta dando grandi soddisfazioni e di cui sto sviluppando non solo il layout e il design, ma anche le illustrazioni di copertina e di accompagnamento agli articoli interni.
Sto inoltre lavorando alla nuova veste grafica della terza edizione del dizionario “Decoding China”, una guida per comprendere il significato ufficiale cinese di termini chiave nelle relazioni internazionali e nella cooperazione allo sviluppo, supportato dalla Swedish International Development Cooperation Agency e dal Ministero dell’Educazione e della Ricerca tedesco.
Infine, sto parallelamente portando avanti dei progetti editoriali personali, di cui non posso ancora svelare nulla, ma che riguarderanno funghi, femminismo, storia ed esoterismo.

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