Culture + Arts > Visual Arts

March 20, 2024

Poetry in the box a Museion: un omaggio alla storia del Mercato del Sale e a Ugo Carrega

Francesca Fattinger

 I like to look inside boxes to see what’s in. You look and read: your mind will mix up things in just one idea. The way you look + read is part of the meaning.
Ugo Carrega

Pensate a una scatola chiusa. Immaginate non sia una scatola qualsiasi, immaginate che sia “quella” scatola, quella in cui avete inserito qualcosa di voi, dei ricordi, una vostra collezione di fotografie o cartoline o lettere o ancora oggetti di vario tipo. Una scatola insomma in cui vi siete rinchiusi con l’idea di salvarvi, di conservarvi, meglio ancora se è una scatola che avete chiuso qualche tempo fa. Immaginate di accarezzarne la superficie e in quella carezza di ricollegarvi al “voi” che l’ha chiusa l’ultima volta, di condensare in quel tocco un salto temporale: siete totalmente voi e al contempo non lo siete più, siete sospesi nel tempo e senza tempo, siete salvi. Quando penso a una scatola ad esempio a me viene subito in mente una scatola che ho in cima al mio armadio: la mia professoressa d’arte delle medie ci aveva chiesto di rappresentare l’immaginazione e io ho preso una scatola per le scarpe e ce l’ho messa dentro.  

20240312_MUSEION_Poetry _in_the_box©Fiorentino_WEB-35

L’oggetto “scatola” nella sua estrema semplicità è uno degli oggetti poetici per eccellenza, ricollegandosi al senso bretoniano del termine, è l’”oggetto” che può farci approdare a una moltitudine di significati soprattutto per i gesti che presuppone: atti di archiviazione e di salvataggio, ma anche di confinamento e di costruzione di spazio e di senso. “Scatole come idee progettuali, come hortus conclusus della sperimentazione, come riproduzioni che mettono in discussione anche l’idea stessa di copia, come oggetti poetici da esperire stabilendo una certa intimità tra chi guarda e apre la scatola e l’artefice della stessa, ma anche come struttura auto-narrante in cui sistematizzare e raccontare il proprio lavoro.” Ecco come i curatori della mostra “Poetry in the box”, inaugurata a Museion la scorsa settimana e visitabile fino all’1 settembre 2024Frida Carazzato e Duccio Dogheria, spiegano il senso dell’oggetto attorno a cui hanno voluto impostare il loro racconto e omaggio alla storia del “Mercato del Sale”, a 50 anni dalla sua fondazione, e a Ugo Carrega, a 10 anni dalla sua scomparsa. Una nuova occasione espositiva che vede assieme Mart e Museion attorno alla straordinaria collezione che è l’Archivio di Nuova Scrittura che il collezionista Paolo Della Grazia ha affidato ai due musei ormai 20 anni fa. Si tratta di un “meta archivio” che comprende migliaia di opere d’arte, 20.000 libri che vanno dalle avanguardie storiche ai libri d’artista contemporanei, riviste d’artista e diverse migliaia di documenti d’archivio. 

20240312_MUSEION_Cubo_Garutti_Poetry_in_the_box©Fiorentino_WEB-14

Il progetto espositivo ruota attorno a Ugo Carrega, personaggio poliedrico grazie a cui l’Archivio di Nuova Scrittura è nato: è grazie a lui e con lui che, citando le parole di Paolo Della Grazia in ricordo di Ugo che aprono il leporello prodotto in edizione limitata in occasione di questa mostra, è stato possibile creare “un insieme di eventi e situazioni che hanno dell’incredibile ed erano memorabili: anticipavano i tempi ed il futuro”. “È stato il tuo “Fare Arte” – continua Paolo della Grazia rivolto a Ugo – che aveva il sapore del nuovo, a spingere ad osare e ad attraversare alcuni decenni, anche tragici, affrontando le nuove realtà che si proponevano, con spirito critico, tenacia, coerenza e una solitaria libertà a difesa delle tue idee, il tuo credo.”

Ugo Carrega è stato uno dei principali protagonisti delle cosiddette ricerche verbo visuali, quelle ricerche artistiche che mettono in rapporto l’universo della parola con quello delle immagini. E se si parla di Ugo che è sempre stato un “operatore culturale” a tutto tondo, artista, gallerista, poeta, editore e curatore attivo tra la fine degli anni ’60 e gli anni ’90, non si può non parlare degli spazi espositivi o meglio degli “artist-run space” a cui ha dato vita. La mostra in particolare racconta del “Mercato del Sale”, ma anche di spazi precedenti come il centro “Tool”, che sebbene attivo per soli 3 anni, è stato uno dei più creativi. Potrete trovare, ad esempio, documentate in mostra due esposizioni ospitate in questo spazio: “Bodies”, una mostra e che presentava l’idea di corpo traslata poeticamente ma anche concretamente, cioè con dei veri e propri frammenti di corpo di artista, oppure “Cards from the World”, di fatto la prima mostra di “Mail Art” tenutasi in Italia, con opere di diversi artisti, da Mirella Bentivoglio fino a Bruno Munari, che con un tocco geniale cancella il volto della regina Elisabetta in una cartolina prestampata. 

20240312_MUSEION_Poetry _in_the_box©Fiorentino_WEB-23

Proprio alla ricerca di un modo per raccontare una figura così poliedrica e complessa come quella di Ugo, ma anche una storia di spazi, riviste, mostre e incontri così piena di livelli e relazioni, i due curatori hanno deciso di partire dall’”oggetto scatola” che troverete in tutto il percorso moltiplicato ed esagerato, non solo per il suo valore simbolico ma proprio perché la scatola è un elemento che ricorre un po’ in tutta la produzione di Carrega. Si ritrova nelle sue opere che si ispirano certamente all’”opera-scatola” per eccellenza, la “Boîte-en-valise” di Marcel Duchamp, ma anche in edizioni che hanno la forma di scatola e che quindi si presentano come vere e proprie mostre portatili, come “Scrittura attiva” che è una cartella che presenta una cinquantina di grafiche di altrettanti artisti internazionali che esplorano il rapporto tra parola e immagine. Ci sono poi riviste che rimandano all’idea di scatola, riviste d’artista come “Penta box”, “Bollettino Tool” o “Scatola” sottotitolata “Rivista Oggetto”. 

20240312_MUSEION_Poetry _in_the_box©Fiorentino_WEB-26

E poi la scatola è stata per Carrega anche un’occasione di auto-narrazione: tra il 1971 e il 1973 ha organizzato cronologicamente il proprio archivio in una serie di 62 scatole bianche, dettagliatamente etichettate e categorizzate, ora conservate presso l’Archivio del ’900 del Mart. Ogni scatola contiene varia documentazione sulla sua ricerca artistico-letteraria tra il 1955 e il 1973, ma anche opere ed edizioni realizzate assieme ad altri artisti ed artiste.  Il display della mostra, a cura di Claudia Polizzi, si ispira proprio a queste scatole di Carrega che, utilizzate come dei moduli espositivi, riprendendo anche la sua grafia nella numerazione, mostrano il contenuto originale selezionato e messo in relazione con le riviste-scatola prodotte da Carrega e le opere di altri artisti e artiste che hanno lavorato insieme a lui negli anni del Mercato del Sale. 

ANS1261 Gut

Infatti se il racconto ruota innanzitutto attorno a Ugo Carrega molte sono le opere di altri artisti e artiste: in particolare è stato importante per i curatori rendere omaggio e rendere presenti nello spazio della mostra e in questo momento altre figure come Liliana Landi, Anna Oberto ed Elisabetta Gut che quest’anno festeggiano novant’anni: “questa mostra è anche un modo per rendere omaggio a queste protagoniste della Nuova Scrittura”. 

20240312_MUSEION_Cubo_Garutti_Poetry_in_the_box©Fiorentino_WEB-16

La mostra inoltre non si esaurisce negli spazi di Museion, ma vede innanzitutto una sua espansione al Cubo Garutti, dove sono esposte delle opere di Ugo Carrega e Liliana Landi, “una mostra nella mostra”, perché è esposto un piccolo cofanetto di Paolo Girotto che è una “mostra in valigia”, un cofanetto di legno costruito da Carrega al cui interno ci sono diverse opere.
Mentre possiamo immaginare come una scatola virtuale anche quella che il Mart ha voluto proporre in occasione della mostra all’interno della propria Digital Library. Nel foglio di sala in mostra si trova infatti un QR Code attraverso il quale si può esplorare oltre una sessantina di libri d’artista di Ugo Carrega, digitalizzati proprio per questa occasione.

Due sono poi gli eventi del programma collaterale: il 18 aprile alle ore 18 “Im Kontext – Visioni diffuse: dalle riviste di Ugo Carrega alla storia della fanzine in Italia” e il 4 luglio la visita dialogica alla mostra con la curatrice Frida Carazzato, il curatore Duccio Dogheria e Silvia Piffaretti, ricercatrice presso l’Università per Stranieri di Siena.

Credits: (1, 2, 3, 4, 5, 7) Exhibition view, foto di Daniele Fiorentino, (6) Elisabetta Gut, “Poesia”, 1983, foto di Augustin Ochsenreiter

Print

Like + Share

Comments

Current day month ye@r *

Discussion+

There are no comments for this article.