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December 15, 2023

Dolomitisch: Topographic Furniture.
Intervista a Luca Da Ros

Maria Quinz

Chi più in alto sale, più lontano vede; chi più lontano vede, più a lungo sogna.

 Walter Bonatti

Montagne e immaginazione. Ci sono le montagne, quelle vere da esplorare, fatte di boschi ed erbe, di rocce e sassi, di pareti vertiginose e cime aguzze, di silenzi smisurati e di pura bellezza di linee. E c’è l’immaginazione: quel sentire che veicola pensiero e cuore oltre le barriere del possibile, lasciandosi guidare dal desiderio di conoscenza verso nuove dimensioni fattuali e creative, riflesso di una realtà sognata, vagheggiata e reinventata secondo le proprie più ardite fantasie. E se il proprio sogno è quello di portarsi le montagne amate fin dall’infanzia in casa e contemplarle a volo d’uccello, seduti comodamente sul divano, per studiarne la morfologia e fantasticare su nuovi itinerari da esplorare – perché non abbandonarsi a tale sogno, lasciandosi conquistare, tanto da dargli concretezza e forma?

Così scriveva il grande esploratore e alpinista Walter Bonatti: “Il bello dell’avventura è sognarla, dare aria all’immaginazione, poi si potrà anche tentare di dare materia ai propri sogni. Per questo la fantasia deve accompagnarci sempre”. E fantasia, sogni e immaginazione – oltre all’amore per la montagna – sono state anche le premesse che hanno dato il via all’avventura Dolomitisch, start-up con sede a Bolzano fondata da Luca Da Ros, con Walter Capovilla e Daniele Da Re, che progetta e realizza straordinari arredi di design “topografici” e che portano la firma del designer Riccardo Vendramin. Si tratta di arredi estremamente raffinati, frutto di una complessa progettazione e lavorazione e che riproducono su legno tutte le catene montuose del mondo ad altissima fedeltà. Il modello topografico della montagna prescelta (terrain-based) è costruito su scansioni laser satellitari che vengono intagliate su un blocco di legno massiccio con un pantografo CNC ad alta fedeltà, con la massima precisione e dettaglio. La raccolta, il trattamento e l’elaborazione dei dati sono gestiti con un codice di programmazione interno, sviluppato da esperti per ottenere i migliori risultati qualitativi, sia estetici che meccanici. Ogni pezzo creato da Dolomitisch è unico, presentando rilievi diversi scavati in differenti essenze di legno, materia di base abbinata a sua volta ad altri materiali selezionati, come metalli galvanizzati e vetro temperato. Ognuno di questi oggetti sorprendenti fonde la complessità del paesaggio naturale con la funzionalità del mobile contemporaneo, dalle linee essenziali e raffinate, espressione di una sapiente e visionaria fusione tra arte, tecnologia, conoscenza e passione per la montagna e come vedremo, sostenibilità. Dolomitisch è un’impresa giovanissima, che dopo un solo anno dalla fondazione è oggi rappresentata da gallerie internazionali di primissimo piano, come la Galleria Rossana Orlandi di Milano e Porto Cervo e la Vail International Gallery in Colorado, USA. Non sono mancati anche i prestigiosi riconoscimenti, come il premio “America Innovazione”, promosso dalla Fondazione Italia USA, assegnato nel maggio 2023 presso la Camera dei Deputati di Roma alle migliori start-up innovative italiane. Non aggiungo altro, perché ho il piacere di raccontarvi l’avventura creativa di Dolomitisch attraverso le parole del suo giovane fondatore Luca Da Ros, ricercatore post-dottorato in Ecologia forestale  all’Università di Bolzano, città dove oggi vive e lavora.

Montagne, alberi, legno, natura: sono sostanza, forma ed essenza di Dolomitisch. Ma lo sono anche le Dolomiti, come lo si evince dal nome. Qual è il tuo legame con le montagne – tornando anche a ritroso all’infanzia e agli anni della tua formazione?

Il mio legame con le montagne e il bosco è molto stretto, fin dall’infanzia. Sono nato a Vittorio Veneto, vicino a Treviso, nel contesto della Pianura Padana, ma vicinissimo alle montagne: con alle spalle le Prealpi e poi, in secondo piano, le Dolomiti. A cento metri da casa mia partiva un sentiero che conduceva al bosco di Cansiglio, uno dei luoghi più significativi per la mia infanzia e adolescenza e che ho esplorato in libertà con gli amici, a piedi e in mountain bike. Poi mi sono iscritto all’università a Bologna dove mi sono laureato, prima, in Scienze Naturali e successivamente in Progettazione e Gestione degli ecosistemi. In quegli anni ho continuato a esplorare le montagne; durante due diversi progetti Erasmus ho avuto modo di esplorare i Pirenei spagnoli e francesi. Sono stato poi alcuni mesi in Sud America in due diverse occasioni dove ho visitato la maggior parte degli stati situati lungo la cordigliera andina, dalla Terra del Fuego alla Patagonia, percorrendo tutte le Ande centrali fino alla Colombia. Dovunque io vada, anche come turista, mi piace l’esplorazione, fare escursioni con la tenda in mezzo alla natura, osservando gli animali, la vegetazione e il paesaggio.MIRAGE_RockyMountains_Faggio2 Come sei arrivato a Bolzano?

Mi sono trasferito a Bolzano nel 2018 perché ho proseguito gli studi con un dottorato di ricerca in Mountain Environment and Agriculture che ho concluso due anni fa e ora sono ricercatore in Ecologia Forestale sempre all’Università di Bolzano. Posso dire che ho trovato qui la mia dimensione ideale: una città più grande di quella da cui provengo, quindi con più opportunità, ma vicina al bosco e alla montagna. Da Bolzano si raggiungono in pochissimo tempo, anche in bicicletta, dei luoghi di tranquillità e silenzio in mezzo alla natura. Qui ho aperto la società e ho stretto legami di amicizia e di lavoro importanti; credo quindi che questa sarà la mia base per i prossimi anni, anche se continuerò a viaggiare, come ho fatto in passato. Sempre durante il dottorato, ho frequentato per sei mesi la Cornell University a New York, con una borsa di studio del governo americano, per fare ricerca nei boschi. Mi piace tenere contatti con altre realtà e continuerò a farlo, ma trovo che ci siano pochi posti dove vivere come Bolzano, per chi ama la montagna. _MG_5699Come è nato il progetto Dolomitisch?

Al mio arrivo a Bolzano per il dottorato, mi sono trasferito in una casa non ammobiliata, dove inizialmente avevo il minimo indispensabile come arredi e ho iniziato a fantasticare su di un tavolino che avrei voluto realizzare per me, con alla base un blocco di legno, in cui fosse scavata la morfologia del territorio da inserire sotto un vetro, che fungesse da piano, così che, dal divano, potessi osservare tutti i giorni le montagne, studiarne itinerari e caratteristiche, avendo al contempo un tavolo da usare quotidianamente. Allora ero anche assistente di un corso di Anatomia e Tecnologia del legno e mi occupavo di accompagnare gli studenti in aziende locali, per studiare i processi produttivi della filiera del legno. In una di queste occasioni ho avuto modo di parlare con Walter Capovilla, CEO di LignoAlp (Damiani&Holz SpA) e di accennargli alla mia fantasia, per valutarne la fattibilità. Da questa idea raccontata al volo a Walter, che ne rimase entusiasta è partito tutto. Dopo la realizzazione del primo prototipo da parte della LignoAlp, sulla base del modello 3D da me fornito senza difficoltà, poiché lavoro abitualmente al monitoraggio ambientale satellitare, Walter mi ha proposto di considerare l’ipotesi di farne un progetto più strutturato e non soltanto, quindi, un pezzo per casa mia. Da lì Dolomitisch ha iniziato a prendere forma…Schermata 2023-12-15 alle 11.28.28 Dall’idea al premio”America Innovazione”: in poco tempo Dolomitisch “ha scalato vette”, realizzando tanto, pur essendo una realtà produttiva complessa che coinvolge più esperti e maestranze. Come è proseguita quest’avventura?

Fondamentale è stato il coinvolgimento di un bravo designer; io sono un forestale con qualche competenza tecnica nella costruzione di oggetti, perché mio padre ha una azienda di stufe a legna e pellett e in adolescenza, in estate ho sempre dato una mano, facendo pratica di diversi macchinari e di programmazione CNC sia per il metallo che per il legno. Ho coinvolto quindi Riccardo Vendramin come Chief of Design, un amico di Treviso, bravissimo designer specializzato in illuminazioni e poi, una volta finito il dottorato, ho fondato la società con Walter Capovilla della LignoAlp, nel ruolo di investitore e business angel e con Daniele Da Re, un altro amico d’infanzia, responsabile delle operazioni tecniche: ricercatore post-dottorato in Biogeografia con molti anni di esperienza accademica internazionale e una grande esperienza alle spalle in geoprocessing avanzato, analisi di telerilevamento e programmazione R.  Nell’ottobre 2022 è uscito il primo catalogo di Dolomitisch, che ha cominciato a girare. I primi pezzi sono stati presentati alla Courmayer Design Week di febbraio 2023. All’arrivo della funivia Skyway sul ghiacciaio a Punta Helbronner a 3500 m di quota, si trova un nostro pezzo esposto permanentemente. Per la Design Week di Milano di aprile 2023 la Galleria Rossana Orlandi ci ha chiesto alcuni pezzi che abbiamo realizzato in fretta e furia per l’evento. Da allora siamo esposti lì a Milano e a Porto Cervo nella Summer Gallery. Un mese dopo siamo stati contattati dalla Vail International Gallery che ci ha richiesto due pezzi e che ora ci rappresenta nel mercato USA. 

Che riscontri avete ricevuto?

A un anno dalla fondazione, a livello mediatico abbiamo ricevuto tantissimi apprezzamenti e riconoscimenti importanti, come il premio “America Innovazione”. Per quanto riguarda i pezzi, le commesse sono ovviamente più contenute, dati i costi di realizzazione che difficilmente un privato potrebbe sostenere. Abbiamo ricevuto diverse richieste da hotel e resort, sia in Alto Adige che in Colorado e stiamo lavorando su più fronti alla realizzazione di progetti su misura. A catalogo diamo delle idee, ma poi siamo più che contenti di realizzare progetti ad hoc, in cui il cliente, in base alle sue esigenze e desideri, sceglie la finitura del legno e degli altri materiali, la forma, la funzionalità e le dimensioni del mobile, oltre alla catene montuose che desidera realizzare. I tempi di consegna indicativamente, sono di tre mesi. Il lavoro è complesso, a più livelli, partendo dal recupero del legno che deve essere di qualità ed adeguatamente seccato (è un materiale igroscopico e con l’umidità rischia di alterarsi) poi va tagliato, lavorato e rincollato per dissipare le tensioni, saldato con la parte metallica, fresato, ecc. Schermata 2023-12-15 alle 11.19.55Luca ci sono dei pezzi di Dolomitisch che prediligi ?

Direi la panca “Belvedere”, che forse fra i vari pezzi è quella che piace di più per la sua semplicità e il tavolino “Mirage”, che vedrei bene anche in casa mia, prima o poi…

Anche la sostenibilità è un tratto distintivo di Dolomitisch…

Assolutamente. Essendo forestale ci tengo che la filiera sia il più possibile corta, certificata e quindi che la gestione del bosco avvenga secondo regole sostenibili. Inoltre collaboro con Etifor, spin-off dell’Università di Padova che si occupa di riforestazione. Laddove Dolomitisch crea degli utili, intendo soppiantare gli abeti colpiti da bostrico e sostituirli con boschi misti di conifere e latifogli, aumentandone la biodiversità e la resilienza. Boschi, che senza l’ausilio umano con il tempo si riprenderebbero, ma che con una spinta umana possono farlo più velocemente.

Hai qualche sogno o progetto particolare che vorresti raccontarci?

Mi piacerebbe espandere il nostro mercato anche su altri territori, con la realizzazione di opere con catene come i Pirenei o le montagne del Sudamerica, che sono stupende. Sarebbe bellissimo poter realizzare le montagne più iconiche di tutti i continenti, partendo da quelle dell’Alto Adige. E poi sarei felice che andasse in porto un progetto speciale per Cortina 2026, che abbiamo in forse con un albergo a cinque stelle come committente e che prevederebbe la realizzazione di più arredi, ognuno con un gruppo montano locale diverso per ogni suite dell’hotel, così da creare una visione complessiva sulle valli intorno a Cortina, dove sono cresciuto a livello di escursionismo. Sarebbe un sogno!

Credits: (1,2,3,4,5,6,7,8) Alan Chies, per Dolomitisch; nell’ultima immagine, un ritratto di Luca Da Ros e Riccardo Vendramin._MG_0319

 

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