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November 7, 2023

Dennis Oppenheim a Spazio KN nella nuova sede di Rovereto

Stefania Santoni

Rovereto è una città che sta vivendo un grande momento di fermento culturale. È “la città del contemporaneo” potremmo dire. E proprio in nome del questa crescita artistica rinasce trovando una nuova sede Spazio KN, luogo dove si fanno esperienze d’arte, dove ci s’incontra e ci si confronta, dove si esplora e si c’immerge in pratiche artistiche contemporanee. 

Spazio KN (nome che omaggia la personalità eclettica del roveretano Carlo Belli autore di KN, il celebre manifesto dell’astrattismo) ha inaugurato proprio oggi nel cuore del centro storico di Rovereto in via Rialto 43 e lo ha fatto occupando il locale minore della storica Cappelleria Bacca, prima dismesso e poi per lunghi anni sede di una libreria. Il coordinatore di questo luogo speciale è Federico Mazzonelli, curatore e storico dell’arte.WhatsApp Image 2023-11-04 at 11.58.12 (2) Federico mi ha raccontato che la scelta di cambiare sede a Spazio KN (ambiente nato sia a partire da un progetto dedicato alle residenze artistiche che alla curatela di mostre e presentazioni di libri) è dettata anche dalla possibilità di creare sinergie proficue con il territorio roveretano, quindi con le istituzioni, le associazioni del territorio, gli artisti e le artiste locali (penso a Laurina Paperina e Federico Lanaro). La volontà è quella di far confluire presso Spazio KN artisti italiani e non, così da creare contaminazioni artistiche propositive tra il nostro luogo e ciò che è altro rispetto a noi. Ma non solo: spazio KN si occuperà anche in questa nuova sede di presentazioni di libri, soprattutto legati alla storia dell’arte e alla critica d’arte contemporanea. Aspetto degno di nota sarà la possibilità di curiosare tra cataloghi antichi che vanno dal 1965/66 fino ai primi anni Settanta. Si tratta di volumi dedicati a mostre, biennali, ma anche scritti teorici o relativi a esposizioni in gallerie private svolte in questo arco temporale, così che le persone che frequenteranno spazio KN abbiamo la possibilità di sfogliare con le proprie mani i cataloghi immergendosi in una geografia più ampia. L’idea è quella di sollecitare delle domande, stimolare la curiosità e a chiedersi “cosa accadeva a Londra in quegli anni? E a New York?”.

Per celebrare la riapertua dello spazio, oggi inaugura anche una mostra dal titolo “Dennis Oppenheim – Projects 1968-1972” e lo fa esponendo l’intero portfolio di opere grafiche realizzate dall’artista statunitense nel 1972, pubblicato dalla Sonnabend Gallery e stampato da Landfall Press di Chicago l’anno successivo.WhatsApp Image 2023-11-04 at 11.58.12 (5) Di cosa si tratta? Di un percorso espositivo che presenta una cartella realizzata nel 1973 da Oppenheim. La cartella – di cui un esemplare è presente nella collezione del MOMA di New York – è costituita da 10 montaggi litografici, su fogli da 65,5 x 78,5 cm, che documentano i più significativi progetti di Land Art e le performance realizzate da Oppenheim tra il 1968 e il 1972, tra i quali i celebri “Land slide” e “Annual Rings” del 1968, “Cancelled Crop – Direct Seeding” del 1969 e “Rocked Circle – Fear” del 1970. 

Partiamo dall’allestimento che è stato modulato sulle dimensioni della nuova sede di Spazio KN. Le opere a parete ripercorrono l’ordine previsto dall’artista creando un effetto molto suggestivo: l’idea è quella di invitare il visitatore a compiere una sorta di “passeggiata” tra spazi, luoghi e tempi differenti legati tra loro grazie a una medesima regia e uno stesso approccio poetico ed espressivo. Questo perché l’artista desiderava sviluppare opere fuori dal contesto canonico dell’arte, come i musei, le gallerie e gli spazi espositivi privati, prediligendo invece l’atto di agire direttamente nel territorio della vita, lavorando fattualmente nel paesaggio o in contesti quotidiani (lo spazio urbano o i luoghi della vita di tutti i giorni). Le opere e le performance realizzate da Oppenheim in questi anni rientrano infatti in quel vasto processo di ridefinizione dei confini e delle potenzialità dell’atto artistico che si sviluppa in un arco temporale che va dalla metà dei Sessanta ai primi Settanta – sia in Europa che in America – con movimenti quali la Land Art, la Process Art, la Minimal Art, la cosiddetta Antiform americana e il gruppo italiano dell’Arte Povera.WhatsApp Image 2023-11-04 at 11.58.12 Relativamente al metodo di lavoro adottato da Oppenheim proprio in questi anni (1968- 1972) notiamo un atteggiamento caratterizzato da una certa radicalità operativa. Le opere dell’artista coincidono infatti con la realtà fisica della natura, come le tracce lasciate in un campo durante una passeggiata, oppure con il lasso di tempo di un’azione compiuta dal o sul proprio corpo, o ancora da eventi effimeri ed estemporanei, come fasci luminosi che attraversano improvvisamente uno spazio disegnando nell’aria forme geometriche che si dissolvono come fossero nuvole. Altri lavori assumono un carattere poetico e insieme politico; il celebre “Annual Rings”, ad esempio, vede l’artista impegnato a disegnare su larga scala dei cerchi giganti nella neve caduta al confine tra Stati Uniti e Canada, utilizzando il drawing-sign come strumento per azzerare la dimensione politica del paesaggio e riaffermare la sua presenza assoluta e autonoma rispetto alle convenzioni o alle limitazioni imposte dall’uomo. Ma se l’opera sembra smaterializzarsi e addirittura scomparire, quasi confondendosi con la realtà, il lavoro di Oppenheim risulta in tal senso ancora più pregnante, perché va ad evidenziare l’importanza per i fruitori di rimanere in contatto con la propria dimensione percettiva, coltivando le proprie riflessioni e le conoscenze che da lì potrebbero generarsi. Ora non vi resta che andare a visitare questa bellissima mostra!

Credits: Stefano Tovazzi

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