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August 5, 2023

Ledro Land Art: l’anima dei luoghi
o del mio viaggio nella natura artistica

Stefania Santoni

Ogni luogo ha un’anima, il nostro compito è scoprirla. È questo uno dei più grandi insegnamenti che ci ha lasciato James Hillman, psicanalista junghiano che ha dedicato la sua esistenza alla ricerca e conoscenza dell’animo umano e dello spazio. Del nostro sentire un luogo, così da poterlo valorizzare, facendone emergere la specifica identità e rispettandone le peculiarità. Comprendere un luogo significa sposarne il linguaggio, accogliendone la capacità di esprimere l’anima con una materia fatta di presenze e di significati capaci di coinvolgere e portare richiamo, piacere di vedere e di abitare. Le forme si collocano nello spazio, formano i luoghi, caratterizzano l’ambiente. Rispettare l’identità del luogo corrisponde alla genesi del costruito, per essere correttamente integrato nel paesaggio – naturale e urbano. “Le presenze originate da quanto offerto dalla storia con la bellezza riscontrata, che forma il bello e continua a portare il bene, fanno dell’attuale il prosieguo dell’ereditato. Operare senza prescindere dal saper vedere, condizione propedeutica del saper fare, predisporre l’abaco ambientale, per l’analisi su cui radicare il nuovo” racconta Hillman. 

E di anima dei luoghi si può parlare pensando a Ledro Land Art, un progetto artistico e naturalistico nato nel 2012, curato da Massimiliano Rosa e voluto dall’Amministrazione Comunale di Ledro con l’intento di valorizzare l’area di una ex bonifica tramite la creazione di opere d’arte ad hoc, destinate a essere in continua trasformazione, fino al loro deperimento. Ledro Land Art, che costituisce uno dei 7 parchi d’arte del Trentino, è un progetto reso possibile dal rinnovato supporto del Comune di Ledro, di Rete delle Riserve e Cooperativa Sole. L’area ospita ogni anno delle residenze artistiche per la produzione di nuove opere: quest’anno sono arrivate 71 richieste. Solo quattro di queste sono state selezionate.

Il francese Marc Walter (residente in Canada) ha creato “Double Reverence”, una doppia reverenza perché sono due gli alberi su cui ha lavorato l’artista. “Si tratta di un’opera che richiama una cattedrale, non solo da un punto di vista formale e strutturale ma anche perché l’anima della sua opera porta con sé qualcosa di profondamente mistico”. Un’opera che ci propone di metterci in connessione con il proprio sé e al tempo stesso con la natura perché il suo fine è far emergere ancora una volta l’importanza del rispetto dell’ambiente. Il lavoro, prodotto interamente con materiali naturali, ha visto l’artista entrare in sinergia con i visitatori del parco.

DSC_5912 Bruno Cerasi, poliedrico artista ipovedente, ha realizzato “Habitat”, un’opera che rappresenta una gabbia nel bosco, contenente elementi della quotidianità: un letto, un computer, una sedia. Una gabbia che è una prigione che prende ispirazione da quanto accaduto in Val di Sole con l’orso JJ4. L’artista ha immaginato l’uomo in una gabbia, contrapposto alla libertà della natura e degli animali che osservano l’uomo giudicandolo. Esiste un ulteriore significato, più implicito: gli esseri umani talvolta non sono consapevoli delle gabbie in cui vivono e da cui sono limitati.DSC_5898 Francesco Lucatelli ha invece realizzato “Wood Spirit”, un’opera che riprende una figura antropomorfa e che riflette sulla relazione interdipendente tra uomo-natura, concept cardine del percorso artistico. Un’opera composta da due gambe dove il legno utilizzato vuole corrispondere alle componenti anatomiche del corpo umano. La scatola che la compone, aperta su entrambi i lati, crea una trasparenza versa la natura e contiene un legno antico che simboleggia lo scorrere del tempo” mi ha raccontato Massimiliano. 

DSC_5870Tra gli artiste di questa edizione 2023 abbiamo anche un nome femminile: Laura Scottini, meglio conosciuta come Laurina Paperina, che ha proposto “Invasion”, un’opera diffusa di pittura che spinge gli spettatori a intraprendere una caccia al tesoro. L’altro giorno ho avuto modo di incontrarla e farmi raccontare il suo lavoro realizzato per Ledro Land Art. 

Laura, come nasce l’idea di “Invasion”?

Il concetto di invasione lo porto avanti da tanti anni; ogni mio progetto è di per sé sempre diverso ma il comune denominatore di tutti è di base l’appropriazione degli spazi, che sia una mostra in una galleria privata o lo spamming di stickers e poster nelle città ha di per sè lo stesso valore per me: è un voler lasciare un segno del mio passaggio. L’idea di fare interventi nei boschi invece è nata nel 2018, mentre ero in residenza nelle foreste della Norvegia. In quel periodo il contatto con la natura è stato molto forte tant’è che ho iniziato a realizzare degli interventi su elementi naturali che trovavo mentre esploravo i boschi Norvegesi, facendo poi la stessa cosa al ritorno dalla residenza in alcuni boschi del Trentino. 

E questa tua pratica come si è sviluppata per Ledro Land Art?

La mia proposta per Ledro Land Art è avvenuta di conseguenza, proprio per continuare questo progetto d’invasione nella natura. Con la mia opera ho voluto invadere il parco attraverso decine di piccoli interventi pittorici su elementi già presenti in loco, come alberi, tronchi tagliati, rocce. Si tratta di elementi che abitano la Pineta di Pur: l’intento era di disseminare una moltitudine di creature ispirate al mondo naturale e non, ma anche a fiabe e leggende del Lago di Ledro, reinterpretandole attraverso uno stile pop e ironico, in linea con la mia ricerca artistica. DSC02038Quale è il tuo rapporto con la natura?

Direi che la natura è un elemento fondamentale nella mia vita, soprattutto negli ultimi anni. Decisamente preferisco starmene in un bosco piuttosto che a casa sul divano! Il confronto con l’ambiente è fonte di energia e di nuove idee; negli scorsi anni ho realizzato altri progetti ispirati alla montagna e al territorio in cui vivo e sono cresciuta, come ad esempio la serie intitolata “Greetings from…”, ovvero delle cartoline vintage di montagna rivisitate con i miei personaggi ispirati a leggende folkloristiche e non. Oppure “Duckland (the conquest of the mountain)”, un progetto che prevede la conquista delle vette attraverso l’atto simbolico di piantare la mia personale bandiera.

Che cosa desideri esprimere attraverso le creature da te realizzate e qual è il ruolo dell’ironia – aspetto che contraddistingue il tuo  fare arte – in questo lavoro per Ledro Land Art?

Il progetto ha uno spirito (anche) ludico: ora che la residenza è terminata e sono tornata in studio, ho iniziato a dare forma ad una mappa da lasciare ai visitatori che si addentreranno nel percorso di Ledro Land Art, in modo tale che possano andare alla ricerca delle creature disseminate all’interno del parco: una sorta di paese delle meraviglie da scoprire, dove far sì che le persone non siano solo spettatrici, ma anche protagoniste di una sorta di caccia al tesoro.

Credits: (1,2,3,4,5,6) Ledro Land Art.

 

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