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July 22, 2022

Il senso di Farmacia Dobbiaco
per fiori ed erbe

Maria Quinz

 Esiste un posto in Alto Adige e più precisamente a Dobbiaco, dove le piante altoatesine si coltivano in eleganti erbari ordinati, divisi per categorie, i fiori sono coccolati secondo la più genuina e amorevole tradizione olandese e la passione per le cose “belle e buone” si respira a pieni polmoni e sa di pino cembro, di fiori di campo appena colti, di erba fresca del mattino illuminata dal sole e bagnata di rugiada.  

Esiste un luogo, dove le proprietà benefiche, medicamentose, cosmetiche, rilassanti, protettive, tonificanti delle piante nel loro estratto più puro, sono impiegate ed esaltate al meglio per realizzare prodotti per la cura e il benessere della persona raffinati e piacevoli, certificati e testati dermatologicamente e tarati sulle esigenze più attuali, seppur in continuità con la tradizione locale, oltre che estremamente efficaci. 

Questo luogo è Farmacia Dobbiaco, dove Sandro Barbierato, assieme a sua moglie Wendela, ha portato avanti l’attività di famiglia e sviluppate le preziose esperienze e conoscenze, raccolte dal padre Gianangelo – a sua volta farmacista, oltre che chimico – in tanti anni di lavoro e ricerca svolto con passione sulle piante officinali e le loro proprietà curative. 

Ne sono nate sei linee specifiche di prodotti, che Sandro mi descrive con entusiasmo e dettagliata accuratezza. Ogni linea ha una storia, aneddoti e racconti che affondano a volte nel passato, tutti strettamente legati al territorio altoatesino, al suo contesto montano e alle sue particolari materie prime, erbe e fiori, che continuano a crescere, spesso spontaneamente nella natura, dispiegandosi al sole verso le vette, inerpicandosi anche in altezza, tra le rocce, come le ardite stelle alpine. 

Il fiore simbolo delle Dolomiti, che per non inaridirsi al sole ha sviluppato un linfa che lo protegge dai raggi UV e il cui estratto è impiegato nella linea di solari di Farmacia Dobbiaco in virtù delle sue proprietà protettive e lenitive. Assieme alla stella alpina, tante altre erbe e fiori nel loro estratto biologico, come la malva, la calendula, l’erba imperatoria, la camomilla – solo per citarne alcuni – sono impiegati a loro volta per curare, proteggere e donare bellezza alla pelle nei prodotti della linea cosmetica di Farmacia Dobbiaco, già ideata dalla madre di Sandro, Mariagrazia e pensata in origine per venire incontro, specificatamente, alle esigenze della gente di montagna, esposta ogni giorno agli agenti atmosferici e al sole. E poi un’altra materia prima fondamentale per la farmacia è l’arnica montana: delizioso fiore dal giallo aranciato acceso e dal profumo delicato che tappezza i prati umidi che affacciano sulle Alpi, che assomiglia alla margherita ma con i petali “spettinati” e che racchiude in sé straordinarie proprietà antinfiammatorie, antireumatiche e analgesiche, ma non solo.

Delle virtù dell’arnica e di un olio da massaggio portentoso per ciclisti di montagna indomiti; di un aromatico amaro di montagna con rari sentori di bosco e resine da portare in tasca, sempre con sé; di medici luminari e di un prezioso quaderno di formule “segrete” a base di erbe officinali; del gusto per le cose belle e fatte con cura, che affonda le sue radici in studi di storia dell’arte, così come nella fascinazione verso il design contemporaneo: di questo e altro sono felice di parlarne qui con Sandro, mentre Wendela, di buon ora, è già all’aria aperta con le mani nella terra, impegnata a curare il suo odoroso e portentoso erbario…

Sandro, quanto è stretto il legame di Farmacia Dobbiaco con il territorio che la ospita?

Il legame è profondo anche se le nostre radici non sono locali. I miei genitori, originari della provincia di Venezia, sono arrivati a Dobbiaco nel 1974 – con me ancora piccolo – per occupare la sede della farmacia locale che era stata abbandonata dal precedente titolare. Mio padre aveva una laurea in chimica e successivamente si è laureato anche in farmacia. Posso dire che la loro vicenda umana, oltre che professionale è legata a doppio filo all’Alto Adige e alla Val Pusteria: da una parte, per gli sviluppi storici del turismo locale che hanno incrementato e fatto prosperare le attività sul posto, tra cui quella della mia famiglia, dall’altra, per l’inscindibile legame della farmacia con le materie prime locali, utilizzate per realizzare i prodotti curativi. I miei genitori hanno visto infatti crescere la loro attività in parallelo al fiorire del turismo sul territorio, anche se i primi anni, non sono stati facili. Sul finire degli anni Settanta, i farmaci disponibili sul mercato erano pochi e venivano consegnati con difficoltà; gli ordini si annotavano a mano e si facevano al telefono in base alle richieste e alle necessità delle persone. Ricordo ancora quando accompagnavo mio papà in piazza a mezzogiorno, a ritirare il pacco dei medicinali che arrivava con il pullman della Sasa da Bolzano… Poi, la gente del posto era abituata a curarsi da sempre con le erbe e preferiva ricorrervi ancora, dove possibile, in continuità con la tradizione. I locali chiedevano a mio padre preparati come “Arnikaschnaps”, “Ringenblume Salbe”, “Schweden Bitter”, che inizialmente non conosceva e ha dovuto quindi farsi una cultura al proposito. La fortuna ha voluto che a Villabassa operasse un medico, un luminare, il Dottor Harser, che aveva pazienti in tutta Europa e che, assieme a mio padre, ha elaborato una serie di preparati che sono stati poi impiegati nella farmacia, alcuni di nuova ideazione, altri basati su composizioni tradizionali e raccolti in un quaderno di formule che esiste ancora. L’incontro tra loro due è stato una vera “formula” vincente!www.wisthaler.com - Harald Wisthaler

E tu, a che punto “entri” nella storia? 

Dopo la laurea in farmacia a Padova, un periodo trascorso in Olanda – dove ho conosciuto mia moglie Wendela – e la pratica in diverse farmacie, sia in Alto Adige che fuori, ho scelto di tornare a  Dobbiaco, ancora ventenne e lavorare nell’attività di famiglia. Negli anni della mia formazione ho avuto la fortuna di fare diverse esperienze in più farmacie storiche e trovare ottimi maestri, oltre a mio padre, mettendomi alla prova e realizzando un ampio ventaglio di formulazioni e preparati, anche con erbe locali. A suo tempo, era la fine degli anni Novanta, sono state introdotte le norme di buona preparazione (NBP) a livello europeo e internazionale (insieme di regole, procedure e linee guida in base a cui vengono prodotti i medicinali, i cibi e le sostanze farmacologicamente attive) che sono state molto importanti per lo sviluppo della nostra linea, perché ci hanno condotto a eliminare alcune preparazioni, da una parte, e a mantenerne e perfezionarne altre, dall’altra.

Alcune preparazioni tradizionali, come la “Ringenblume Salbe” sono diventate di nicchia, mentre al loro posto ne abbiamo standardizzate altre. Una dozzina di anni fa, abbiamo poi dovuto prendere la decisione se continuare a produrre in casa, ovvero in farmacia o affidarci ad altri per aumentare i numeri della produzione, venendo incontro all’aumento di richieste. Vista la difficoltà a trovare personale specializzato sul territorio, abbiamo deciso quindi di affidarci a terzisti che ancora oggi sviluppano le nostre formule. Ogni anno, per fortuna, abbiamo avuto sempre più consensi e queste formule si sono evolute e concretizzate in varie linee di prodotti: la linea all’arnica, la linea di cosmesi e di cosmesi medicale – che nasce dalla collaborazione con un primario di dermatologia -  la linea solare, gli integratori alimentari e il liquore.

Sandro c’è, secondo te, qualche prodotto particolarmente iconico di Farmacia Dobbiaco? 

Io penso che in ogni linea ci sia un prodotto un po’ più “forte” e particolare. Se devo pensarne uno, scelgo il liquore a base di erbe con la formulazione di mio papà: “l’amaro di Dobbiaco”. A suo tempo lui lo ha creato per sé, come digestivo e depurativo; è un liquore con gradazione alcolica molto alta: cinquantotto gradi, il doppio di altri liquori. Essendo un chimico sapeva che per portare a soluzione certe resine, che sono quelle che danno il profumo e il gusto all’amaro, non poteva essere altrimenti: serviva esattamente quella certa gradazione alcolica. Gli amici che via via assaggiavano il liquore, hanno iniziato a chiederne sempre di più e da lì è partita la bella avventura dell’Amaro di Dobbiaco, che oggi anche i ristoranti stellati ci richiedono, perché è così raffinato e apprezzato da chi se ne intende, evocando gli aromi unici delle Dolomiti. 

Il packaging è anche molto bello…

Sì, la fiaschetta l’abbiamo ideata recentemente ed è in linea con la ricercatezza estetica di mia moglie che ama circondarsi di oggetti belli anche quando va in mezzo nella natura; mentre la bottiglia di vetro ambrato è tipica dei preparati da farmacia, con il suo classico tappo in plastica, come si usava venti/trenta anni fa e si continua a usare ancora oggi. Ci piaceva l’idea di mantenerla nella sua eleganza e semplicità, oltre che funzionalità. 

Sandro, mi colpisce molto l’estetica dei vostri prodotti, dall’uso dei colori alla grafica estremamente raffinata, chi se ne è occupato?

Qui c’è la mano, la raffinatezza e la creatività di Wendela, che è una storica dell’arte e viene da una famiglia olandese multietnica, con origini in Scozia, Svizzera, Indonesia, ma c’è anche il senso estetico di mia madre, che ha sempre avuto la passione per le cose belle e ricercate. Wendela si è sempre presa cura della grafica dei prodotti, ma via via che le linee si arricchivano e aumentavano i numeri, circa quattro anni fa, abbiamo deciso insieme di ripensare l’estetica del marchio e creare un fil rouge tra tutti i prodotti, così abbiamo chiesto aiuto allo studio grafico Frei & Zeit di Bressanone, di Armo Dejaco e Liviana Osti, con cui ci siamo trovati da subito benissimo. Anche per quanto riguarda i locali della farmacia, che sono ancora quelli costruiti dai miei genitori nel 1980, abbiamo voluto rinnovarci dal punto di vista architettonico, con l’intervento dell’amica, architetto Ulla Hell di Plasma Studio (studio locale che si è affermato anche all’estero, con sedi in Cina) seppur mantenendo l’impostazione data da mia mamma, prima e da Wendela poi, con l’accogliente atmosfera di montagna, quasi da “stube” degli ambienti in legno di abete nei caldi colori del miele. www.wisthaler.com - Harald Wisthaler

Wendela, oltre a curare il visual merchandising di Farmacia Dobbiaco, si occupa anche in prima persona del vostro erbario… 

Proprio così, lei ha un’autentica passione per fiori e piante, anche se chi ha studiato le erbe sono io… Wendela cura il nostro erbario quotidianamente e lo ha diviso per categorie e proprietà: che vanno dalle piante che fanno bene alla pelle, a quelle che curano bronchi e polmoni, dalle erbe che sono utili alla digestione, a quelle che distendono i nervi ecc. Le erbe che coltiviamo qui non le usiamo per i nostri preparati, le quantità sarebbero troppo esigue; ma l’erbario, tuttavia, costituisce un luogo unico e speciale per la nostra famiglia e la nostra azienda, perché racconta della cura che ognuno di noi mette nel proprio lavoro e del tempo necessariamente “lento” che tale impegno richiede; racconta del legame stretto che abbiamo con la natura, con i suoi ritmi stagionali, così come del sentimento di appartenenza che ci unisce a questi luoghi, che ci hanno accolti in passato tra le splendide Dolomiti e ci hanno nutriti con le piante e i frutti della loro terra e continuano a nutrirci e a farci stare bene ancora oggi – e non solo noi – sotto molteplici aspetti.

 

Foto ©wisthaler.com

 

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