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December 4, 2020

Moreness in December. Giorno quattro: qualcosa di inaspettato…

Roberta Segata
Ora che la montagna è sulla bocca di tutti, noi vorremmo riportarla semplicemente negli occhi e nei pensieri, collezionando osservazioni, riflessioni, appunti, annotazioni, che lei stessa ci ha ispirato. Partendo dai contenuti di Moreness, ma non solo, il nostro "more than Advent Calendar" arriva fino al 31 dicembre, e non è dunque né pre-natalizio né celebrativo, ma piuttosto un compendio corale di 31 brevi lettere d'amore per le nostre Dolomiti.

Qualcosa di inaspettato ha colpito i nostri boschi.

Uso il termine nostri perché rappresentano un patrimonio di tutti, una fetta di vita che scorre e che accompagna chiunque abiti, passi, ami la Montagna, ma anche chi, non strettamente a contatto con essa, gode comunque dei benefici di questo grande polmone d’ossigeno.

È accaduto “qualcosa di inaspettato”, ma solo nella forza e nella entità portatrice di devastazione. 

Il 29 ottobre 2018 i boschi della Valle di Fiemme, come quelli delle valli e regioni limitrofe, sono mutati, atterrati da un vento che viaggiava quasi a 200 km orari, il Ciclone Vaia. Due milioni di metri cubi di alberi sono stati strappati dal terreno restituendoci un paesaggio che urla nel suo aspetto funereo. Gli alberi a terra, nella loro lenta agonia, cambiano lo scenario fornendoci la possibilità di leggere e vedere ciò che prima era nascosto dalla consuetudine. 

Immersi nella dicotomia del selvatico e dell’addomesticato, è giunta l’ora di trovare strade e visioni che portino nuove istanze ragionate collettivamente da una comunità. Una riflessione sulle logiche economiche che permettono di affrontare il futuro e di quelle che hanno reso meno estesa, più contenuta la conseguenza, rispetto alle aree limitrofe, che negli anni hanno investito meno sia economicamente che filosoficamente. Il cambiamento climatico aggiunge drammaticità generando eventi chiamati “straordinari”, ma che diverranno quotidianità. 

We are here è un mio personale progetto che si rivolge al Territorio e a una profonda riflessione su di esso, che verte su ciò che ha generato e ciò che porterà a dover ripensare la montagna, i lavori e la vita ad essa legati. Parlando con le persone e raccogliendo le loro testimonianze, portare un piccolo spaccato di visioni e sentire fatti di sfaccettature politiche, sociali, umane e ambientali. Un lavoro visivo che punta sull’estetica spinta in favore della creazione di un nuovo immaginario e un nuovo punto di vista sul “Paesaggio”. L’opera non deve essere considerata documentativa, ma un percorso che lo spettatore ha la possibilità di agire come protagonista, riflettendo in merito alla propria posizione, alla gestione della vita comunitaria che si riflette su quella globale. 

Il territorio delimitato e preso in considerazione è quello della Magnifica Comunità di Fiemme che dall’anno 1111 gestisce i boschi e il legname della Valle di Fiemme e alcune zone limitrofe. Ogni zona colpita dal disastro ambientale, facente parte dell’ Ente fiemmese, è stata ripresa. Sono state fotografate alcune situazioni riguardanti ogni Comune interessato. Lo scopo di questa operazione è quello di essere testimonianza. Le immagini infatti non possono essere considerate come esplicative nella totale documentazione di ogni singola situazione, ma una piccola attestazione che può essere rappresentata anche da un solo singolo albero.

SUGGESTIONI PER IL GIORNO QUATTRO 

* We are here Project
Sul sito di We are here, tutte le mie foto e alcune riflessioni mie e di altre voci. 
Il concept e la progettazione di We are here sono il risultato di un lavoro collettivo tra me, Virginia Sommadossi ed Elisa Di Liberato. 

* L’assedio della foresta di Tommaso Anfodillo, in Moreness 02 – On Trees and Woods
Dopo Vaia, ma più in generale nel nostro tempo contemporaneo in cui la montagna a volte si spopola e altre si ripopola, è più giusto lasciare che il bosco riconquisti naturalmente il suo spazio o è necessario addomesticarlo a seconda delle necessità e priorità economiche e sociali degli abitanti le terre alte? Si pone – e ci pone – queste ed altre questioni cruciali dell’universo forestale delle Dolomiti, Tommaso Anfodillo, responsabile del Centro Studi per l’Ambiente Alpino. 

 

 Immagine: estratto da MORENESS #02 – On Trees and Woods

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