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October 17, 2019
Carta e matita per il Turris Babel
curato da Paul Thuile
Mauro Sperandio
Lo “stato di salute” dell’architettura in Alto Adige è decisamente buono. Vivace è il temperamento, caratterizzato da sensibilità per il particolare contesto in cui si sviluppa, e attenta la capacità ad interpretare le esigenze attuali e le visioni future. A raccontare più che degnamente una situazione di tale fermento ci pensa la rivista Turris Babel, sempre originale e curatissima pubblicazione edita dalla Fondazione Architettura Alto Adige / Architekturstiftung Südtirol e diretta da Alberto Winterle. Le quattro uscite annuali di Turris Babel, che spiccano per le originali copertine solitamente curate dallo studio Mut di Bolzano, offrono non solo ad un pubblico del settore interessanti approfondimenti sui progetti, le personalità e gli highlights del costruire in Alto Adige.
Oltre ai numeri “ordinari”, non mancano i monografici (come nel caso di quello dedicato ai bunker o ai concorsi indetti nel territorio) e, di tanto in tanto, anche quelli curati da personalità di rilievo anche del mondo artistico.
A rendere particolarissimo il numero 114/19, presentato giusto ieri alla Giardineria Schullian di Bolzano e curato dall’artista, disegnatore e docente universitario Paul Thuile, è la scelta di rendere protagonista il disegno a mano libera. Ogni singola illustrazione, ma anche i testi che le accompagnano (o viceversa?), sono state realizzate dagli architetti coinvolti in questo progetto, ma non solo. Infatti, le pagine pubblicitarie sono rivisitazioni disegnate delle convenzionali immagini impiegate dalle varie aziende per i loro annunci e sono opera degli studenti del corso di disegno artistico tenuto da Thuile alla facoltà di Design e Arti.
Se il risultato finale è esteticamente bello, di superiore interesse è quanto di implicito i tratti delle varie personalità presentano. Il momento magico, ma anche intimo, dell’idea che si materializza su carta parla di chi la partorita e manifesta in assoluta libertà visioni, fascinazioni e anche tormenti. Evidente, oltre le singole specificità, è anche la diversa dimestichezza che gli architetti dimostrano con la carta e la matita, che pare legata all’età dei professionisti e alla distanza (o intimità) dal computer come mezzo di elezione per abbozzare volumi, piante, costruzioni e dettagli.
Interessanti sono le pagine più propriamente “architettoniche”, ma decisamente gustose quelle che, almeno apparentemente, sono state guidate dalla più libera fantasia o che hanno accolto pittoreschi paesaggi urbani, montani e marini, di paesi lontani o di figure umane.
Tra i tanti professionisti che si sono resi disponibili ad aprire lo spazio privato dei loro taccuini, sono stati selezionati: Ulrich Weger, Carlo Calderan, Stanislao Fierro, Alexander Pedevilla, Benno Barth, Matteo Scagnol, Walter Angonese, Marco Formenti, Wolfgang Piller, Zeno Abram, Verena Messner, David Messner, Robert Veneri, Rodolfo Zancan, Rudolf Perathoner, Michael Scherer, Michael Obrist, Josef Putzer, Benno Simma, Enrico Canino e Oswald Zöggler.
Foto ©: (1) Benno Barth, Studien für unterschiedliche Wohnobjekt; (2) Stanislao Fierro, disegni di studio per il Centro di Formazione di Baza (E); (3) Oswald Zöggler, Limone; (4) Walter Angonese, Haus irgendwo am Meer für Anita; (5) Josef Putzer, Indienreise.
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