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La LUNA sbarca alla Libera Università di Bolzano

24.09.2019
Francesca Fattinger
La LUNA sbarca alla Libera Università di Bolzano

Prendete l’agenda e con la matita rossa segnatevi questa data: 27 settembre ore 17:00, perché quel giorno si svolgerà in contemporanea in tutta Europa la Lunga Notte della Ricerca! 

Alla Libera Università di Bolzano il team ABC, composto da Alice Moretto, Beatrice Cera e Chiara Zardi, tre giovani studentesse della facoltà di Design e Arti, coordinate dal professore Giorgio Camuffo, vi accoglieranno per mettervi in contatto con il mondo della ricerca. Hanno scelto un nome che è tutto un programma, un nome che ci fa capire che la ricerca ha un ruolo fondamentale nella nostra vita, ci illumina, ci fa sognare, ci fa immaginare, è lassù… come la LUNA, sembra lontana, ma in realtà non lo è così tanto, si trasforma con noi, ci accompagna e non può abbandonarci mai!
La serata sarà incentrata su tema del Luna Park, perché queste giovani studentesse piene di entusiasmo hanno lavorato per farci giocare e divertire, per farci capire insomma che la ricerca è e deve essere alla portata di tutti, perché solo dall’incontro con noi può arricchirsi e arricchirci!
Curiosi di saperne di più? Anche noi lo eravamo e per questo le abbiamo intervistate per farci raccontare la nascita e l’evoluzione di questo progetto.

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Ragazze, ma come è nato e di che tipo è il vostro legame con la ricerca?

Frequentando l’ambito universitario ci siamo spesso trovate a stretto contatto con progetti di ricerca condotti da professori o assistenti che insegnano nella nostra Facoltà.
Ci hanno da sempre affascinate. Una curiosità ingenua, neonata, che ci brillava negli occhi sin dai primi mesi di studi, si è trasformata col tempo in un interesse più maturo, frutto di una certa consapevolezza della ricerca e della sua importanza. Il progetto LUNA ci ha dato l’occasione di allargare i nostri orizzonti, spingendoci ben oltre l’ambito del design (già di per sé molto ampio) scoprendo e considerando progetti che non avremmo mai potuto conoscere altrimenti. L’intersezione tra le discipline è per noi il momento più fertile del processo creativo, un eccitante incontro tra mondi estranei, che si rivelano spesso complementari, generando idee del tutto inaspettate. 

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Perché la scienza e la ricerca vanno diffuse al grande pubblico? E qual è, secondo voi, il metodo migliore per farlo?

Conoscenza è libertà. La ricerca ha come obiettivo quello di ampliare la nostra conoscenza, in tutti i campi dello scibile umano. La sua diffusione è direttamente proporzionale al grado di emancipazione di chi ne ha accesso, al suo livello di educazione, al suo libero arbitrio. La conoscenza ci aiuta a prendere decisioni più consapevoli, ci fa sentire parte essenziale di un sistema più grande di noi nel quale siamo immersi. Rendere scienza e ricerca alla portata del grande pubblico è una sfida che il design deve fare propria, perché ha gli strumenti e le capacità per riuscire nell’intento. Fortunatamente, molte istituzioni condividono questo punto di vista e si stanno dotando di sistemi per guardare in questa direzione, ampliando la divulgazione della conoscenza attraverso il design. Tuttavia, oggi la ricerca non è più solo occasione di conoscenza, è diventata necessità. Le sfide che la nostra generazione sta affrontando sono di proporzioni spropositate…senza la tecnologia e la ricerca non sarà possibile trovare soluzioni efficaci in tempi ragionevoli. Per questo è fondamentale far conoscere al grande pubblico il valore di investimenti di ricerca a lungo termine.

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E il vostro team come è nato? Perché vi chiamate ABC e com’è stata la vostra esperienza nel lavorare insieme a questo progetto?

 Il nostro team è nato in modo molto estemporaneo quando ci siamo trovate a collaborare a questo progetto, riunite grazie a Giorgio Camuffo. Ci conoscevamo già, in università è facile familiarizzare con gli altri studenti (vista la ridotta dimensione della nostra facoltà); avevamo già condiviso spazi e progetti in passato. Condividiamo sicuramente molta stima reciproca, nei confronti dei nostri lavori e del modo in cui progettiamo e quando abbiamo avuto l’opportunità di collaborare siamo state entusiaste. È stata un’estate intensa, la prima esperienza lavorativa di un certo rilievo per tutte e tre. Tra tempistiche serrate e qualche colazione insieme prima di iniziare la giornata, riunioni, prove e gite al lago mancate, abbiamo accudito e cresciuto questo progetto insieme. A maggio non ci saremmo mai sognate che 500 scatole di cartone avrebbero atteso pazientemente il loro momento distribuite su tre piani dell’edificio universitario a causa nostra. A posteriori diremmo che è stata un’esperienza totalizzante, profondamente formativa e che avremmo bisogno di un mesetto di pausa per riprenderci…e invece ci sono i nostri Erasmus e le tesi!!! A proposito del nostro nome: è nato per caso, in un momento in cui dovevamo decidere, per estrazione, chi tra noi si sarebbe occupata di un compito poco desiderabile. Alice prepara tre foglietti di carta: A, B, C. Beatrice e Chiara chiedono subito: “come facciamo a capire a quale lettera corrisponde la persona?”. Tra le risate generali per la domanda ridicola, la realizzazione: ci chiameremo così A,B,C…it’s easy as 1,2,3.

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Ci svelate qualcosina in più su cosa ci farete sperimentare il 27 settembre 2019, Lunga Notte della Ricerca? Perché il nome LUNA?

LUNA è come abbiamo sempre sentito chiamare familiarmente la Lunga Notte della Ricerca. In effetti è un mistero anche per noi la ragione di questo nomignolo, sarebbe una storia interessante da scoprire. Lunga Nacht? Magari a impresa finita ci metteremo ad indagare! Durante la serata promettiamo divertimento e installazioni interattive. Ci saranno giochi per i più piccoli e un interessante personaggio che vi seguirà per tutta la serata, musica e cibo. Vogliamo che sia una grande festa, una celebrazione della ricerca e del lavoro di tante persone nell’università che, troppo spesso, rimane nascosto. Alcuni progetti saranno dislocati al NOI TechPark e questo darà la possibilità al pubblico di visitare, forse per la prima volta, questo cuore di innovazione a Bolzano, grazie a un servizio navetta che collega l’università al parco. Inoltre, insieme al nostro evento nell’ateneo sarà in corso la mostra Diplorama, che raccoglie i progetti di tesi Bachelor e Master della facoltà di design dell’anno appena trascorso, curata da Silvia Maranzan con Giorgio Camuffo.

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 Foto di Luna Atelier del team ABC

 

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Alto Adige, bolzano, Bozen, facoltà di design e arti, Franz Suggests, La Lunga Notte della Ricerca, libera università di bolzano, luna
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