Food
August 29, 2019
6 Chefs for Ethiopia
Mauro Sperandio
Il rito, la ripetizioni di determinati gesti secondo un’intenzione ed un modo condivisi, è quel filo che ci unisce tanto a persone a noi vicine, quanto a chi si trova distante da noi nel tempo e nello spazio. Condividere del cibo, bere assieme, ritrovarsi attorno ad un tavolo (come anche ad un fuoco) sono azioni che, in maniera sostanzialmente simile, accomunano tutta l’umanità.
La cena 6 Chefs for Ethiopia, ideata e organizzata dallo chef altoatesino Stefan Unterkircher, unisce la ritualità del mangiare assieme alla scelta di proporre ingredienti e ricette altoatesine ed etiopi, creando un ponte ideale tra la nostra terra e il lontano paese africano. Se figurato è il collegamento con l’Etiopia, concretissimo sarà l’impiego delle offerte che saranno raccolte in occasione della cena, che sarà ospitata nell’elegante contesto del cortile interno del ristorante Der Traubenwirt di Bressanone. Il contributo dato dai partecipanti sarà infatti impiegato interamente per finanziare il progetto dei Medici per l’Alto Adige nel Mondo per l’ospedale di Attat, centro ad un centinaio di chilometri dalla capitale Addis Abeba, che, con i suoi solo settantacinque posti letto, serve un bacino di più di un milione di persone.
Ad avvicendarsi ai fornelli, oltre a Stefan Unterkircher, ci saranno Reinhard Steger, presidente dell’Associazione cuochi dell’Alto Adige; Walter Weidenforst, vicepresidente dell’associazione dei cuochi Euro-Toques Austria; Andreas Schreiner e Michael Haupt, entrambi vicepresidenti di Euro-Toques Germania e Agitu Ideo Gudeta, pastora e casara etiope che vive e lavora in Trentino.
Come dicevamo, il menù si preannuncia ricercato e interessante, perché è un piccolo viaggio enogastronomico tra due continenti. Volete qualche coordinata per orientarvi?
Si apre con il kitfo, che è carne cruda tritata e marinata secondo l’uso etiope, in questa occasione preparato con il manzo delle Odle. Seguono poi degli altoatesini canederli di grano saraceno con formaggio erborinato di capra (fatto in Trentino da Agitu Ideo Gudeta) conditi con il berberè, che è una miscela di spezie etiope. Al salmerino che nuota nelle fredde acque dei torrenti altoatesini, i 6 Chefs for Ethiopia abbinano lo shiro, che è una purea di legumi tipica del paese africano. Il succulento agnello di razza Villnösser Brillenschaf (presidio Slow Food), che ha casa in Val di Funes, viene invece preparato con il tej, che è un vino di miele molto popolare in Etiopia.
Chiude il menù un dessert decisamente goloso, con fragole della Val Martello, fior di latte e pino mugo della Val Sarentino, a cui si abbinano due presidi Slow Food quali il teff, cereale etiope, e il caffè di lupini di Anterivo. Il vino, ovviamente, non manca e comprende rinomate etichette non solo della Valle Isarco.
Durante la serata, sono inoltre previsti momenti dedicati all’attività dei Medici dell’Alto Adige per il Mondo e alle tradizioni culinarie dei due paesi. La buna, suggestiva cerimonia etiope del caffè, a cura della condotta altoatesina di Slow Food, sugella con il più diffuso dei riti la distanza tra due popoli, che è forse piccola già nelle piccole cose.
Per info e prenotazioni: monika@world-doctors.org
Foto: © Reza Abbas Asadi
Comments