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January 17, 2019

Verknüpfungszwang #12: Il canone di Rasmo

Allegra Baggio Corradi

Oggi, caro lettore, ti trasformerai in una di quelle curiosissime persone che amano aprire le enciclopedie su una pagina a caso per il puro piacere di imparare nuovi vocaboli e fare la conoscenza di individui vissuti molti secoli fa. Iniziamo.

Abelino, orefice a Bolzano. Dal 1279 risiede in via dei Portici. Amministratore dell’ospedale civico. Possiede appezzamenti di terreno presso la Talvera.

Adamo d’Arogno, mastro costruttore dal 1212 al 1236. In lite con Enrico di Vallena per la costruzione del Duomo di Trento per il quale aveva progettato la planimetria.

Giuseppe Albani, liutaio nato a Bolzano, circa 1680. Studia a Graz e poi torna a Bolzano per continuare la tradizione bottegaia del padre. I suoi violini sono firmati Josephus Filius Math. Albani me fecit Bulsani in Tyroli.

Cristiano Guglielmo Allers, nato ad Amburgo nel 1857. Compì un viaggio di studio in Alto Adige dove produsse un centinaio di disegni, soprattutto della zona di Vipiteno. Tra questi un ritratto del sindaco di Vipiteno e di don Carlo Atz, studioso di storia dell’arte, mentre restaura le aureole dei santi in una chiesa di Terlano.

Carlo Anrather, nato a Magré nel 1861. Figlio di contadini entra nella bottega del pittore bolzanino Rodolfo Stolz. Si reca alla scuola industriale di Innsbruck e all’Accademia di Monaco di Baviera. Nell’ultiaa parte della sua vita fu molto richiesto come ritrattista. A Cà dei Bezzi a Bolzano si conserva un suo ritratto.

Giovanni Carlo Vendelino Anreiter von Ziernfeld, nato a Schemnitz (Slovacchia) nel 1702.  Figlio di un segretario camerale di Renon studiò a Bolzano presso la bottega di Francesco Rottensteiner. Migrò a Vienna dove divenne pittore di porcellane e lavorò in seguito per Carlo Ginori a Doccia, in provincia di Firenze. Lì divenne insegnante di manifattura porcellana e contribuì al successo del Ginori.

I brevi profili che abbiamo letto si trovano tra le pagine del Dizionario biografico degli artisti atesini scritto nel 1980 da Nicolò Rasmo, storico dell’arte trentino. Una copia del primo volume abita ora al primo piano della biblioteca Warburg, casa dell’immagine. Al suo fianco troviamo ‘Arte nell’Alto Adige: una scelta delle più belle opere’, ‘Bernardo Cles e l’arte del Rinascimento in Trentino’ e ‘A nord di Venezia: scultura e pittura nelle vallate dolomitiche tra Gotico e Rinascimento’.

Il Dizionario di Rasmo ci rivela, tramite la sua onnivora lente d’ingrandimento, che la nozione di ‘artista’ è applicabile non solamente ai convenzionali pittori e scultori, ma anche e forse soprattutto ai liutai, agli architetti, ai ceramisti, agli orefici e perfino agli autodidatti. Il canone di Rasmo è onnicomprensivo e induce una riflessione sul valore del termine ‘arte’ in senso lato così come sul valore delle parole in senso stretto. In che modo una parola giunge a significare dei concetti e soprattutto in che modo essa acquisisce nuovi significati attraverso il tempo e lo spazio? E’ legittimo definire artisti un ceramista e un pittore insieme? Cosa cambierebbe se ad essere in disaccordo non fossero i linguisti, ma i diretti interessati? E se a loro non importasse nulla? Di più. E’ equivalente ritenere un’artista altoatesino piuttosto che trentino? Cambia l’enfasi? Emerge il nostro punto di vista? E’ solo una svista? A voi la lista. A patto che resista.

Alla prossima connessione! Alla prossima compulsione! La conclusione.

Immagine: Allegra Baggio Corradi/franzmagazine

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