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July 15, 2015
La danza che fa gli Anticorpi(XL) per l’oggi e il domani
Anna Quinz
Bolzano Danza non è solo grandi compagnie, colonne storiche dell’arte coreutica, star internazionali. Bolzano Danza è anche laboratorio di ricerca sul futuro, sui nomi e le personalità che saranno colonne storiche e star del domani. Che è già l’oggi. Perché si fa tanto parlare di futuro, sempre e ovunque, come se le proiezioni in avanti lasciassero un margine di manovra rilassante e rassicurante, in ogni ambito e disciplina. Ma quel che conta davvero è l’oggi, mattone dopo mattone, nome dopo nome, storia dopo storia. Senza un oggi fatto di talenti ricerca e visioni, lo sguardo non può andare avanti e la macchina – che sia la danza o qualunque altra cosa – inesorabilmente si ferma. Ecco perché è prezioso il lavoro che Bolzano Danza fa sulla giovane danza italiana, per la sua promozione, il suo sviluppo, la sua crescita. Dentro i teatri, nel mondo. Già da qualche anno dunque durante il festival bolzanino, la rassegna “AnticorpiXL”, parte integrante di un network nazionale di monitoraggio e promozione dei talenti coreografici del bel paese e della danza d’autore.
Anche quest’anno, dunque, Bolzano Danza guarda alla danza italiana di oggi e ci porta tre voci, tre stili, tre storie, tre modi di fare coreografia in questo presente.
Il sardo Moreno Solinas il 16 luglio, la marchigiana Mara Cassiani il 21 e l’altoatesina Anastasia Kostner il 23. Un giovane uomo e due giovani donne che ci metteranno di fronte alle più inattese posizioni della danza contemporanea e ci racconteranno, a modo loro, un pezzo di oggi e domani.
E io potevo perdermi l’occasione di intervistarli, di scoprire il loro universo creativo e di capire dove siamo e dove andremo, attraverso il loro sguardo e il loro gesto? Certo che no, dunque ecco a voi Moreno, Mara e Anastasia, in tutto il loro splendore.
Moreno, Mara, Anastasia, la danza per voi, in 5 parole/concetti/citazioni/aneddoti.
Moreno: La danza è immediata perché tutti abbiamo un corpo. Il teatro è un luogo speciale perché gli artisti e il pubblico si danno appuntamento e decidono di spendere del tempo insieme in una stanza. La coreografia è per me la creazione di un’esperienza, finalizzata non solo a provocare riflessioni ma a coinvolgere lo spettatore a livello sensoriale. La coreografia è il mio modo di comunicare con il mondo. Ultimo desiderio: lavoriamo duro, ma non prendiamoci troppo sul serio!
Mara: Spazio / Linee / Ritmo / Michael Jordan / Ogni cosa è danza e coreografia
Anastasia: Danza é movimento. Noi siamo pensieri muoventi. (cit. Trude Cone)
Quali sono i vostri anticorpi personali per la sopravvivenza nel mondo, nella vita, nella professione di coreografo/a
Moreno: Il fatto di aver imparato a chiedere ciò di cui ho bisogno. Come artisti indipendenti è facile perdersi nella folla e nella grande mole di lavoro che questo mestiere comporta, ma ho trovato persone e organizzazioni che hanno creduto nel mio lavoro e che mi hanno supportato. Un altro punto di riferimento fondamentale sono stati i miei compagni di classe all’università di danza contemporanea, e la fortuna di aver studiato in un ambiente in cui la competizione ha ceduto il passo alla collaborazione.
Mara: Ironia, equilibrio, musica, musica, musica, relax. No al cliché e no allo snob. Accettare il fallimento e provarci sempre e di nuovo. #DO THE RIGHT THING #FARE #JUST DO IT
Anastasia: Andare in profondità. Sto studiando Rolfing, structural integration, che mi da una ricchezza per interagire, pensare e comunicare nella danza.
Il tema di Bolzano Danza 2015 è FE|MALE. Per voi – nella danza – cosa significa il concetto di genere, cosa significa essere uomo o donna, corpo maschile|femminile danzante nel mondo?
Moreno: L’ambiente della danza contemporanea europea, quello che mi circonda, è talmente misto e flessibile che a volte mi dimentico quanto le connotazioni di genere siano presenti in altri ambienti. Sono sempre stato affascinato dall’idea che, se tratti una differenza o una minoranza come norma, la differenza possa semplicemente diventare parte dello status quo. In TAME GAME tre uomini sono in scena, ma penso lo spettacolo incoraggi lo spettatore a riflettere su dinamiche interpersonali che vanno al di là del genere.
Mara: Per me il corpo è energia, un fatto scultoreo, forme, linee, volumi, senso dell’essere. Il corpo trascende qualsiasi concetto di genere per creare visioni. Tuttavia la nostra società lo ha condensato di significati e stereotipi pericolosi.
Anastasia: Nella danza ho trovato tanti modi per evitare i cliché del maschile o femminile e scoperto come pensare in un modo alternativo tramite cambi di ruoli o danze prive di sessualità. Tuttavia, ritengo che ci siano ancora differenze tra uomo e donna, nel mondo della danza.
Diteci del lavoro che portate a Bolzano Danza. Perché dovremmo venire a vederlo? Cosa ci racconterà? Come è nato, in che modo parla di voi e del vostro modo di fare danza?
Moreno: TAME GAME è uno spettacolo creato nel 2011 e nato da un gruppo di 4 amici che hanno deciso di spendere 4 settimane insieme. È un pezzo breve, dinamico, che riflette sulla tendenza del tutto umana a interferire con lo spazio che ci circonda e con gli altri. Il punto di partenza è stato l’immagine di un giardino: il giardino ha un elemento ‘naturale’ e ‘selvaggio’, che andiamo a circondare e ‘domare’ in modo da poterci avvicinare e usufruirne. Siamo affascinati dalla natura ma abbiamo bisogno di domarla per proteggerci. Così facciamo con le persone: ne siamo attratti, ma imponiamo dei limiti per rendere possibile il vivere sociale. TAME GAME è una riflessione scanzonata sul ‘limite’ e sul vivere sociale.
Mara: “Europa” parla del senso dell’umano, del desiderio umano di sentirsi meno soli, nella vita come nello spazio. Si lega alla ricerca di vita su un pianeta pieno di acqua, una luna, chiamata Europa, simile per questo al nostro. Il suo potenziale di vita si lega al nostro desiderio di non essere soli. Il corpo è immerso in uno spazio vuoto e inizia a pulsare, come una visione astratta in uno spazio buio.
Anastasia: Il lavoro é nato in collaborazione con il video artista Maarten van der Glas. Inizialmente era uno studio su come il corpo danzante può essere rappresentato visualmente. Parliamo di ‘embodiment’, di ritrovare lo stesso corpo in diverse forme visuali e di come ci identifichiamo con esse.
Un sogno nel cassetto, o sulla mensola, che il cassetto è qualcosa di chiuso, mentre un sogno è fatto per essere aperto?
Moreno: Il mio sogno sulla mensola è di continuare a fare questo mestiere e di continuare a essere felice!
Mara: I sogni sono puntini che mettiamo sul nostro futuro, linee e strade, che costruiamo ogni giorno. Il mio sogno è creare una compagnia stabile o meglio un gruppo di ricercatori, nel senso scientifico del termine, in costante ricerca su arte visiva, la musica e danza <3
Anastasia: Ho tanti sogni! Ammiro le persone che sono attive nel mondo della danza ancora in età adulta. Sogno di ritrovarmi lì anch’io…
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