Stabile 50. I Cababoz irrompono allo Stabile

Agitate per bene ironia, sarcasmo, tormentoni, satira e musica, 1 ragazza (che aspira alla santità) e 18 ragazzi ed otterrete i Cababoz. La comicità made in Alto Adige, dopo 50 spettacoli nei teatri della Regione, debutta al teatro Stabile di Bolzano con, appunto Stabile 50. I personaggi che li hanno resi celebri ed uno spettacolo inedito, un appuntamento imperdibile per gli aficionados, un’occasione per conoscerli, per chi viveva bene anche senza. Ad una settimana dal debutto -due le serate, il 30 ed il 31 Gennaio- prima che diventino tanto famosi da non concedersi se non al TIME, li abbiamo incontrati…
I Cababoz debuttano allo Stabile e festeggiano i 50 spettacoli. Ve lo meritate? Ve lo aspettavate?
Io, qualche anno fa, non me lo aspettavo. Forse nessuno di noi tre anni fa se lo aspettava. Ma pian piano, lavorando tanto e cercando di migliorarsi sempre, ci hanno chiamato teatri davvero importanti, soprattutto per il mondo del cabaret, il Carambolage, L’arte del far ridere, il Santa Chiara a Trento ed ora lo Stabile di Bolzano. Per il teatro bolzanino apriremo la stagione “Altri percorsi”, figurando in un cartellone che ospita le realtà teatrali del territorio, vedendo riconosciuto un grande impegno che ci ha visti per 50 volte sul palcoscenico con i nostri spettacoli!
Abbiamo tentato di sviluppare lo spettacolo proprio tenendo conto di queste due categorie. Faremo dei pezzi inediti ma con personaggi storici del nostro repertorio. Proponendo la struttura classica del cabaret che piace a noi: monologhi, sketch e musica. Infatti, per l’occasione, saremo accompagnati da una vera e propria orchestra.
Su cosa scherzano poco volentieri gli Altoatesini?
Il pubblico di Cababoz sposa la nostra filosofia e abbiamo notato che ride volentieri su tutto. Gli altri altoatesini ci prendono troppo sul serio! Una battuta è una battuta…
…Al cababoz ci sono un sacco di ragazzi bellissimi. E poi c’è anche una ragazza che è molto più bella di tutte quelle ragazze bellissime che dici tu…
Capisco i vostri parenti… ma a me, chi lo fa fare?