Music
September 27, 2014
Scelsi Revisited: bella serata, anzi bellissima, anzi… forse troppo per Bolzanobozen!
Andrea Beggio
Nel programma di sala di Scelsi Revisited, serata di Transart dedicata al misterioso compositore italiano Giacinto Sclsi ed alle sue suggestioni sonore, si legge che per più di vent’anni dalla morte del maestro gli archivi sono rimasti inaccessibili aumentando l’aura misteriosa che aleggia intorno alla genesi delle sue opere.
Quest’anno ricorre il venticinquesimo anniversario della sua morte e la fondazione inizia a celebrare questo visionario compositore.In realtà una delle prime grandi realizzazioni musicali dedicate al compositore romano è proprio l’evento Scelsi Revisited che vede protagonista il celeberrimo ensemble Klangforum Wien.
Pensandoci bene, Isabella Scelsi ha fatto bene a proteggere il lascito di Scelsi per tutti questi anni per due ordini di motivi:
In primo luogo l’accademia musicale italiana ha sempre mostrato una aperta ostilità verso questo tipo di opere, con un piccolo momento di gloria durante gli anni ’80 più che altro grazie ad alcuni compositori francesi che vedevano (a ragione) nel suo originale approccio legato al puro suono il senso della musica del ventesimo secolo.
Per una tragica ironia legata alle ataviche miserie che affliggono l’Italia, se dovessimo individuare gli eredi del patrimonio musicale di Scelsi, li troveremmo quindi prevalentemente in Francia ed in Austria.
In madre patria Scelsi è sempre stato sottovalutato ed ignorato perchè pagava dei trascrittori per tradurre le sue idee in partitura.Ciò che stupisce è che la bellezza dei brani di Scelsi risieda nell’incontro dell’avveniristca tecnica compositiva del maestro, con la grandissima abilità dei suoi trascrittori (quei brani trascritti oggi non penso che avrebbero lo stesso impatto sonoro). Un misto quindi di pensiero astratto e visionario, quasi esoterico, e di abilità artigianale made in Italy.
Per tornare a Scelsi Revisited, l’ensemble viennese ha suonato in modo impeccabile i brani in programma e, partendo da un indimenticabile Anahit (poema lirico dedicato a Venere) ha ipnotizzato il pubblico creando questo sinuoso continuum di suono e vibrazioni.
Di seguito le interessanti composizioni della norvegese Ragnhild Berstad e del compositore spettrale francese Tristan Murail che reinterpretano l’estetica del maestro romano.
Fra i due devo dire che il brano di Murail si è rivelato molto debole e pretenzioso mentre quello della Berstad, pur distanziandosi per complessità dal granitico e cristallino Anahit, portava alla luce un grande lavoro nell’esplorazione delle capacità espressive del suono.
Nella seconda parte, dopo un simpatico spot dell’istituto luce sulle avveniristiche possibilità dell’Ondiola (il sintetizzatore con cui Scelsi costruiva, suonando registrando e montando i nastri, proprio come si fa oggi!) seguito da una dimostrazione pratica dello strumento, un’ensamble di strumenti a fiato, percussioni e macchina del vento ha interpretato magnificamente le nuances microintervallari e la potenza del brano I Presagi (1959). Le diverse sfumature sonore degli ottoni sono state realizzate mediante l’utilizzo di una grande varietà di sordine, rendendo quindi la performance molto coinvolgente anche dal punto di vista esecutivo (la grande capacità di Scelsi di mascherare gli eventi sonori, per ottenere un sinuoso continuum, si traduce in una estrema complessità esecutiva).
A chiudere la serata Introduktion und Transsonation di Georg Friedrich Haas, un brano basato su un nastro di Scelsi che nella prima parte viene eseguito secondo un partitura scritta, mentre nella seconda parte gli esecutori realizzano una sorta di improvvisazione in cui il nastro su cui hanno costruito la propria parte diventa per loro una sorta di partitura da seguire.
Forse il brano più in linea con la produzione musicale di Scelsi e il più adatto per chiudere la serata visto che la seconda parte è stata eseguita senza direttore d’orchestra e a luci quasi spente.
Una serata da sindrome di stendhal!
Bene quindi che Transart abbia dato il proprio contributo alla riscoperta di questo importantissimo compositore che, se valorizzato potrebbe portare una vera rivoluzione nell’asfittico mondo della musica contemporanea italiana.
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