Music
March 25, 2014
Musica live a Bolzano (5), Tachi: “Un solo locale per una città di 100mila abitanti è troppo poco”
Marco Bassetti
Tachi non è uno che le manda a dire. Il tema musica live a Bolzano naturalmente l’appassiona, come artista ed operatore culturale di lungo corso. La sua è una passione autentica e bruciante che, calata nella nostra situazione, però lo fa sbottare: “Una città che si candida a Capitale europea della cultura* e poi non concepisce un concerto il sabato sera fa davvero incazzare! Tutti con la parola cultura in bocca solo quando girano i gran soldi. Ma io vivo in mezzo a gente che dei soldi se ne sbatte e vuole solo suonare e stare bene assieme”. A suo parere gli spazi deputati alla musica live a Bolzano sono pochi. E, di contro, le regole e le limitazioni sono tante. In sintesi: “la situazione è desolante”.
Quando hai iniziato a organizzare concerti com’era la situazione?
Ho iniziato nel 2002. Avevo 18 anni e a Bolzano la situazione non era tutta rose e fiori, ma c’erano ancora alcuni posti in cui si poteva organizzare un evento decente per quanto riguarda orari e volumi della musica.
Allora la location principale per i concerti che organizzavi era il Papperlapapp, ma poi?
Poi ci furono ancora dei locali in cui si organizzarono belle serate. Penso al Nazionale, poi chiuso e ora lasciato in abbandono, e allo Sciarada, che fece di tutto per mettersi in regola riguardo alle disposizioni sull’insonorizzazione, ma non bastò: troppo casino in piazza Erbe.Avevano provato a dirci che l’alternativa era il Kubo in Zona industriale. Ma si trattava di una location troppo grande e assolutamente troppo costosa per poter organizzare concerti medio-piccoli.
Adesso qual è la situazione?
Ora la situazione è desolante… Negli anni l’amministrazione che governa questa città ha pensato che i problemi di ordine pubblico, la sporcizia e gli episodi di violenza fuori dai locali fossero diretta conseguenza di quello che accadeva dentro ai locali. Non hanno capito che, proibendo qualunque tipo di manifestazione musicale nei locali e facendoli chiudere sempre prima, hanno solo alimentato il disagio che poi si palesa sulle strade, in piazza o altrove. Invece di trovare soluzioni per mantenere l’ordine e il rispetto degli altri fuori dai locali, hanno pensato bene di proibire qualunque forma d’intrattenimento all’interno. Probabilmente pensavano che la gente sarebbe rimasta a casa a guardare la tv…
Quindi quello dell’ordine pubblico non costituisce un vero problema?
È solo una scusa. Si tratta della palese incapacità di capire la situazione, gente che dall’alto decide senza conoscere. Piazza Erbe per esempio: che facciano rispettare le regole invece di far spegnere la musica. Se io compro una maglia in un negozio del centro e quando esco faccio pipì sotto i portici, non chiudono quel negozio ma prendono me e mi danno un multa. Non so se mi spiego? Ho vissuto in Germania per un periodo, a Friburgo. Da giovedì a sabato tutti i locali del centro facevano musica dal vivo e il venerdì e il sabato stavano aperti fino alle 3.00. In pieno centro! Solo che c’era sempre una camionetta della polizia e 6-8 agenti che passeggiavano qua e la per le strade. Ci si poteva divertire senza problemi, bastava essere rispettosi degli altri e delle regole, tutto qui. Vorrei chiedere al Sindaco e a chi ha contribuito a questa situazione se da quando hanno tagliato le gambe a qualunque iniziativa ci sono stati miglioramenti riguardo l’ordine pubblico. Ci sono meno giovani che fanno pipì in piazza?
Il problema è che a Bolzano spesso basta una telefonata di uno che vuole silenzio per rovinare la festa a tutti…
Infatti una proposta sarebbe quella di raccogliere firme di persone dai 18 anni in su e andare dal politico di turno dicendo: “Questi sono voti di gente incazzata. La prossima volta che una singola persona davanti al Pippo chiama per dire che la musica il sabato sera lo disturba, pensi a tutta la gente che invece la musica la vuole!”.
Adesso che organizzi ancora qualche data, quali sono le difficoltà principali al di là dell’ordine pubblico?
La mancanza di alternative. Ormai c’è solo il Pippo Stage: i ragazzi che lo gestiscono sono fantastici, pieni di passione e di voglia di fare belle cose che coinvolgano più persone possibili. Ovviamente però un solo locale per una città di 100.000 abitanti è troppo poco!
A livello di spettatori, oggi le serate rap riscuotono un buon successo vero?
Dipende dal fatto che circa 5 anni fa l’hip hop è esploso come genere musicale in Italia. In ritardo comunque rispetto al resto del mondo, ma come sempre accade in qualunque ambito no? A livello locale il merito è di persone come Rebo e me che da tempi non sospetti, da quando il rap non lo considerava nessuno e che anzi spesso veniva schernito, hanno insistito e cercato di organizzare eventi di qualità. Sono felice di poter dire che negli anni si è creata una scena vera e propria qui a Bolzano. Ora, quando organizziamo un evento, sappiamo già che un tot di gente, gli appassionati, sarà sicuramente presente. In passato invece si trattava ogni volta di un salto nel buio.
Una proposta concreta per rilanciare la musica live a Bolzano?
Permettere ai locali di organizzare eventi. E non intendo mega-eventi, parlo di eventi piccoli e piccolissimi! Un chitarrista che canta all’ora dell’aperitivo in piazza Erbe o dentro ad un locale. Mini-live senza troppe pretese. Un dj set che possa fare dei volumi decenti. La gente ha fame di musica e non serve a nulla un festival come Upload (al quale ho partecipato in passato e che considero una bella iniziativa) se poi durante l’anno non permetti alla musica di esistere. Non ce ne facciamo nulla dei mega-concerti con budget elevatissimi se poi un “aperitivo musicale” all’ora di pranzo in un locale vicino al mercato del sabato finisce sul giornale perché disturba! La passione non si cala dall’alto, la si deve semplicemente supportare lasciandola crescere dal basso.
Come?
Basterebbe dare spazio ai gruppi locali senza dover puntare troppo in alto. Le cantine e i garage di Bolzano sono pieni di gruppi con la voglia di suonare. A Bolzano è lontana dal potersi definire una città che dà spazio alla cultura e alla creatività, una città vicina ai giovani. Una città che si candida a Capitale europea della cultura* e poi non concepisce un concerto il sabato sera è ridicola e fa davvero incazzare! Tutti con la parola cultura in bocca solo quando girano i gran soldi. Ma io vivo in mezzo a gente che dei soldi se ne sbatte e vuole solo suonare e stare bene assieme.
La frustrazione è grande insomma…
Io personalmente sono stufo di vedere grandi manifestazioni calate dall’alto, che spesso non sono altro che campagne elettorali camuffate e pagate con i nostri soldi, quando poi un locale paga migliaia di euro di multe se trasgredisce quelle leggi insulse che regolano la musica dal vivo nei locali pubblici. Conosco un proprietario di un bar che ha dovuto pagare 1.500 euro e chiudere due settimane perché, al momento del controllo, la porta del locale non era perfettamente chiusa, ma leggermente aperta a causa del meccanismo a molla che era rotto. Ci rendiamo conto? Poi vedi che alla Stadtfest il Comune distribuisce buoni ai residenti del centro da consumare durante l’evento… Ma stiamo scherzando? Si tratta quindi solo ed esclusivamente d’interessi economici? Allora sciacquatevi la bocca quando parlate di giovani, musica, cultura, città dinamica… Non sapete nemmeno di cosa parlate.
* La candidatura è tramontata nel novembre 2013: l’Alto Adige insieme al Nordest sono stati esclusi dalla short-list delle candidate italiane a Capitale europea della Cultura 2019.
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