Ancora qualcosa da dire sulla (geniale) campagna #coglioneno
Giovane, creativo e freelance si, ma #coglioneno. Una geniale campagna virale di video che da giorni impazza nel web unisce le voci di tanti professionisti. Ma il loop del “non c’è budget per questo progetto”, pone alcune – tristi – domande in un sistema paese tutto da rifare.

Ancora qualcosa da dire sulla (geniale) campagna #coglioneno
Giovane, creativo e freelance si, ma #coglioneno. Una geniale campagna virale di video che da giorni impazza nel web unisce le voci di tanti professionisti. Ma il loop del “non c’è budget per questo progetto”, pone alcune – tristi – domande in un sistema paese tutto da rifare.
Ormai ha fatto il giro del web, andata e ritorno, e il ritornello (oggi hashtag) #coglioneno è ormai sulla bocca di tutti. Meritatamente. Perché chiunque faccia un qualche tipo di lavoro creativo, indipendente, da freelance, da libero professionista e simili, quando ha visto i video lanciati su youtube da Zero (video peraltro tecnicamente di altissimo livello), ha urlato (dentro di sé, ma magari anche fuori): “è vero! È vero! È proprio così che mi dicono sempre! (e io, appunto, non sono un coglione, ecchecazzo!)”
E così l’effetto #solidarietàcollettiva, o quello #l’unionefalaforza hanno fatto il resto. Perché è proprio così, innegabile, sacrosanto, più vero del vero. Quel che bisogna sperare è che i video non siano girati solo tra soggetti solidali, tra coloro che fanno un qualche tipo di lavoro creativo, indipendente, da freelance, da libero professionista e simili. Perché sentirsi rappresentati e avere una voce è importante, anzi fondamentale, ma il messaggio dovrebbe arrivare soprattutto un po’ più in alto, lì dove ci sono i politici che per questa categoria sociale non fanno nulla, per quelli che certe cose all’idraulico non le direbbero mai, ma a tutti noi le dicono praticamente ogni giorno.
Però, dopo la prima reazione “bravi!”, “finalmente!”, “così si fa!” e via dicendo, io mi sono fermata un attimo a pensare e mi è venuta in mente una cosa. Molto triste, a dire il vero.
Noi di franz siamo esattamente quella categoria di cui sopra: siamo un’impresa creativa composta da giovani che fanno un qualche tipo di lavoro creativo, indipendente, da freelance, da libero professionista e simili. Dunque, noi come gli altri le frasi del video le abbiamo sentite mille volte, in mille varianti e variabili, in mille contesti e situazioni. La cosa triste però, è che la fatidica frase “per questo progetto non c’è budget” e tutto quel che segue, noi, l’abbiamo anche detta.
E qui scatta la vergogna – prima – perché guardando i video, l’idraulico siamo noi, l’altro è il nemico da combattere, e la rabbia – poi – perché io non voglio essere il nemico. Questo secondo me è l’aspetto più triste e amaro dei tre geniali video di Zero: il farci rendere conto che siamo totalmente immersi in una spirale viziosa, che ti porta ad essere il buono della storia oggi e il nemico domani. Un #gattochesimordelacoda, un #circolovizioso eterno. E così parte il ritmo perenne che ci mangia e schiaccia tutti (o almeno molti):
- sono un freelance e magari decido di fare impresa, perché ho un sogno, ma anche per far crescere il paese – perché no.
- tu grande impresa/cliente/ecc hai bisogno delle mie competenze professionali ma non hai budget per me, perché tanto io mi diverto, lo metto in curriculum e via andare.
- Io con la mia impresa sto alla canna del gas.
- Ho un progetto, che è una figata, davvero e mi serve un collaboratore.
- Vedi punto 3.
- Io giovane imprenditore freelance di belle speranze, mi ritrovo a chiamare un altro giovane imprenditore freelance di belle speranze e a dirgli che non ho budget per lui (che lo mette in curriculum e che si diverte, almeno questo ho la decenza di non dirlo).
- Le imprese alla canna del gas ora sono 2.
Il meccanismo è malefico e malato. Non aiuta la creatività (che insieme alla bellezza potrebbe salvare il mondo, secondo me) né tantomeno l’economia. Un disastro annunciato, di cui tutti siamo involontari e sofferenti complici. La macchina si incastra, si rompe, si blocca. E trovalo tu un tecnico disposto ad aggiustarla. Perché si sa, per questo progetto – ahimè – non c’è budget.