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December 4, 2013
People I Know. Alex Oberhofer, una vita in corsa, tra tatoo e roller derby
Anna Quinz
Alex Oberhofer è nata a Merano 35 anni fa. È cresciuta in Val Venosta, ha frequentato per 1 anno la facoltà di architettura a Innsbruck e poi si è trasferita a Bolzano, per studiare all’Accademia di Design, dove si è laureata (quando è diventata Università). Per un po’ ha lavorato come grafica freelance, poi ha aperto insieme al suo compagno, Teo, uno studio di arredo di interni e grafica. A un certo punto però, sia Alex che Teo hanno iniziato a lavorare nell’ambiente dei tatuaggi e 4 anni fa insieme a un amico Teo ha aperto uno studio, l’Highscore Tatoo. Alex è stata con loro fin dall’inizio dell’avventura, lavorando come shop manager e ora ha iniziato un percorso di apprendistato per imparare a tatuare lei stessa. Ma Alex ha anche un’altra grande passione, che da 2 anni le riempie la vita: il roller derby. Uno sport particolare, tutto al femminile, giocato su pattini a rotelle e con tanta energia. Uno sport di squadra che ha creato amicizie e relazioni, oggi preziosissime per Alex.
Alex, partiamo dai tatuaggi, cosa ti affascina di questo mondo?
Il lato creativo, la possibilità di esprimersi attraverso e sulla pelle, cosa non facile, perché non hai un foglio dove cancellare quando sbagli. Quello dei tatoo è un mondo affascinante e variopinto, con radici molto profonde e con tanti aspetti diversi. Mi piace scoprire sempre nuovi stili, persone, tecniche… E farsi tatuare da diversi tatuatori è un po’ come collezionare opere d’arte. Per me è diventata una vera passione, e diventare una brava tatuatrice è il mio obiettivo.
Ma non fa paura il pensiero di invecchiare e portarsi sulla pelle cadente segni anch’essi in caduta libera?
Bisogna rendersi conto che il corpo invecchia e che la pelle cambia, e lo fa con o senza tatuaggi. E se i tatuaggi ti piacciono davvero, questo non è un motivo valido per non farne. Un giorno sarai comunque vecchio e rugoso e che tu lo sia con la pelle colorata o meno non fa differenza.
Quanti tatuaggi hai?
Tanti, non so esattamente, ho smesso di contarli da un po’…
Passiamo all’altra tua passione, il roller derby. Come sei arrivata a uno sport così curioso?
È partito tutto da un’amica che all’estero ha visto una partita. È rimasta così colpita da questo gioco, dal rapporto che avevano le squadre avversarie, dal loro modo bello e positivo di relazionarsi che tornata a Bolzano ha iniziato a “tartassare” noi amiche per creare una squadra. Io ero scettica all’inizio: iniziare a 33 anni uno sport nuovo mi faceva paura. Temevo di farmi male o che fosse troppo impegnativo. Ho frenato un po’, ma lei insistito e così mi sono detta “che cosa ho da perdere?”, mi sono comprata dei pattini non troppo costosi e ho iniziato a pattinare. All’inizio pattinavamo sulle passeggiate, nei parcheggi, dove trovavamo. Eravamo solo 3, poi si sono aggiunte altre ragazze, abbiamo trovato un campo da hockey dove allenarci e iniziato a fare allenamenti seri. Ora siamo una vera squadra – le Alp’n Rockets – e giriamo in Italia per conoscere e sfidare altre squadre, nate contemporaneamente alla nostra. Stiamo cercando di costruire una lega nazionale, e chissà magari partecipare con una squadra italiana ai mondiali 2014 a Dallas, in Texas.
Come funziona esattamente questo sport, che in pochi conoscono?
È uno sport di squadra, si gioca con pattini a quattro ruote, su una pista ovale. Ciascuna delle due squadre in campo ha 4 pattinatrici, dette “blokers” e una “jammer” che deve correre. Le blockers formano un gruppo, dietro partono le jammer che devono passarci in mezzo. Le blockers devono frenare l’avversaria ma anche liberare la strada per la propria jammer. Superato il gruppo, la jammer deve fare un giro intero della pista e passare di nuovo dal gruppo. Ogni passaggio equivale a un punto e lo scopo è accumulare più punti possibile.
Quali secondo te i punti forti di questo sport?
È sport uno di strategia, agilità e di team work. Si deve lavorare molto insieme e usare tattiche specifiche per fermare le avversarie senza che ti spingano fuori pista o ti facciano cadere. È uno sport di contatto e molto intenso, ma c’è un regolamento davvero severo: non si può picchiare l’avversaria, farla inciampare, usare i gomiti, spingere ecc.
Cosa hai imparato, in questi 2 anni di roller derby, di utile per la vita?
Prima di tutto ho trovato uno sport che mi appassiona veramente tanto (sono abbastanza pigra di natura) e che ancora dopo 2 anni mi dà voglia di mettermi in gioco e migliorare. Quindi, da un lato l’attività fisica, che mi fa bene. E poi soprattutto la squadra. Siamo partite tra amiche, ma poi sono arrivate persone nuove: è bello imparare a convivere, condividendo una grande passione. E ancora, l’impegno che prendi, l’essere regolare, non mollare anche se sei stanco: questa autodisciplina aiuta. Infine, la soddisfazione di vedere cosa riesci a imparare. Se ricordo i primi passi mi viene da ridere, oggi sono arrivata a un buon punto, ma si può sempre migliorare e quando vedi che ti riescono certi esercizi che prima sembravano impossibili, è davvero una bella soddisfazione.
Volete anche voi lanciarvi nell’avventura del roller derby e entrare nella squadra delle Alp’n Rockets? Le ragazze cercano nuove compagne, informatevi qui
Photo by Matteo Jamunno, Dido Fontana, Alice Arduino e Arianna Tangino
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