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October 21, 2013

Campomarzio: fare impresa con l’architettura, le idee e la creatività condivisa

Anna Quinz

Campomarzio è un collettivo di idee. Un gruppo di giovani – come noi – che va in giro, fa cose e vede gente. Basati in Trentino, i ragazzi di Campomarzio creano progetti che lasciano il segno, partecipando attivamente alla vita sociale del territorio che conoscono bene e che si impegnano ogni giorno per osservarlo, sviscerarlo, migliorarlo. Da tempo seguiamo il loro lavoro, anche perché – pur muovendosi in ambiti diversi dal nostro – sentiamo di condividere le stesse finalità, gli stessi obiettivi, gli stessi sogni “more than apples and cows”. Ora finalmente li abbiamo incontrati, anche in occasione di una mostra “Giovani Lavoratori 1977/1988″ che attraverso 100 ritratti (da vedere nella Galleria Bianca a Piedicastello a Trento) si interroga sulle nuove generazioni di lavoratori in questa Italia (e Trentino) piegata da una crisi che di certo i giovani non li aiuta o supporta quanto necessario. E così, in questo caso, ma anche in tutti gli altri, il lavoro di Campomarzio è prezioso, perché dimostra che fare impresa si può. Per crescere come individui e come professionisti, seguendo un sogno, ma anche favorendo, con la propria crescita, la crescita di un territorio intero. 
5Ciao Campomarzio. Partiamo dalle basi. Chi, cosa,come, quando e sopratutto perché nascete?

Siamo quattro architetti Karol, Pietro, Michele, Enrico L., tre ingegneri Daniele, Alessandro, Enrico V., una filosofa, Teresa. Ad inizio 2012 eravamo sparsi in giro in luoghi remoti (Boston, Tokyo, Oulu, Milano) ed abbiamo deciso di rincasare per darci una possibilità non solo come imprenditori ma anche come cittadini. Campomarzio è nato per tanti motivi: perché fare gli schiavi per se stessi è meglio che farlo per gli altri, per provare a dimostrare che non tutto sottostà alle logiche clientelari ma che se sei bravo e ti dai da fare ce la puoi fare e forse qualcosa puoi anche cambiare…

1Ma esattamente di cosa vi occupate? Come organizzate il vostro lavoro?

Campomarzio è sia uno studio di progettazione che si occupa di architettura, urbanistica, allestimenti museali e comunicazione visiva che un’associazione che promuovere ricerche collaborative in campo urbanistico-architettonico e riflessioni sul contemporaneo. In altre parole, Campomarzioassociazione organizza workshop, mostre ed eventi ma soprattutto promuove ricerche che coinvolgono altri professionisti per proporre progetti a scala urbana caratterizzati da un approccio multidisciplinare. Solitamente, sia per quanto riguarda le attività dello studio che quelle dell’associazione, ognuno ha la responsabilità di seguire un progetto coordinandone le attività e le fasi e coinvolgendo a turno gli altri nella realizzazione di specifici task. Campomarzio è composto da persone con attitudini e competenze diverse che per raggiungere gli obiettivi lavorano in maniera complementare sotto la regia di un project leader.

3Quali gli obiettivi che vi siete prefissati? La vostra mission?

Ci piacerebbe poter incidere sul tradizionale processo di commissione delle opere urbanistico-architettoniche. Oggi la modalità più diffusa è l’incarico diretto ad uno studio o, nella migliore delle ipotesi, il concorso. Noi proponiamo progetti collaborativi ossia progetti che partono dal coinvolgere professionisti di altre discipline (sociologi, paesaggisti, ingegneri civili,…) in un’analisi ad ampio spettro del luogo di progetto, un’analisi che sappia fornire spunti non solo strettamente architettonici ma anche sociali, economici per arrivare ad un progetto che possa caratterizzare la città e la sua vita in un’ottica di sviluppo e sostenibilità.

3Qualcosa che non rifareste? Qualcosa che proprio invece vorreste fare, un sogno segreto?

Sogni segreti ne abbiamo tanti…e tutti diversi! Il sogno segreto di Campomarzio però è quello di molte imprese creative: riuscire a guadagnare a sufficienza per poter non solo vivere ma investire in nuove idee!!!

Per quanto riguarda quello che non rifaremmo…beh non ci sono tante cose, anche perché esistiamo da un anno solo! Però forse qualche lavoro sottopagato ce lo eviteremmo volentieri!!!

La cosa più bella che avete fatto, quella per cui avete detto “abbiamo proprio fatto una figata”?

Forse la cosa migliore finora è stata il Workshop di progettazione in scala 1:1 Camposaz. Architetti, carpentieri e designer dai quattro angoli del pianeta per costruire un salotto urbano ed una piattaforma per parapendio a Toandico (TN). Bello per il clima e per la collaborazione con le persone del luogo e l’Associazione Aguaz.

1Essere giovani imprenditori della creatività, cosa significa per voi? Quale sfida rappresenta (o guerra, a volte) nel tempo complicati che stiamo vivendo?

Significa tentare strade nuove ma soprattutto valorizzare il lavoro degli altri mettendo a sistema competenze e saperi diversi. Significa anche lottare contro un sistema che ha fatto dell’innovazione un falso mito e che nella pratica è rimasto legato a dinamiche gattopardesche. Essere impresa creativa significa non solo creare app nuove ma più spesso migliorare la scatola che le contiene!!!

2Perché scegliere di fare impresa creativa? Non era più facile trovarsi un lavoro “normale” e star sereni con 13esima, 14esima e malattie?

Perché il lavoro con 13esima, 14esima è oggi quasi impossibile da trovare… e il lavoro alle dipendenze è diventato nella maggior parte dei casi nuovo schiavismo. Quindi se schiavi dobbiamo essere beh… siamo schiavi di noi stessi, non di sicuro di qualcun altro!!!

“Giovani Lavoratori 1974/1988″. qualche notizia in più su questo progetto?

Il progetto e la mostra prendono spunto da Young Workers di Jeff Wall per proporre un parallelo fra il mondo del lavoro degli anni Ottanta e quello attuale. La mostra è costituita da 100 ritratti di cento professionisti trentini, realizzati dal fotografo Jacopo Salvi tra maggio e giugno e invita a riflettere sulle condizioni socio-economiche dei professionisti e dei freelance.

4Cose imparate e scoperte che non sapevate o pensavate, sui giovani lavoratori oggi, lavorando a questo progetto?

Abbiamo scoperto un universo di persone per le quali non esistono più confini netti tra lavoro e tempo libero, in lotta per la sopravvivenza. Abbiamo scoperto che alla nostra classe politica, nazionale e locale, ma anche ai media tradizionali non interessa granché di queste persone, preferiscono occuparsi di lavoro in termini propagandistici, senza rischiare mai di parlare concretamente di alcuna questione. Abbiamo scoperto, infine, che manca una coscienza di classe fra i professionisti e ciò porta tutti a cercare di “arrangiarsi” nel migliore dei modi, spesso purtroppo a scapito degli altri.

2Cosa vi dite ogni mattina appena arrivate in ufficio? E ogni sera prima di andare a casa (a che ora andate a casa, a proposito?)?

Difficile rispondere… Mattina e sera sono un concetto relativo…ognuno di noi ha i suoi ritmi, chi lavora di notte, chi la mattina presto, chi nel week end! Utilizziamo le pause caffè per aggiornarci e la sera la frase più utilizzata è “Birretta?”.

http://www.campomarzio.name/

Nelle immagini alcuni progetti realizzati da Campomarzio

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Comments

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There is one comment for this article.
  • monica carmen · 

    che interessante questa intervista e anche il collettivo campomarzio. oltre alle idee – stimolanti – si toccano argomenti di cui non si parla mai come ad esempio “coscienza di classe tra professionisti” che sembra quasi un controsenso (parlare di “classe” tra professionisti suona strano, però é così , la consapevolezza di essere una categoria, e pure piuttosto schiavizzata, manca totalmente). peccato sia già finita la mostra – documentazione volendo… c’é ??-
    grazie x eventuali infos. monica