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October 17, 2013

Politika o Polotika? Philipp ‘Pippo’ Klammsteiner porta a Chiusa un progetto elettorale diverso

Anna Quinz
Torna venerdì 18 il progetto Kunst Boden_nah, che porta l'arte in spazi inusuali della piccola città d'arte Chiusa. Siamo sotto elezioni e l'artista Philipp 'Pippo' Klammsteiner decide di lavorare proprio sul tema elettorale...

Dopo la pausa estiva, la città di Chiusa torna ad essere palcoscenico e scenario per l’arte giovane, indipendente, altra. Kunst Boden_nah riparte e per la stagione autunnale e pre-elettorale porta nelle strade della città un lavoro forte e pungente, dell’artista Philipp ‘Pippo’ Klammsteiner, che nella vita fa anche il grafico ma è noto ai più per il suo lavoro assiduo nella scena dell’arte “alternativa”, quella dei writer, delle bombolette, dei graffiti. Artista dall’occhio critico, strizza l’altro occhio alle imminenti elezioni, spaesando con l’installazione “Politika? Polotika?” il pubblico con un progetto che di certo non passerà inosservato.
Ce lo spiega la voce stessa di Pippo.

Pippo, l’idea di questa “Politika? Polotika?” Da dove arriva? Cosa vedremo a Chiusa?

Esporrò – accanto agli spazi ufficiali per le affissioni dei manifesti elettorali – alcuni poster che ho creato con la tecnica dello stencil. Costruirò uno spazio per affissioni uguale a quelli originali, della stessa grandezza, forma e dimensione, in modo da far pensare a chi lo guarda che sia tutto “vero”.

L’idea è nata insieme ad Andy von Lutz, curatore del progetto, alcuni mesi. Ma è già da tanto che avevo in mente una cosa simile. In generale, nel mio lavoro artistico, mi piace prendere posizioni critiche sull’Alto Adige, sia dal punto di vista politico che dal punto di vista commerciale. Quindi questa per me è stata un’occasione servita su un piatto d’argento, perché ho la possibilità di fare – con tutti i permessi del caso – un’installazione proprio accanto ai manifesti originali.

Quindi, il tuo messaggio è…

Il messaggio che cercherò di trasmettere, l’idea principale che è stata sviluppata già da anni nel mio lavoro, è quella di rendere ancora più incasinato il casino che fanno i politici e di verificare ciò che accade nelle menti delle persone durante il periodo delle elezioni.
L’elettore passa davanti al muro e vede tutti questi manifesti politici, viene bombardato – come anche in pubblicità – da tutti questi slogan, da queste promesse e proposte di voto. È come quando vai a fare la spesa al supermercato e cui vieni bombardato da una grande quantità di prodotti. Ciò avviene anche durante le elezioni politiche: i politici si propongono di più, sorridono di più, fanno più promesse. Poi, che le mantengano o no queste premesse, è tutto da vedere. Intanto però si propongono così.

Tu di comunicazione politica te ne intendi, visto che come grafico te ne occupi in prima persona. Ma la tua critica dunque è alla politica in toto, o al suo modo di comunicare?

La mia critica va al sistema politico non al sistema comunicativo della politica. Per quanto riguarda la comunicazione, si potrebbe fare molto di più, ma è qualcosa che ha sempre a che fare con la fiducia. Si io faccio anche comunicazione politica e so che il linguaggio è fondamentale.

So benissimo come si fa questo tipo di comunicazione e non vado a criticarla. Quello che critico è questo dover offrire sempre, non solo prima delle elezioni, ma in generale. I politici promettono cose, dicono che bisogna fare meglio questo e quello, ma quello che viene fatto poi concretamente è sempre troppo poco. Io non voglio generalizzare, perché è sempre sbagliato, ma comunque ci sono migliaia di esempi in cui il politico promette una cosa che però poi non viene fatta. Quello che provo a fare attraverso questa installazione è dare l’idea che, tante volte, la politica in Italia dovrebbe essere presa più sul serio dal politico stesso.

Che reazioni ti aspetti?

Non lo so, è da un po’ che ci penso. Almeno da quando ho cominciato ad avere le idee su che tipo di manifesti volevo fare e con che tipo di comunicazione volevo lavorare. E pensavo: ma la reazione delle persone quale sarà? Devo anche stare anche un po’ attento perché non posso attaccare direttamente una o l’altra persona né fare delle cose che siano troppo “offensichtlich”. So che devo stare attento a quello che faccio perche questo potrebbe anche andare nella direzione sbagliata (e avere la reazione inversa). Sicuramente alcuni lo capiranno e ci rideranno sopra. Ci sarà chi dirà che è una cosa bella e figa, carina, ma sicuramente ci sarà anche gente che dirà che non va bene. Sono curioso di vedere – visto che i manifesti si troveranno all’aperto e saranno accessibili a tutti – per quanto tempo rimarranno al loro posto.

E da parte dei politici?

Io penso che il politico stesso, in una situazione del genere, deve stare molto attento a come reagisce. Come ad esempio Durnwalder, che secondo me ha reagito in modo molto sbagliato alla canzone di Kravatte & Kravalle. Credo che un politico non debba farsi prendere da una cosa così.

Sicuramente un’operazione del genere – rispetto ad altri progetti artistici possibili – fatta poi proprio ora cosa del genere porta a far parlare di sé…

Sicuramente sì. Andy è venuto da me un po’ di tempo fa e mi ha detto che aveva visto i miei lavori e che gli piacevano proprio perché sono critici. Io da sempre, anche prima di questa esposizione, ho fatto questo tipo di arte critica. Quindi adesso non è che faccio questa installazione per farmi pubblicità. Perché torneremmo alla questione di cui sopra. Io potrei dire “ok, adesso posso sfruttare questo momento specifico per farmi pubblicità”, ma alla fine sarei allo stesso livello del sistema che critico, solo per farmi un po’ di propaganda. Se guardi altri i lavori che ho fatto, sono sempre andato in quella direzione. Anche il simbolo che uso spesso nei miei lavori, quello che metto insieme alla mia firma a lavoro finito, è un lama. E cosa rappresenta il lama? Il lama sputa quando c’è una cosa che gli da fastidio. Ed è quello che faccio io: uso il colore e la bomboletta come fossero uno sputo su una cosa che mi disturba.

Passiamo ad altro. Che ne pensi del sistema arte in Alto Adige?

Ho visto che negli ultimi anni si è mossa molto la scena, hanno incominciato ad esserci più esposizioni, più eventi. C’è più gente che ci sta dietro, come voi e altri progetti, e poi ho visto che è nato l’interesse anche da parte delle istituzioni, come ad esempio il Museion che ci ha dato l’opportunità di fare nel Passage una mostra, degli eventi, dei workshop per writer. Quindi credo ci si stia muovendo nella direzione giusta, anche se sicuramente si può sempre fare di più.

Secondo me una cosa interessante sarebbe fare dei progetti che non spingano per forza l’artista giovane a dover entrare in una galleria, ma che gli diano l’opportunità di esporsi ed esporre i propri lavori in luoghi diversi, delle gallerie alternative, come fa Kunst Boden_nah. Lavorare in questa direzione secondo me sarebbe molto bello e potrebbe essere un’idea nuova.

Ma non è che tutti, solo perché giovani e con entusiasmo, possono essere – o dirsi – artisti…
Ovvio che bisogna distinguere le cose. Da un lato c’è l’artista della domenica che poi si mette a vendere la sua roba in piazza erbe, dall’altro ci sono anche giovani che vivono per questo e che non riescono a farsi conoscere e a guadagnare qualcosa con quello che fanno, perché non ne hanno l’opportunità. Quindi secondo me da questo punto di vista sarebbe buono sostenere di più questa scena giovanile. Tanti hanno idee ma è difficile imporsi, perché prima ti serve il posto per esporre, poi comunque devi lavorare e devi guadagnarti da vivere e non è che puoi dire dall’oggi al domani: io faccio l’artista. Io non vivo di arte, ma del mio lavoro di grafico. Però faccio arte, nel mio studio (che chiamo atelier) perché l’idea è proprio di andare sempre più in quella direzione.

http://vonklammsteiner.com/

 

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