Home Grown Reviews: Sacro GRA II

08.10.2013
Home Grown Reviews: Sacro GRA II


Titolo originale
: Sacro GRA 

Regista: Gianfranco Rosi

Di cosa parla:  frammenti di vite diverse che si snodano senza incrociarsi attorno al Grande Raccordo Anulare di Roma, accenni di quartieri differenti, quasi scorci di pianeti lontani.

Cosa spacca: non è l’ennesimo film su Roma e sulla cosiddetta “romanità”, non è un omaggio all’eterna bonarietà degli italiani della capitale. Il regista rappresenta in qualche modo degli stereotipi che quasi tutti hanno conosciuto, ma senza cadere nell’esagerazione del burlesco e senza ricorrere alle classiche “gag dell’italiano”.

L’esperto che studia le palme ed i parassiti che dall’interno le divorano consumandone l’anima, potrebbe essere una metafora di come gli esseri umani consumano le città ed il loro stesso habitat; la sua idea, poi, di registrare le “voci” dei parassiti ed usarle contro loro stessi, fa quasi pensare al confronto tra vita e reality, ed ogni commento ulteriore è vano.

Cosa fa schifo: il traffico, la nostra dipendenza dall’automobile, che rende concreti fenomeni urbani come il grande raccordo anulare a Roma, ma questo non dipende certo dal film.

Menzione speciale: ognuno dei protagonisti sembra inseguire un proprio feticcio esistenziale rappresentato dall’impossibilità di sfuggire al proprio ruolo (esiste un sacro GRAal che può portare redenzione?). Impeccabile l’elogio del kitch nella figura del Principe Pellegrini e della sua eccessiva residenza barocca, celata all’interno di un edificio in un’area post-industriale.

Consigliato a chi: ama semplicemente il buon cinema italiano 

Voto ponderato: 8

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