Il caldo brivido degli esami. Maturi e felici

Giorni di sole, giorni di esami di maturità. Un piccolo brivido che accomuna tutti, chi ci passa ora, chi ci è passato, chi ci passerà. Qualche ricordo e qualche pensiero sull’esame più temuto (ma sotto sotto amato) dagli italiani.

20.06.2013
Il caldo brivido degli esami. Maturi e felici

Ieri, parlando con alcune persone che lavorano in redazioni di quotidiani più o meno online, ho scoperto che uno dei temi mediaticamente  più scottante in questi giorni (tra “l’incubo del caldo” – incubo??? se torna il freddo, voglio vedervi a voi che parlate di incubo – e le ricette per tenersi freschi: bere tanta acqua e mangiare tanta frutta – ma va???) è quello degli esami di maturità. Certo, è ovvio. Quello è di certo un argomento che riguarda tutti, chi per il presente chi per il passato, chi perché genitore, chi perché professore, chi perché proprio ora sta lì a prepararsi per la prossima prova, prima di godersi la meritata e più bella vacanza della vita.

Così inevitabilmente, sono tornata anche io a pensare al mio esame di maturità. Sono passati parecchi anni da quel lontano 1999, da quell’estate sui banchi e in biblioteca civica a studiare per prepararsi, più o meno, al meglio. La prima cosa che mi viene in mente, è che io alla maturità mi sono divertita. Parecchio anche. Forse è stata la fortuna di essere i primi con l’allora nuovo esame. Né noi né i professori sapevamo che pesci pigliare, nessuno sapeva che fare, navigavamo a vista, e così – alunni e docenti – abbiamo deciso (tacitamente) che ognuno avrebbe fatto un po’ quel che gli pareva. E così noi ce la siamo presa comoda, agli scritti ci siamo pure portati un sacco di cibo, io all’orale ho invitato amici e parenti, manco fosse un aperitivo, e così quelle settimane di panico tanto decantate dai nostri predecessori, si sono trasformate in una sorta di allegra performance sull’essere esaminandi e sotto esame, più che in un esame vero e proprio. 

Certo, non è serio, a ripensarci, ma in fondo, perché no? Se anche avessi studiato di più, oggi, dalla versione di greco (copiata di sana pianta dall’amica secchiona), che insegnamento professionale o per la vita potrei dire di aver tratto?

Essendo io ormai lontana dai patemi di allora, anche da quelli seguiti alla maturità come gli esami universitari, devo dire che provo un po’ di tenerezza quando sento e vedo i maturandi di oggi, che proprio in queste ore tremano, fanno scongiuri, preparano bigliettini da nascondere perfino nelle parti più private del proprio corpo, che si confrontano tra loro e ipotizzano strategie, che piangono a volte e si fanno le prime bombardate da caffeina per ripassare fino a notte fonda, che fanno il toto scommesse su temi, domande e autori latini, che sperano che quella volta che il prof l’hanno proprio fatto incazzare non influenzi la prestazione altrimenti poi magari la vacanza tanto sognata la mamma non te la fa fare più. 

Tenerezza perché a più di un decennio di distanza, ormai immersa fino all’ultimo capello nelle gioie e nei dolori della vita lavorativa, posso confermare quel che dice la mia amica Tessa (parafrasando De Filippo, che ci ricorda che gli esami non finiscono mai): “la maturità è probabilmente la cosa più facile che farai nella tua vita. Quindi smettila di piagnucolare”. 

Nulla di più vero, nulla di più scontato, per noi. Ora. La maturità dopo solo pochi mesi acquisisce la dimensione della “passeggiata” e diventa semplicemente una serie di aneddoti da raccontarsi l’un l’latro, sorridendo. Eppure, potranno essere mille gli adulti che ti raccontano questa trasformazione, per tranquillizzarti, ma tu resterai comunque agitato e terrorizzato dall’idea di quella fila di banchi e della fila di prof che dall’altro lato di un banco ti guardano interrogativi. Nessuno potrà mai convincerti che non è nulla, che è una cavolata, che domani ci riderai sopra e che quel che verrà dopo è di gran lunga peggio. Nessuno ti cancellerà il brivido caldo, unico, irripetibile dell’esame di maturità. E per fortuna, perché i brividi che verranno dopo, saranno altra cosa, e quello di quell’esame estivo soleggiato e appiccicoso, resterà indelebile e piacevolissimo, sulla tua pelle. 

SHARE
//